Il valico dei briganti
Vlademaro Taddei, giovane di Bagni di Lucca, parte per l’America in cerca di fortuna insieme al compaesano Jodo Cartamigli (personaggio mitico di Pardini). Arrivati a destinazione vengono assunti come ranger da un’agenzia di San Diego. Durante una missione Vlademaro tradisce l’amico passando dalla parte dei banditi e accumulato un certo malloppo decide di tornare nella terra natale. Proprio qui, grazie alle strategie in campo criminale acquisite in California si mette al comando di una banda di briganti. Dopo anni di colpi andati a segno i suoi uomini vengono catturati e decapitati alle porte di Lucca. Vlademaro, certo di averla scampata, dovrà però vedersela con Jodo Cartamigli, tornato al paese in cerca di vendetta. Sospeso tra verità storica, leggenda e invenzione letteraria, questo romanzo ci porta all’epoca delle pene capitali quando nel 1800 a Roma agiva il famigerato Mastro Titta, boia del Vaticano. Con una scrittura tesa e scarna, Il valico dei briganti è senz’altro il romanzo più terribile e necessario di Pardini, il suo migliore approdo di narratore.
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Il valico dei briganti, uscito per Vallecchi editore è il nuovo romanzo di Vincenzo Pardini uno degli autori più rappresentativi e influenti della letteratura italiana.

Una storia che appartiene al passato e anche al presente in cui viviamo, i briganti dell’ottocento sono somiglianti ai criminali della società di oggi dediti al malaffare.

Protagonista di questo romanzo è Vlademaro Taddei, un ragazzino molto sveglio che viene da una famiglia di contadini analfabeti, impara subito a leggere e a scrivere ma anche a destreggiarsi nel commettere dei furti.

Non sarà lontana la sua scalata da brigante e da tutti sarà denominato il terribile Barbanera.

Ma cosa spinge un ragazzino a diventare già un piccolo delinquente? Vlademaro cattivo lo è diventato dopo aver subito delle molestie da parte di un parroco, da lì inizierà una spirale di violenza inaudita che lo porterà a essere pericoloso; un’anziana signora e suo figlio saranno trovati quasi morti nella loro casa dopo una sanguinosa rapina compiuta da Vlademaro.

Il ragazzo decide di imbarcarsi per gli Stati Uniti d’America in cerca di una svolta e farà la conoscenza di Jodo Cartamigli. Entrambi saranno assunti come ranger di San Diego, ma una persona onesta come Jodo si potrà mai fidare di uno del calibro di Vlademaro?

Quest’ultimo sarà pronto a colpire nel momento opportuno e inaspettato, quando entrambi i ranger saranno sulle tracce dei briganti Vlademaro tradirà Jodo passando dalla parte dei briganti e prendendo le redini del comando.

Il suo rientro in Italia lo porterà a ritrovare i suoi fratelli e a sposare la donna della quale è follemente innamorato Angelina e a darle due figli.

Ma l’uomo ha una doppia vita, di giorno è un marito esemplare e buon padre di famiglia, di notte si trasforma in un rapinatore seriale. Stupri, violenze di ogni tipo e uccisioni, Vlademaro è il mostro di Lucca a cui dare la caccia.

Vincenzo Pardini attraverso una storia del passato, ne racconta una vicinissima al presente portandoci negli abissi dell’animo umano e adegua il suo stile narrativo, molto ricercato, attraverso dei dialoghi alquanto serrati che rendono il romanzo avvincente.

Lucca sarà definita dall’autore “ Il mio West” focalizzando l’attenzione sul mondo del brigantaggio dandone un’immagine vivida.

La figura di Vlademaro è ben delineata, troveremo un personaggio tormentato dal passato a causa delle violenze subite, che va alla ricerca della sua purificazione e dell’estirpazione di quel male da stesso subito in passato.

Pardini ci conduce nel suo piccolo “teatro” e ci fa percepire gli stati d’animo dei suoi personaggi con incisività trasmettendo tensione emotiva.

L’ uso attento della parola e la ricerca di un linguaggio appropriato a seconda della situazione e del contesto, hanno favorito la stesura  di un romanzo pieno di atmosfere altamente suggestive e ne danno una fotografia nitida. Si passa dal sublime paesaggio degno di fascino della Garfagnana alle immense montagne della California.

Pardini ha ribadito col passare del tempo che le parole sono degli strumenti da utilizzare nel modo più appropriato e bisogna prendersene cura incasellandole nel giusto contesto, affinché trovino il loro significato. Un concetto molto significativo e pienamente condivisibile che ha fatto dell’autore di Fabbriche San Vallico (Lucca), un vero scrittore e artigiano della parola.

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