Trama
Il racconto di un amore tra madre e figlia “andato storto da subito”. Un romanzo potente e vitale, in cui le vicende personali si uniscono alla storia corale di un’Italia contadina, ritratta dagli anni di guerra fino ai nostri giorni. Quando Esperia mostra i segni di una malattia che le toglie la memoria, è tempo per la figlia di prendersi cura di lei e aiutarla a ricostruire un’identità smarrita. Inizia così, giorno dopo giorno, il racconto di un passato dal quale riaffiorano ricordi dolcissimi e crudeli, riprendono vita le figure dei familiari e degli abitanti della piccola comunità montana che le ha viste nascere e crescere entrambe. In un Abruzzo luminoso e aspro, che affiora tra le pagine come una terra mitologica e lontana, le fatiche della campagna, l’allegria dei matrimoni, la ruvidezza degli affetti, l’emancipazione dall’analfabetismo e la fine della sottomissione femminile si intrecciano al racconto di una lenta metamorfosi dei sentimenti in un indissolubile legame madre-figlia che oscilla tra amore e odio, nostalgia e rifiuto.
Recensione a cura di Miriam Salladini
Un racconto poetico che ha come protagoniste una madre e una figlia vittime di un rapporto andato storto fin da subito. A fare da sfondo a tutta la vicenda è un Abruzzo arcaico e superstizioso poco incline ai sentimenti. Quella che leggiamo tra le righe è la storia di Esperina Viola raccontata dalla figlia. Una sorta di diario per ritardare il processo degenerativo dell’atrofia cerebrale ma anche lo strumento attraverso cui la donna sfoga i suoi sentimenti repressi nei confro…nti di una madre poco incline alla tenerezza e al contatto. Esperina viene paragonata a un fiume per i suoi capelli che pettinava la sera dopo tutte le fatiche, al fiume di parole che la caratterizzava da giovane e che adesso sono diventate frasi stereotipate e ancora a un albero da cui chi le stava accanto ha ricevuto solo ombra.
Con una scrittura ricca di metafore Donatella Di Pietrantonio ci permette di intraprendere un viaggio in un Abruzzo ormai lontano dove la superstizione e le credenze popolari guidavano la vita della gente e allora guai a indicare le stelle nel cielo con le dita perché sarebbero potute nascere delle verruche sulle mani o a non fasciare le gambe dei neonati col rischio di farli crescere con le gambe storte.
Un viaggio carico di emozioni e sentimenti che mi ha permesso di rispolverare alcuni ricordi dell’infanzia quando i miei nonni raccontavano storie e leggende legate al territorio abruzzese.
Dettagli
- Copertina flessibile:177 pagine
- Editore: Elliot (31 luglio 2014)
- Collana:Manubri
- Lingua:Italiano
- ISBN-10:8861925669
- ISBN-13:978-8861925663
- Genere:Narrativa contemporanea