Malanottata
È una primavera ancora fredda, quella del marzo siciliano 1984. In un angolo di un quartiere residenziale di Palermo viene trovata, buttata vicino a un mucchio disordinato di foglie di magnolia, una donna in fin di vita. È stata orribilmente sfigurata con l’acido e picchiata selvaggiamente, ma ancora respira. Non è una donna qualsiasi, è la escort più famosa della città, Veruska, una cecoslovacca arrivata in Italia per far fortuna, con il mito di Raffaella Carrà. Bella come il mare tiepido sul corpo nudo. Libera come un vento che non sopporta confini. Forse troppo. Leo Salinas, detto Occhi di sonno, giovane giornalista alle prime armi, è l’unico presente nella redazione del quotidiano più importante della città quando arriva la notizia. Poco più che ventenne, acuto osservatore, molto sensibile al fascino femminile, il volto costantemente segnato dalle poche ore di sonno, Leo sa che deve correre per accaparrarsi l’esclusiva per il giornale. Schizza in Vespa fino all’ospedale, giusto in tempo per vedere Veruska morire portandosi il nome dell’assassino nella tomba. Ma chi può avere avuto il coraggio di massacrare la ragazza più amata della città? Amante di boss, nobiluomini, rampolli borghesi. Tutti inconsolabili come vedovi. Tutti convinti di essere ricambiati nel loro amore. Ma è un delitto passionale oppure di mafia? Occhi di sonno comincia a indagare, ma non è semplice, perché le ultime ore di Veruska sono avvolte nel mistero e tutti gli indizi portano a dei vicoli ciechi. O forse a una verità che nessuno vuole vedere.
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Giuseppe Di Piazza mette in atto tutta la sua esperienza di giornalista offrendo ai lettori un giallo di assoluta qualità.

Una escort cecoslovacca di nome Veruska viene ritrovata in fin di vita in un angolo residenziale di un quartiere di Palermo, picchiata brutalmente e sfigurata con l’acido.

Ma chi si è potuto macchiare la coscienza di un gesto tanto vile? In una Palermo notturna e silenziosa si nasconde il male.

Veruska, una delle tante ragazze spensierate e con la voglia di sognare, venuta in Italia con il mito di Raffaella Carrà con il suo famoso ballo chiamato Tuca Tuca che imperversava negli anni ‘80 e che ha fatto perdere la testa alla gioventù di quegli anni, alla fine è invece diventata una delle entraineuse di lusso di tutta Palermo, amante di uomini d’onore, nobiluomini e rampolli di famiglie aristocratiche.

L’autore ricostruisce anche momenti della vita di Veruska, molte parti del romanzo vedono lei protagonista, ma c’è anche un ventenne giornalista con tanta voglia di fare carriera e sempre alla ricerca dello scoop.

Lui è Leo Salinas detto “occhi di sonno” per le poche ore concesse al riposo, il letto non sempre è il suo migliore amico anche se dorme, si fa per dire, con la sua fidanzata Lili; inoltre cede agli sguardi provocatori della seducente Serena, la compagna del suo migliore amico Fabrizio.

Di PIazza sceglie una narrazione diversa da quella comune, i capitoli non sono consequenziali come il lettore si potrebbe aspettare ma subiscono fasi alterne andando avanti e indietro con le vicende esposte, soprattutto quelle appartenenti agli ultimi attimi di vita di Veruska e ai suoi incontri.

Una Palermo descritta in maniera esemplare, erano gli anni ‘80, nella città si era insediato il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e il 3 settembre 1982 trovò la morte per via dell’agguato di matrice corleonese. Nel capoluogo c’era il primo pentito di Mafia Tommaso Buscetta, il boss Salvatore Inzerrillo e il capomafia era quel Tano Badalamenti che nel 1984 (anno in cui è ambientato il romanzo) fu arrestato a Madrid grazie alla collaborazione dell’FBI che con la polizia italiana e spagnola riuscì ad assestare un duro colpo alla criminalità organizzata.

Hanno un peso rilevante la musica e i brani che accompagnano le vite di Veruska e Leo che sono i protagonisti di questo romanzo, tra chi ha voglia di evasione e di libertà e chi vuole sognare ad occhi aperti magari sperando in un mondo migliore.

Vorrei quindi citarne i titoli, oltre a Tuca Tuca di Raffaella Carrà, ci sono Wish You Were Here dei Pink Floyd, Because the Night di Patty Smith, Sunday Bloody Sunday degli U2, brani che hanno segnato un’epoca, soprattutto gli ultimi tre sono pietre miliari del rock.

Malanottata lo definirei un giallo che non dimentica la storia di quegli anni, ci fa andare indietro nel tempo, ci fa riflettere e ha quella grande capacità di non farci perdere il valore dei sentimenti, quelli sani e puliti come l’amicizia, l’amore e i sogni.

 

 

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