Recensione a cura di Massimo Ghigi
Storia davvero intrigante quella proposta da Charles Soule nel suo libro “L’anno dell’oracolo”, dove un uomo qualunque, di punto in bianco, viene messo a conoscenza di ben 108 fatti che dovranno avvenire in futuro.
Penso che la prima cosa che farebbe chiunque, trovandosi nei panni di Will Dando, il protagonista del libro, sarebbe chiedersi: “Ma io cosa farei se conoscessi ciò che deve ancora avvenire?!”. beh dai non fate i furbi e ammettetelo, la prima cosa che vi verrebbe in mente sarebbero tanti bei soldini. E in effetti è proprio quello che fa il nostro neo-oracolo. Con l’aiuto del suo migliore amico e di un paio di signore con lo ‘sbuzzo’ per l’informatica trovate nel deep web, il buon Will si appresta a fare una vagonata di dollari… peccato che non tutto filerà proprio liscio.
La storia ha diversi pregi, oltre all’incipit davvero interessante, il ritmo della narrazione è molto buono e le 400 pagine abbondanti scorrono piuttosto bene, nonostante frequenti salti di location e i diversi personaggi coinvolti.
Cosa davvero non trascurabile è che libri come questo, per quanto fantasiosi, mettono il lettore in condizione di porsi tante domande, di guardarsi dentro; è innegabile infatti che la prospettiva di conoscere il futuro, anche se solo limitato a un numero di avvenimenti ben precisi, mette chi legge davanti a questioni etiche e morali non da poco. Questo se si ha un minimo di coscienza ovviamente! Perché di gente senza scrupoli nel libro, così come nella vita vera, ahimè, ce n’è tanta.
Beh, se inizialmente Will non si pone tanti problemi, a mano a mano che gli eventi cominciano ad avverarsi, alcuni anche con conseguenze devastanti per molte persone, ben presto il nostro sconvolto protagonista comincerà ad avere forti dubbi sul proprio modo di agire un po’ alla leggera. L’autore tratteggia benissimo la lotta interiore di Will, anche in virtù del fatto che, i suoi stessi amici, rischiano di essere messi in serio pericolo, come conseguenza alle sue decisioni.
Diversi i personaggi interessanti di questa storia, mi soffermo in particolare su uno, anzi su una. Una donna che si fa chiamare ‘Coach’, assoldata dal presidente degli Stati Uniti tramite i servizi, per dare la caccia e scovare il nostro “Oracolo”. Ora, avete presente il “trova-robe tutto-fare” interpretato da Tony Curtis nel film ‘Operazione sottoveste’? Beh diciamo che la ‘Coach’ è molto meno simpatica e molto più letale, focalizzata com’è sull’obiettivo per cui è stata assoldata, ovviamente, da raggiungere a qualunque costo.
Mi sento di fare una sola critica a questo libro, per il resto, veramente bello: il finale.
Da una storia di questo genere mi sarei aspettato un finale sorprendente, con chissà quali rivelazioni tipo ‘Il Codice Da Vinci’, magari anche assurde che ti fanno dire “Eh ma ci sta”. E invece, mi spiace dirlo, ma è stato un po’ come essere nei panni di Wile E. Coyote, mentre attende che esploda la dinamite che, invece, fa “… pzzz!” lasciandolo lì interdetto e insoddisfatto.
Al di là di questa personalissima considerazione sul finale, consiglio vivamente la lettura di “L’anno dell’Oracolo” perché il libro è molto buono e le questioni che solleva in chi legge, sono tutt’altro che banali.