Recensione a cura di Marika Mendolia
La narrazione in questione dona una chiave, una via da cui accedere per intrufolarsi tra i meandri più oscuri dell’animo umano, analizzandone le più tormentate debolezze. La trama si dipana in maniera originale, trasportandoci in un’epoca Vittoriana, un’era segnata dai macabri omicidi. All’interno di una talentuosa compagnia teatrale che sta dando vita all’Otello di Shakespeare si crede che si nasconda un efferato assassino di prostitute; ed ecco che entra in scena Duncan Primrose per indagare sui delitti fingendosi naturalmente un attore. Ogni figurante presente all’interno della storia, cela dei terribili segreti legati ad un melmoso passato; ciò trasporterà il lettore in un’incessante turbinio di rocamboleschi misteri dove nulla è come appare e dove anche il più piccolo insignificante indicatore si rivelerà colmo di spiccato significato. Un meraviglioso thriller dal retrogusto storico-mistery. Una storia argutamente incalzante dal ritmo serrato e dall’ambientazione cupa e inquietante; troviamo molti riferimenti riguardanti la letteratura inglese e l’opera teatrale. La vicenda è di gran trasporto; si legge tutta d’un fiato e ti spiazza notevolmente col suo finale imprevedibile. Veniamo scaraventati negli abissi imperscrutabili dell’animo umano, guidati verso un’inesauribile fonte di curiosità sempre più accentuata. Un mistero tutto da scoprire, un tragitto scarsamente in vista… Pericoli dietro ogni angolo, figuranti che ben confondono le idee di ogni lettore. La bestia è l’essere che pregnantemente prevale sull’uomo… Un essere umano intriso da una società rigorista e perennemente ipocrita. L’ autrice è riuscita magnificamente a dar vita ad un giallo storico-gotico. Vicissitudini che lasciano decisamente il segno. Un’avventura rocambolesca ai limiti dell’immaginabile. Lo stile utilizzato dall’autrice è ben delineato e conforme al genere in questione. Un mistero intrigante che non ci lascerà nessuna via di fuga.