“Dentro e fuori. Dentro e fuori. La lama è come un pesce argentato che guizza nel mare, al tramonto, espandendo piccole onde concentriche come pensieri senza fine.”
Barbara Baraldi è ben nota ai lettori di thriller, e non solo: questa poliedrica scrittrice può fregiarsi di essere anche autrice di sceneggiature per fumetti, e dal 2023 curatrice della celeberrima serie Dylan Dog. Le parole poc’anzi citate dal romanzo qui in oggetto mettono a fuoco, fin dalle primissime battute, l’indubbio talento della suddetta nel dipingere con eleganza pennellate di prosa da brividi, con capacità scrittoria, passione, ricercatezza. Trasuda eleganza nella narrazione, lasciatemelo dire, tutta femminile, il che rende la lettura piacevole, vivida, mai scontata. La bambola dagli occhi di cristallo rappresenta, seppur negli scaffali nel 2024, l’opera di esordio della Baraldi, seppur rieditata e aggiornata, anzi per usare le parole della stessa autrice è “un romanzo nuovo, frutto di una rielaborazione, costruito su un cuore antico”. La storia si dipana su una narrazione che definirei corale, in quanto segue vicissitudini, pensieri e vicende di disparati protagonisti, i cui destini andranno poi inesorabilmente a convergere nelle torbide trame di sangue intessute dalla serial killer e femme fatale che sta terrorizzando una Bologna nera e notturna. Vi sono personaggi un po’ sentiti e rivisti, quasi degli archetipi del thriller, che rimandano tanto alle pagine dei libri del genere, quanto agli schermi di serie televisive sulla falsariga del brivido a tinte gialle: la visionaria e donna fragile, la pubblicitaria insicura in cerca di spazi adeguati, il giovane poliziotto affascinante e sagace. Si, lasciatemelo dire: tutto un po’ già incontrato e letto altrove, senza particolari sorprese, ivi comprese le tematiche riguardanti la violenza di genere con un dualismo donna vittima – uomo cattivo eccessivamente manicheistico, seppur in gran parte giustificato, e ahimè non molto distante da storie reali targate 2024. In effetti, questo è in primo luogo il libro di una donna scritto per le donne, con l’intento netto di schierarsi dalla loro parte, ma questo sarà comprensibile al lettore, compiutamente, solo giungendo al sorprendente finale, e poi proseguendo con le note personali dell’autrice. L’impressione è quella di un buon romanzo che risente su alcuni aspetti dell’essere quasi un’opera di formazione, seppur compiuta e sentita, in quanto racchiude tutto ciò che deve essere il thriller, con le sue regole e i suoi tipi umani, ma senza sconfinare, senza perdersi e deragliare dai binari del prevedibile. Nonostante ciò il romanzo della Baraldi scorre, coinvolge, non perde ritmo, non si incaglia su se stesso come capita a molti altri suoi simili più blasonati, non si dilunga in noiose e inutili descrizioni; ecco se devo trovare un innegabile pregio, v’è quello di saper catturare dalla prima all’ultima pagina, il che non è poco. Tra le mie letture future e rimandate ho l’osannato Aurora nel buio, che ha ricevuto un ottimo riscontro contribuendo alla fama, sicuramente meritata, della scrittrice. Questo Bambola dagli occhi di cristallo resta quindi un encomiabile esponente nel suo campo, ma mi si perdoni il parallelo, getta uno sguardo un po’ vitreo sul genere, senza scaldare troppo gli animi, o destare brividi duraturi sulla pelle: perfetto per chi vuole approcciarsi al thriller, ma senza troppi “spargimenti di sangue”. D’altro canto, io credo che creerà empatia nelle lettrici, e magari qualcuna fra loro, come la sottoscritta, curverà le labbra in un sorriso, sulle note finali di questo incubo con sentori (ambrati) di sogno…