Ultimo romanzo uscito dalla penna di Dorn e, ancora una volta, rimango colpito dalla sua tecnica di scrittura, abilità che gli permette di portare a termine la lettura di un libro che sfido chiunque a ricordare dopo un mese. Secondo me il punto debole di questo romanzo sta proprio nello sviluppo dei personaggi che tutto sono fuorchè tridimensionali o profondi. Persino il protagonista (personalmente) non è riuscito a trasmettere le sue paure e ciò ha reso quasi inesistente la mia empatia per le sue sofferenze. Il problema è che questo sarebbe il pezzo forte del romanzo, la cui trama è talmente stereotipata da apparire quasi grottesca. Sono passati anni oramai dalla Psichiatra e continuo a leggere Dorn per cercare di carpire i segreti della sua tecnica narrativa. Il fatto poi che i suoi protagonisti siano sempre affetti da qualche forma di patologia che renda ambigua la loro posizione è una costante che se nei primi lavori poteva affascinare, adesso rende troppo prevedibili le sue trame. Anche il senso di angoscia che dovrebbe suscitare Simon perde di efficacia dovendo costantemente dubitare dell’attendibilità della sua narrazione.
In conclusione, se siete fans dell’autore, probabilmente lo avrete già letto. Se non avete letto nulla di Dorn, cominciate da qualcos’altro.
Una risposta
Ho letto questo thriller molto mesi fa
Concordo pienamente con te , Elio .
Adoro Dorn, tranne per ‘ incubo ‘ e ‘ gli eredi ‘ ma ritengo che per mantenere interessante il suo stile deve apportare qualche modifica nelle sue scelte ( esempio: diminuire i riferimenti alla psicopatologia o modificarli ulteriormente)