Louise Penny torna in libreria con il suo personaggio di carta più famoso, il capo della Omicidi della Suretè du Quèbec, Armand Gamache, nel libro intitolato Il lupo grigio, pubblicato da Einaudi.
Un giallo per palati sopraffini, un po’ confusionario e caotico all’inizio, come afferma la stessa autrice: una lunga serie di trattini piccoli e all’apparenza inconsistenti, che, una volta riuniti assieme, tratteggiano la trama corposa di un libro affascinante e metaforico.
E’ domenica, ed Armand sta cercando di godersi una giorno di relax in compagnia della moglie. Ma squilla il telefono: è Jeanne Caron, capo dello staff del vicepremier del Canada, una donna che tempo prima aveva quasi distrutto la vita del suo primogenito. Così il commissario rifiuta di parlarle. Contemporaneamente, Armand si accorge che qualcuno è penetrato nella sua casa di Montreal, facendo scattare l’allarme. Addio, la pace è finita. Ad un successivo controllo, Armand scopre che l’unica cosa ad essere scomparsa è il suo soprabito. Cosa vorrà mai significare?
La mattina successiva un misterioso pacco viene recapitato alla polizia e dentro si ritrova il suo soprabito, con un biglietto con sopra scritto gli ingredienti del liquore Chartreuse, la parola “acqua” e un appuntamento al bar. Gamache è sempre più curioso, e si reca all’appuntamento. Vi trova un uomo assai misterioso, ma poco dopo, all’uscita dal bar, i due vengono investiti da un suv: il commissario è miracolosamente illeso, mentre l’uomo è morto. Ma chi è costui?
Lui è un biologo marino, ed indagava sull’acqua dei bacini idrici del Quèbec, paventando un inquinamento da tossine nelle acque analizzate.
Un segreto lo inquietava: migliaia di morti successive, e una possibile rivolta sociale da attribuire ad un colpo di stato e all’instaurarsi dello Stato di guerra. Il segreto è assoluto e coinvolge tutti i membri della squadra del commissario. Nessuno deve sapere: è chiaro che sono coinvolti alti esponenti del governo, con l’aiuto di membri della polizia e di funzionari corrotti, uniti con la malavita organizzata. Che accadrà? Riuscirà Armand a sgominare tale banda? Salverà il Paese?
Il fil rouge che lega l’intera narrazione si basa su di una dicotomia importante: la natura umana simboleggiata da un lupo nero e uno grigio. Quest’ultimo buono e compassionevole, quello nero feroce, duro, crudele, pronto a distruggere l’intera società. Chi si salverà dei due?
“Armand aveva rimirato di nuovo la distesa del lago. Là fuori c’è un grosso lupo nero: E’ in giro da un po’. Si nutre di rabbia, della sete di potere. Attacca i fragili e i vigliacchi. Li convince ad osare l’impensabile. Dobbiamo trovarlo e fermarlo. O fermarla, aveva precisato Armand, sentendo il suo lupo nero alzare la testa e annusare l’aria. Poi c’ il lupo grigio. Dobbiamo trovare anche lui.”
Il libro è indicato agli amanti del thriller, ma anche a chi è sensibile alle tematiche ecologiste e ai giochi di potere, che vi sottendono. Tema centrale del libro.
Lo stile è elegante, e raffinato, e l’autrice è molto abile nella descrizione della psicologia dei personaggi, con cui il lettore entra immediatamente in sintonia ed empatia. La trama è intricata ed originale, e sottende temi di grande attualità odierna. Nel complesso una lettura avvincente e curiosa, molto tesa e conflittuale nel finale. Dunque, attendiamo la pubblicazione del prossimo libro, con le nuove avventure del commissario Armand Gamache