Maurizio Foddai, architetto torinese amante della musica, del cinema e attore di teatro è l’autore di questo bel romanzo che definire un giallo è riduttivo. Foddai non si limita a raccontare un omicidio e a incentrare gran parte del libro sulle indagini con tanto di scoperta del colpevole, ma scava nel tempo fino a utilizzare un evento mai chiarito, forse cruento, per raccontare la vita passata e quella presente di un gruppo di amici. Questo, almeno, erano 25 anni fa.
Leggiamo dei loro progetti, delle loro aspettative verso il futuro e poi delle loro (spesso) deludenti esistenze.
Venticinque anni prima erano tutti adolescenti alle prese con l’ultimo anno di scuola e con le scelte che avrebbero condizionato il resto delle loro vite; erano molto affiatati e, come in ogni gruppo di amici, nascevano amori, gelosie, invidie, scherzi.
Ci fu però un evento inspiegabile che pian piano portò il gruppo a disgregarsi e gli amici ad allontanarsi per sempre. Ora una componente di questo ex gruppo, rientrata da poco in Italia, ha deciso che quei vecchi compagni devono riunirsi un’ultima volta (la notte di san Silvestro del 2015) per vedere come e cosa sono diventati e per confrontarsi su di un punto chiarificatore rispetto a ciò che avvenne tanto tempo prima.
Il romanzo si sviluppa con frequenti cambi temporali e inizia con la scoperta di un omicidio. A indagare viene chiamato Andrea Sacchi, un componente di quel gruppo di amici ora diventato commissario.
Ho trovato questo romanzo molto coinvolgente e impegnativo, certamente non banale. Piuttosto apprezzabile la capacità dell’autore di far vivere all’interno del racconto un gran numero di personaggi senza però che il lettore arrivi a perdere “l’orientamento”, pure se una certa attenzione è necessaria per comprendere a fondo l’intreccio.
Ogni protagonista viene descritto in maniera precisa, sia nella vita da adolescente sia in età adulta: tra lettore e personaggi si crea subito empatia. L’autore ci porta ad operare scelte, ognuno di noi opta per il suo preferito, quello per cui sperare che non si riveli, alla fine, uno spietato assassino. Il finale raggela e ci lascia con un palmo di naso. L’autore si è divertito a trasmettere, fino all’ultimo, una certa suspense circa il mistero che si cela nel romanzo.
In conclusione: un romanzo, seppur breve, molto divertente e appassionante, con un climax crescente che ti tiene incollato alle pagine.
Mi è piaciuto e lo consiglio vivamente.
Voce di Roberto Roganti
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