Recensione a cura di Massimo Ghigi
A volte penso che l’editoria noir/giallo/thriller italiana si un po’ troppo ricca di protagonisti delle forze dell’ordine, troppi commissari, ispettori e così via; poi però mi capitano tra le mani libri come questo di Roberto Mistretta che mi fa dire convinto: “Ma sì! Ben venga anche il buon maresciallo Bonanno!”.
Uno dei punti forti de Il canto dell’upupa sta proprio nella caratterizzazione del protagonista, un maresciallo dei carabinieri Saverio Bonanno, che conquista subito il lettore; non siamo al cospetto di un carattere forte, e magari sopra le righe, come può essere quello di altri illustri personaggi della letteratura poliziesca italiana, bensì la forza di Bonanno sta proprio nel suo essere normale, nella sua umanità e nella tenerezza che è capace di suscitare.
Il lettore è fatto partecipe della vita di tutti i giorni, della quotidianità del maresciallo in compagnia di sua madre e della figlia dodicenne Vanessa oppure insieme ai suoi sottoposti più o meno brillanti e alcuni decisamente esilaranti come il fanatico per le auto e la velocità brigadiere Attilio Steppani!
La trama poliziesca si dipana tra un misterioso pestaggio ad un delinquente di mezza tacca in odore di sfruttamento della prostituzione e l’altrettanto misterioso assassinio di un elettricista che, addirittura, sembra coinvolto in un giro di pedofili!
Roberto Mistretta è molto bravo nel trasmettere il disgusto e la sensazione di marcio che attanaglia il maresciallo Bonanno alle prese con il mondo sordido della pedofilia; pagina dopo pagina si sente l’angoscia e il senso di impotenza che prova il protagonista davanti ad una piovra, ad un’organizzazione che sembra irraggiungibile e intoccabile, coperta da sistemi informatici sofisticati e difficilmente violabili.
Non mancano momenti di tenera goffaggine del nostro maresciallo, stregato dalla bella assistente sociale Rosalia, che gli fanno riscoprire l’amore e che, ancora una volta, rendono decisamente simpatico il personaggio.
In conclusione, lettura scorrevole che mi ha senz’altro piacevolmente conquistato e mi ha fatto venir voglia di recuperare anche la prima avventura del nostro maresciallo Bonanno!
Alla prossima!