Genere:
Di punto in bianco
In autunno le colline piemontesi sono uno stato dell’anima: nebbia azzurrina che cinge i crinali, tenue malinconia a invadere i cuori. Lo sa bene il commissario Bartolomeo Rebaudengo che ha deciso di darci un taglio con omicidi, scene del crimine, tecniche del profiling, e di ritirarsi in Langa. Per quelli come lui, però, non c’è pensione che tenga. E così il poliziotto si ritrova a indagare sulla morte del giovane Dario, scomparso dopo un festino a base di alcol e droghe, e ritrovato cadavere a distanza di alcuni giorni. Ma il delitto è anche l’occasione per rivedere Ardelia Spinola, il medico legale dall’intuito infallibile, che ha il vizio di cacciarsi nei guai e che nasconde la sua fragilità dietro una tagliente ironia. La passione di un tempo ha lasciato spazio al gioco delle schermaglie e al tarlo dei rimpianti, nonostante i due – diversi come il giorno e la notte – continuino a fare scintille. Intanto c’è il diavolo sulle colline, e ci mette pure la coda dettando un’impressionante sequenza di tragiche casualità e colpevoli omissioni, inestricabili equivoci e gesti rovinosi. La caccia sospingerà Ardelia e Bartolomeo nelle ombre di una terra ancora selvaggia e nelle tenebre di una mente ossessionata dalla vendetta. Cristina Rava si conferma una delle voci più acute del noir al femminile, componendo con leggerezza pensosa e impeccabile humor una commedia nerissima sulle miserie di chi arranca nella malora, insieme alla sincera confessione di quello che le donne non dicono.
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Recensione a cura di Gino Campaner (ginodeilibri)

Di punto in bianco rappresenta il sesto romanzo della serie dedicata al commissario Rebaudengo (l’altra è dedicata al medico legale Ardelia Spinola). Tutti questi romanzi sono stati scritti dall’autrice ligure Cristina Rava. Una lunga serie di noir, iniziata nel 2007 (Commissario Rebaudengo un’indagine al nero di seppia) e il cui ultimo capitolo è appunto questo Di punto in bianco, uscito nel febbraio del 2019, edito da Rizzoli.

Il libro inizia con l’ormai ex commissario Rebaudengo che si gode la sua fuoriuscita dal corpo di polizia nella villa ereditata da una ricchissima zia con tanto di personale di servizio. Ma l’ozio dura poco perché un vecchio amico di gioventù gli chiederà di recuperare qualche informazione sulla misteriosa scomparsa di un giovane.

Da li prende corpo tutto il romanzo che vedrà l’evolversi delle indagini, condotte dal maggiore Bonaldo, affiancato da Rebaudengo e la successiva entrata in scena di Ardelia Spinola che, grazie al suo intuito, contribuirà fattivamente alla soluzione del caso. Devo confessare che finora ho colpevolmente trascurato i noir di Cristina Rava. Solo dopo l’ennesimo volume pubblicato mi sono deciso a leggerli.

Vedrò a mano a mano di recuperarli tutti perché questa appena terminata è stata proprio una piacevolissima lettura. Romanzo scritto molto bene, scorrevole, coinvolgente, anche ironico il giusto e con quella vena di piemontesità che ammanta tutto il libro, nel quale si parla anche di squisite pietanze e pregiati vini nonché di villaggi e paesaggi dislocati nel comprensorio delle langhe. Mollere, Sale San Giovanni, Mombasiglio sono solo alcuni dei paesi citati, che fanno da teatro ai fatti narrati nel libro. Molto suggestiva anche la descrizione dei paesaggi “fotografati” nel periodo di inizio autunno, quando il freddo non è ancora pungente e le valli si riempiono di  colori, ma anche di nebbiolina che insinua nell’animo un po’ di malinconia.

Nel romanzo viene raccontato anche come evolve il rapporto tra Rebaudengo e Spinola, ormai tra i due sembra esserci solo grande affetto e amicizia. La loro collaborazione però dà sempre ottimi frutti e anche questo caso lo testimonia.

In definitiva, un noir con una trama coinvolgente che mantiene un ritmo vivace per l’intero romanzo e che ha il suo punto di forza nella descrizione del territorio e dei personaggi, soprattutto di quelli che si sono macchiati di qualche crimine, nel raccontare le loro angosce, nel saper descrivere la loro anima ferita.

Un libro che è corso via rapido, perché letto con l’interesse e la partecipazione che desta la penna di Cristina Rava. Purtroppo, essendo diventato fan di questa autrice, mi sono reso conto che devo recuperare molte informazioni riguardanti la coppia Rebaudengo/Spinola, dovrò quindi, con grande piacere, leggere le precedenti indagini.

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