La storia si apre e ci trascina come le pagine di un diario. Una narrazione che tratta tematiche molto delicate e alquanto dolorose soprattutto perché vengono raccontate attraverso la visione di un bambino innocente. Rudy è il personaggio principale che subisce delle violenze fisiche e psicologiche da parte del nonno materno. Già dal suo concepimento è un bambino indesiderato dal padre che per l’appunto non lo riconoscerà mai. Egli vivrà con la madre ancora minorenne e con la famiglia ad essa connessa. Il
nonno se così potremmo definirlo rappresenta “l’orco”; l’antagonista, il suo carnefice. Rudy viene continuamente sottomesso e plagiato nonostante sia un bambino che come tutti necessita d’amore e soprattutto di una figura genitoriale paterna presente. Dal punto di vista psicologico andando ad analizzare la figura del capofamiglia nonché nonno, andiamo a notare che il soggetto presenta una grave forma di dipendenza dall’alcol: sostanza che lo rende iracondo, pervertito e violento nei confronti del piccolo che si lega amorevolmente al suo adorato orsacchiotto di nome Charlie; al quale confida tutto e con il quale si rifugia nel suo mondo contornato dalla musica e in un certo periodo da un gruppetto di amici che lo distrae dalle violenze subite.
Il tempo passa e Rudy cresce sviluppando in un certo senso una sorta di aggressione, violenza repressa nei confronti di alcuni animali indifesi che lo circondano. Rudy riesce in a liberarsi dalla ferocia solo con la morte dell’orco a causa di un tumore ai polmoni. Ma Rudy è ormai un bambino segnato… trafitto da un dolore che non si è mai meritato e soprattutto mai cercato. L’ autore si rivolge a tutti i lettori scrivendo con il cuore in mano e indirizzando questa vicenda a tutti quei poveri bambini abusati e maltrattati. Nelle ultime pagine troviamo anche esposizioni alquanto interessanti riguardo i comportamenti devianti generati da questo genere di maltrattamenti; atteggiamenti che devono essere presi seriamente in considerazione e corretti in tempo tramite l’aiuto di terapisti comportamentali e di pratiche mirate direttamente al soggetto interessato. Ringrazio l’autore per avermi reso partecipe e confidente di questa triste realtà che purtroppo affligge ogni giorno migliaia di vittime innocenti. L’ unica cosa da fare è quella di confidarsi con una persona fidata di non aver paura e denunciare il tutto. Ma soprattutto di affidarsi il più presto possibile a un valido psicologo o psicoterapeuta attraverso terapie di gruppo e tutto ciò annesso nei vari trattamenti.