Charlie
In Charlie l’autore adulto interloquisce con il suo alter ego bambino attraverso lettere, osservazioni e riflessioni psicologiche sulla figura paterna. Il racconto e la narrazione dell’infanzia e della fanciullezza del protagonista. Vengono raccontati una serie di episodi di grande impatto emotivo tra cui le violenze fisiche e psicologiche subite. Il nonno, interprete di queste violenze, e la figura che sovrasta tutti gli altri personaggi, madre nonna e fratelli, e che domina la scena. Un orco che sottomette fin dall’inizio il piccolo protagonista e tutti quelli che ruotano attorno alla casa degli orrori. Il bambino deve attuare tutta una serie di strategie per sfuggire alla ferocia dell’aggressore.
Storia di un bambino in fuga dall’infanzia

La storia si apre e ci trascina come le pagine di un diario. Una narrazione che tratta tematiche molto delicate e alquanto dolorose soprattutto perché vengono raccontate attraverso la visione di un bambino innocente. Rudy è il personaggio principale che subisce delle violenze fisiche e psicologiche da parte del nonno materno. Già dal suo concepimento è un bambino indesiderato dal padre che per l’appunto non lo riconoscerà mai. Egli vivrà con la madre ancora minorenne e con la famiglia ad essa connessa. Il

 

nonno se così potremmo definirlo rappresenta “l’orco”; l’antagonista, il suo carnefice. Rudy viene continuamente sottomesso e plagiato nonostante sia un bambino che come tutti necessita d’amore e soprattutto di una figura genitoriale paterna presente. Dal punto di vista psicologico andando ad analizzare la figura del capofamiglia nonché nonno, andiamo a notare che il soggetto presenta una grave forma di dipendenza dall’alcol: sostanza che lo rende iracondo, pervertito e violento nei confronti del piccolo che si lega amorevolmente al suo adorato orsacchiotto di nome Charlie; al quale confida tutto e con il quale si rifugia nel suo mondo contornato dalla musica e in un certo periodo da un gruppetto di amici che lo distrae dalle violenze subite.

Il tempo passa e Rudy cresce sviluppando in un certo senso una sorta di aggressione, violenza repressa nei confronti di alcuni animali indifesi che lo circondano. Rudy riesce in a liberarsi dalla ferocia solo con la morte dell’orco a causa di un tumore ai polmoni. Ma Rudy è ormai un bambino segnato… trafitto da un dolore che non si è mai meritato e soprattutto mai cercato.  L’ autore si rivolge a tutti i lettori scrivendo con il cuore in mano e indirizzando questa vicenda a tutti quei poveri bambini abusati e maltrattati. Nelle ultime pagine troviamo anche esposizioni alquanto interessanti riguardo i comportamenti devianti generati da questo genere di maltrattamenti; atteggiamenti che devono essere presi seriamente in considerazione e corretti in tempo tramite l’aiuto di terapisti comportamentali e di pratiche mirate direttamente al soggetto interessato. Ringrazio l’autore per avermi reso partecipe e confidente di questa triste realtà che purtroppo affligge ogni giorno migliaia di vittime innocenti. L’ unica cosa da fare è quella di confidarsi con una persona fidata di non aver paura e denunciare il tutto. Ma soprattutto di affidarsi il più presto possibile a un valido psicologo o psicoterapeuta attraverso terapie di gruppo e tutto ciò annesso nei vari trattamenti.

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