Recensione a cura di Massimo Ghigi
Nell’introduzione al libro l’autore ci rende partecipi del fatto che una prima versione del romanzo ‘Bloodyline’ è stato inizialmente pubblicato, in tiratura limitata, come omaggio di una multinazionale farmaceutica per tutti gli ematologi italiani; Nerozzi ha poi valutato che l’idea di base del libro fosse molto buona e che fosse un peccato non farne una pubblicazione per le librerie in modo tale che chiunque potesse leggerlo, beh… e per fortuna dico io!
Questo è uno di quei libri dove, due righe di sinossi che ne descrivono la trama, fanno capire immediatamente che l’idea è una bomba, qualcosa che apre orizzonti a mille possibili sbocchi narrativi… ovviamente uno più agghiacciante dell’altro.
La parte iniziale del romanzo è fatta di pura angoscia; l’angoscia di una madre e di un padre che hanno un piccolo ometto di 10 anni segnato da una terribile condanna che ha il nome di emofilia. Alessio ha voglia di giocare, di fiondarsi con la sua nuova bicicletta alla velocità della luce ma sa che deve stare attento, un piccolo passo falso è sufficiente per scatenare ‘Il Mostro di Sangue’! Un piccolo graffio vuol dire per Alessio una pioggia di sangue che esce dal suo corpo senza soluzione di continuità.
Nerozzi descrive benissimo il clima di insicurezza, di inadeguatezza in cui cresce Alessio; a questo si aggiunge la tristezza profonda per una situazione familiare sull’orlo del collasso, con mamma e papà sempre più distanti l’uno dall’altra.
Poi avviene il fatto scatenante, una tragedia che mette il carico da undici su una situazione già deficitaria. Alessio ora deve fare i conti anche con il lutto, con il senso di perdita.
C’è chi sostiene che ognuno di noi si ritrova nella propria vita a dover fronteggiare esattamente le avversità che è in grado di sostenere; beh Alessio deve essere un ragazzino con le spalle belle larghe perché una nuova terribile prova lo attende, uno spietato assassino comincia a mietere vittime tra giovani donne dissanguandole goccia a goccia e Alessio vede tutto questo proprio attraverso gli occhi dell’omicida!
Lo stile di scrittura dell’autore è molto diretto e immediato soprattutto nei dialoghi e nella descrizione dei pensieri dei personaggi, qui Nerozzi sposa la soluzione dell’aderenza il più possibile alla realtà salvo poi, soprattutto nei frangenti legati ai fatti di sangue, catapultare il lettore in un mondo da sogno che dà effettivamente l’idea del perché Carlo Lucarelli lo abbia ribattezzato ‘il poeta del brivido’. Mentre leggevo certi passaggi mi sentivo come il bambino protagonista di un video musicale che cade dal proprio letto e continua a cadere nel vuoto per poi ritrovarsi nel nulla…
Questo è un libro per chi, come me, non disdegna letture anche ricche di ‘immagini forti’; le crisi di dissanguamento cui è sottoposto il povero Alessio e le contemporanee sequenze degli omicidi perpetrati dal serial killer chiamato ‘Il Contagocce’, sono decisamente per cuori forti.
L’autore lungo il corso della lettura ci porta dove vuole, in un gioco di ombre, fino alla scoperta finale dell’assassino in uno splendido omaggio a Stephen King e al suo ‘Shining’, tra hotel disabitati, labirinti e tanta follia!
La collana ‘Medical Noir’ curata da Danilo Arona ed Edoardo Rosati per la Ink Edizioni si impreziosisce di un nuovo capitolo scritto, ovviamente, con il sangue! Consiglio veramente agli amanti dei romanzi a tinte forti di seguire questa interessante collana e soprattutto di seguire Gianfranco Nerozzi, ovunque egli deciderà di condurci… io ci sarò e voi?!
Alla prossima!