Avventurarsi nella storia partendo da due periodi diversi del Novecento, è il bel lavoro narrativo svolto da Marilù Oliva.
Benchè il lettore sia stato avvertito che trattasi di un romanzo di fantasia, le vicende emotive e sociali di Bianca, sono le stesse vissute da chi è stato adolescente negli anni 80.
I riferimenti storici sono precisi e puntuali e la ricerca storica relativa alla vita nei campi di concentramento narrata da Lili, dimostra quanto l’autrice sia stata rispettosa e generosa verso il lettore.
Molte atrocità non vengono inserite nei libri di storia o nei saggi è merito della letteratura e di chi come autore o autrice se ne rende portavoce, e creare romanzi che raccontino quelle storie, perchè non se ne perda la memoria o addirittura se ne venga a conoscenza, è il caso dei bordelli voluti da Himmler per “aumentare la produttività” dei deportati nei campi di concentramento, ovvero l’ulteriore abominio operato dalla perversione nazista. Un romanzo di formazione, a tratti duro, a tratti di estrema dolcezza che rendono fluente la lettura. Un romanzo presentato meritatamente al Premio Strega.