Apettando domani
Emma ha trent’anni e vive a New York. Ogni giorno con passo svelto e leggero si destreggia tra i tavoli di uno dei più prestigiosi ristoranti della città, dove lavora come sommelier consigliando e servendo vini a selezionatissimi clienti. In amore ha dato tanto, forse troppo, a persone che non lo meritavano ma non per questo ha smesso di cercare l’uomo della sua vita. Matthew invece abita a Boston e insegna filosofia all’Università di Harvard. Ha perduto sua moglie in un terribile incidente e da allora ha cresciuto da solo la figlia di quattro anni. Nella sua vita ha imparato a non dare niente per scontato, soprattutto la felicità. I due si conoscono, per caso, grazie a internet, e iniziano a scriversi via mail, finché un giorno decidono di incontrarsi. Si danno appuntamento in un piccolo ristorante italiano a Manhattan. Lo stesso giorno alla stessa ora, ognuno dei due varca la porta di quel ristorante. Avvolti dall’atmosfera intima e accogliente del locale, vengono accompagnati allo stesso tavolo ma… non si incroceranno mai. Com’è possibile? Uno scherzo del destino? Vittime di un intrigo ai confini della realtà, Matthew e Emma ben presto si renderanno conto che non si tratta soltanto di un semplice appuntamento mancato…
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Recensione a cura di Stefania Ghelfi Tani

Questo autore non si smentisce mai; sa scrivere, sa incuriosire, sa affascinare e tenere il lettore incollato alle pagine. La sua grande abilità sta nell’essere una penna estremamente scorrevole, tale da poter coinvolgere un vastissimo pubblico.

Ci sono due Musso: il primo con i suoi romanzi fantastici/fantascientifici rosa, dove il tempo gioca un ruolo fondamentale, e un secondo Musso che ci offre thriller perfettamente confezionati.

Questo romanzo si pone al confine tra i due, è un trait d’union che combina sapientemente i due generi.

In Aspettando domani una complicata amalgama di distorsione temporale, spie russe e gruppi sanguigni rari generano un intreccio fluido e senza sbavature. La trama ha uno sviluppo circolare, l’incipit è ripreso nel finale e molto interessanti – fanno riflettere – sono le citazioni all’inizio di ogni capitolo.

Emma, Matthew, Katie e un computer sono gli attori che l’autore dirige su un palcoscenico dove ogni cosa non è come sembra, in una partita a scacchi tra spazio e tempo.

Molti i complessi ingredienti che si intersecano senza difficoltà. Ben definito anche il risvolto psicologico dei personaggi.

Vi pongo tre domande: come cambierebbe il modo di percepire presente, passato e futuro se veniste a conoscenza che molto della vostra esistenza pone le fondamenta su una menzogna, una pantomima?

Quando la norma della vostra vita è navigare in una burrasca e lo fate bene, siete in grado di accettare, di fare vostro un percorso verso la felicità? O ne avete troppa paura perché è un elemento che non conoscete e temete di non saperlo gestire e di non meritarlo?

Cosa siete disposti a fare per amore? C’è e qual è il limite oltre il quale non ci si può spingere?

Come avrete intuito ogni personaggio porta con sé un vissuto complesso e Guillaume Musso è molto bravo nell’invitare – sottovoce – il lettore a leggere nella psiche dei protagonisti ma anche dentro se stesso.

Una storia che in parte si rifà al tema dello sliding doors e che mi ha ricordato, per alcuni aspetti, il film “La casa sul lago del tempo” di Alejandro Agresti con Sandra Bullock e Keanu Reeves. Magari dopo aver letto il romanzo – se vi è piaciuto – guardatevi la pellicola.

Unica lieve differenza rispetto alle altre sue opere è il finale prevedibile… ma possiamo perdonarglielo.

Consigliato!

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