All’ombra della Jacaranda
Migranti. A rievocare la sofferta fuga dalla miseria e dallo sfacelo dell’immediato dopoguerra da una città della Versilia verso l’Argentina, inseguendo un sogno di riscatto, sono Teresa e Alfredo. Arrivati poveri, ignari di lingua e consuetudini, spaesati, eppure coraggiosamente risoluti a crearsi un posto all’interno della nuova comunità in quella che al bar della cittadina di origine veniva decantata come la Terra Promessa, rivelatasi subito nei suoi aspetti più crudi. Voci narranti che illuminano ognuno col suo punto di vista, ognuno con la propria sensibilità e capacità di resilienza, vicende private che si intrecciano drammaticamente con un contesto sociale violento. Sullo sfondo di conflitti politici, colpi di stato e del più grande genocidio che la storia argentina ricordi, affiorano e si delineano le storie private dei narratori, storie di povertà e sofferta emancipazione sociale, di affetti profondi, di passioni, di rinunce e disgrazie. E intorno altre storie, altri personaggi, Moira la pasionaria, amore proibito di Alfredo, uomini di Stato, preti rivoluzionari, i desaparesido, le abuela di Plaza de Mayo. Personaggi reali e personaggi creati dalla fantasia delle Autrici, ciascuno col proprio portato di violenza o di sogni e disperazione, sembrano camminare insieme in una ricostruzione storica attenta e scrupolosa a creare un affresco dalle forti tinte e permeato di dolorosa comprensione.
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Questo libro (regalatomi) attira per la cover stuzzicante e insolita. 

La protagonista, Teresa, non si piace, ma Buenos Aires le regala una dose di forte energia. I grandi petali della Jacaranda ricoprono il selciato. Evìta Peron muore e i petali circondano l’intera teca di vetro in cui è riposta.

Alfredo, un altro protagonista, sa destreggiarsi con i clienti del negozio. Una storia con molti personaggi che cercano il loro posto in una nuova terra. Migranti che dalla Versilia espatriano con le loro pulsioni, passioni, difficoltà senza dimenticare di tornare.

Chi può sapere se vivere non sia morire e il morire non sia vivere”. Una trama ricca di incursioni storiche e elaborata per mezzo di numerosi salti temporali.

Un libro per non dimenticare, consigliato a chi ama le saghe familiari.

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