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Speciale Giallo Grosseto

Nel primo fine settimana di giugno la città Grosseto si è tinta di giallo ospitando la prima edizione di un festival dedicato alla letteratura gialla, noir e thriller. L’idea nasce dalla mente di Carlo Legaluppi scrittore, divulgatore e persona di grande pregio che grazie alla collaborazione della Pro Loco di Grosseto, La Farfalla O.D. V. e Fondazione Villa Elena Maria ha organizzato un evento di altissimo livello. Il festival dedicato agli scrittori Fruttero e Lucentini, ha avuto un’ospite d’eccezione, Carlotta Fruttero che accompagnata sul palco da Marco Mavaldi ha reso omaggio a due pilastri della letteratura di genere.

Il programma è stato ricchissimo di ospiti con incontri divisi nell’arco delle tre giornate. Ad aprire le danze la mattina del 6 giugno la scrittrice Paola Zannoner che ha presentato agli studenti della scuola secondaria di primo grado Dante Alighieri, il suo romanzo La sfida, una storia sul tema del bullismo. Il pomeriggio ha visto avvicendarsi sul palco grandi nomi come Marco Mavaldi e Samanta Bruzzone con il loro ultimo romanzo La regina dei sentieri (Sellerio), Roberto Carboni con Il mistero di Villa Lamento (Newton Compton) e infine François Morlupi con la nuova avventura dei Cinque di Monteverde, Segnale assente (Salani).  La serata è proseguita con un bel dibattito su libri, cinema e fumetti grazie ad Andrea Carlo Cappi e Marco e Antonio Manetti (Manetti Bros).

Ma non è finita qui, il sabato mattina sempre nella sede della pro loco si è tenuto un laboratorio di scrittura condotto da Roberto Carboni per passare poi a un altro intenso e variegato pomeriggio dedicato alla lettura. Abbiamo iniziato con Piera Carlomagno e il suo Ovunque andrò, egregiamente moderata da Carlo Legaluppi, seguita dalla spigliatezza di Salvo Toscano che ci ha raccontato del nuovo lavoro pubblicato da Giallo Mondadori La prossima vittima. Due scrittrici a chiudere il pomeriggio: Valeria Corciolani con Delitto in bianco (Rizzoli) e la nostra cara amica Letizia Vicidomini che accompagnata da un moderatore d’eccellenza, Luca Ceccarelli di Punto zip- la cultura in un piccolo spazio, ha presentato Non si uccide il passato (Mursia). Serata all’insegna del cinema con una bella intervista a Mario Pirrello attore di cinema, teatro e fiction noto anche per il suo ruolo nella serie tv Il commissario Ricciardi (nel panni del vicequestore Garzo) con la musica del pianista Emilio Spera.

Domenica 8 giugno giornata conclusiva ma non meno densa di appuntamenti. Un cambio di location, Villa Elena Maria e si parte con una tavola rotonda sul tema Giallo e società nei romanzi di Scerbanenco, Fruttero e Lucentini e Camilleri, con rappresentanti di altri importanti festival letterari (Fabio Mundadori, Giuseppe Previti, Andrea Giannasi e Carlo Zaza). Tante le presentazioni che hanno allietato il pubblico fino a sera: Marco de Franchi con Il maestro dei sogni (Longanesi), Stefano Mazzesi con Come asfalto sui prati (Clown bianco Edizioni), Fabio Mundadori con Le lacrime di dio (Sette chiavi), Anna Vera Viva con Malammore. Una chimera tra i vicoli di Napoli (Garzanti), Ben Pastor con La fossa dei lupi (Mondadori) e a chiudere il pomeriggio Paolo Roversi con L’enigma Kaminski (Mondadori). Dopo la cena a buffet, grande chiusura con la proiezione del film La donna della domenica tratta dall’omonimo libro di Fruttero e Lucentini.

La prima edizione di Giallo Grosseto si è conclusa con grande successo e soddisfazione degli organizzatori e del pubblico. Dagli ospiti alla cura dei dettagli l’evento che ha visto GialloeCucina come sponsor e parte attiva (io stessa ho dialogato con Francosi Morlupi) ci ha regalato tre giornate di cultura, letteratura, cinema e musica, incontri con gli autori, firmacopie e un’atmosfera estremamente gioviale. Un ringraziamento speciale a Carlo Legaluppi perfetto padrone di casa che ha saputo dar vita a un evento straordinario. Grazie alla pro loco di Grosseto, La Farfalla O.D. V. e alla Fondazione Villa Elena Maria per l’accoglienza, l’ospitalità e per il grande lavoro svolto. Una prima edizione alla quale, siamo certi, ne seguiranno tante altre.

Abbiamo avuto il piacere di fare un paio di domande ad alcuni degli ospiti che hanno presentato i propri romanzi nonché all’organizzatore, Carlo Legaluppi.

MF Carlo ci racconti la storia di questo festival? Come nasce e come si sviluppa?

CL Giallo Grosseto nasce da un sogno, il sogno di una persona che ormai da anni scrive gialli, thriller, noir che organizza rassegne gialle, presenta scrittori, ma che voleva portare a Grosseto questo mondo in una manifestazione che racchiudesse in sé una serie di autori e di autrici di grande livello e, che coniugasse presenze esterne (ospiti da varie parti d’Italia) con le professionalità e le esperienze del territorio (relatori, lettori, professionisti, pittori). Realizzarlo da solo era difficile, bisognava trovare dei compagni di viaggio e non è facile, serve fiducia reciproca e voglia di collaborare. È stato naturale avvicinarmi alla Farfalla e Villa Elena perché già esisteva una collaborazione, alla Farfalla devolvo i diritti dei miei libri. Con la Pro Loco avevo già fatto delle cose ma mai così grandi: la Pro Loco di Grosseto è l’entità che organizza gli eventi più importanti a livello culturale, musicale, di cinema, teatro e letteratura. Andrea Bramerini e sua moglie Morena Bigiarini hanno subito accolto questa idea in maniera favorevole e mi hanno dato la possibilità di esprimermi su tutto senza mai nessuna obiezione sul progetto, sugli ospiti, anzi ho ricevuto solo stimoli ad alzare l’asticella, con tutta l eventuali difficoltà nel trovare sponsor che ci hanno permesso poi di organizzare la manifestazione e portare finanziamenti alla Farfalla. In questo percorso ho scelto partner che avrebbero fatto fare un salto di qualità ulteriore al festival, ho pensato a GialloeCucina visto la stima a monte, una collaborazione che ha permesso di arricchire il programma con alcuni ospiti sono stati consigliati da voi (Pirrello e Anna Vera Viva). Punto zip che non poteva non esserci, la libreria Mondadori centro storico di Grosseto. Il progetto grafico fatto da Anastasia Marano con la quale già ho collaborato più volte, un gruppo di persone che messe insieme hanno dato vita a un grande evento, la scommessa è vinta e comunque vada è stato un successo.

Salvo Toscano

MF Salvo tu hai già all’attivo una serie con una coppia di investigatori.  Torni in libreria con un nuovo duetto: un ex poliziotto e un ex prete. Raccontaci, come nasce questa  coppia nuova?

ST Nasce prima la storia e poi i personaggi che si sono incastonati in questa trama più scura, più cupa e nebbiosa rispetto a quelle dei fratelli Corsaro. Una storia che non si prestava all’ambientazione siciliana e ai miei personaggi già collaudati, perciò sono nati Albino e Santo, un cremonese ex prete che fa il commissario a Milano e un palermitano ex poliziotto che fa l’impiegato in questura a Piacenza;  la vita di entrambi è cambiata in seguito a un evento doloroso, quindi vivono con sofferenza, sono due persone completamente diverse che tuttavia si trovano a collaborare e tra di loro nascerà un legame quasi insospettabile.  Questa storia me la immaginavo con ambientazioni brumose, e Milano è stata una scelta naturale perché io la amo moltissimo, la conosco molto bene, è una città molto accogliente. Piacenza invece l’ho scelta per la vicinanza con Milano, è una piccola realtà di provincia e di confine, un posto particolare e molto piacevole.

MF Giallo Grosseto è alla prima edizione, cosa ci racconti di questo festival?

ST Una prima edizione molto felice, c’è una bella atmosfera e si sente il grande lavoro di squadra e l’affiatamento, ci sentiamo a casa. Il programma è di tutto rispetto, tanti autori di livello per tre giornate piene. Auguro una lunga vita a Giallo Grosseto!

Piera Carlomagno

MF Ovunque andrò è un libro molto ambizioso perché hai sapientemente intrecciato saga familiare e trama gialla. Come nasce il tuo romanzo?

La storia nasce dalla saga familiare, ho iniziato a scrivere la storia della famiglia di Tania C.  e ci ho lavorato in periodi diversi tra un giallo e l’altro. Io dico sempre che voglio uscire dal giallo e sperimentare anche altro ma puntualmente, alle prime pagine mi muore qualcuno di morte violenta. È nata così questa cornice che può anche sembrare un pretesto letterario per raccontare la storia familiare ma in realtà la parte gialla è molto importante nella narrazione perché è legata alla contemporaneità, alla globalizzazione, alla Cina e le due parti finiscono per bilanciarsi. Nel lavorare sulla struttura si sono intrecciate in modo particolare.

MF Hai raccontato una Basilicata ancestrale per poi arrivare a una città moderna come Pechino: come si legano due realtà così differenti tra di loro?

Quando ho iniziato a raccontare la Basilicata dei primi del ‘900 non pensavo che sarei arrivata alla Cina dei giorni nostri. Sono luoghi diversi ma sono tutti importanti nella mia vita e mi sono accorta mentre scrivevo che stavo cercando di raccontare tutti luoghi che avessero importanza per me. La città dove sono nata che è Salerno, quella in cui sono cresciuta che è Napoli e la città in cui ho fatto una delle esperienze più straordinarie della mia vita, Pechino. Al di là delle definizioni che sono state date a questo romanzo io lo considero un memoir, e pur essendo essendo una storia inventata io l’ho arricchita con le mie memorie e ricordi miei e della mia famiglia.

MF Tornerà Viola Guarino?

PC Per me scrivere risponde anche a ciò che sto vivendo in quel determinato momento e non vorrei rimanere legata a una serie gialla, ma è un bel personaggio e vorrei tornarci un giorno. Ho progetti nuovi ma al momento top secret, posso dire solo che è un noir puro.

Letizia Vicidomini

MF Letizia Non si uccide il passato è un romanzo assai complesso: hai fatto condurre ad Andrea due indagini parallele in un momento di grande fragilità sua sia emotiva che fisica. Lo hai voluto mettere alla prova? Hai voluto farci vedere dei lati che ancora non avevi svelato del tuo ex commissario?

LV L’idea era di far rivivere ad Andrea un pezzo di vita, quello del nonno omonimo vissuto nel secondo dopoguerra, da lì si sono dipanate le altre circostanze, incluso l’intervento alla retina che ho attribuito a lui avendolo vissuto io, che doveva essere raccontato assolutamente. Andrea non è il mio alter ego ma ho con lui un rapporto di scambio e simbiosi, mette in scena cose che mi toccano da vicino e per questo l’ho convolto nella storia di Virginia, perché è un uomo che in questo periodo di grandi dolori legati ai femminicidi e alla violenza domestica, ha una sensibilità tale da portarlo a intuire da una semplice frase colta per caso, la tristezza nella sua voce; tutto questo ha composto il puzzle di Non si uccide il passato.

Scriverò ancora di Andrea? Ho in mente già qualche idea ma non so quando tornerà perché lui è un personaggio che mi chiede di parlare, non devo forzarlo. nl Lei era nessuno non avrebbe dovuto esserci ma poi ha chiesto di essere coinvolto e l’ho fatto.

MF Hai appena presentato a Napoli l’antologia Nero con il buio pubblicata dalla Homo Scrivens che ti vede protagonista con due colleghi d’eccellenza: Diego Lama e Franco Nero. Cosa ci racconti di questo progetto?

LV Una grandissima soddisfazione essere messa in terzina con questi due autori. Io ho un legame molto stretto con Aldo Putignano di Homo Scrivens che considero il mio editorie, perché ha sempre creduto in me e segue con interesse il mio percorso. Mi ha chiesto di scrivere un racconto molto duro, molto nero ed è bello quando ti chiedono di cimentarti con qualcosa che esula dal tuo modo di raccontare: ecco che mi sono inventata una storia nell’ambito del teatro, luogo che mi appartiene. Ho pensato fosse bello un esercizio di “meta teatro” cioè raccontare un fatto che accade nel teatro dove tutto è finto ma non falso, dove anzi viene fuori la verità delle persone. Nella storia c’è una coppia che vive il teatro insieme e recita con una compagnia che si chiama I Teatranti. Quando i due si trovano a dover interpretare la commedia di un famoso regista francese, chiamata Coniugi, viene chiesto loro di portare in scena anche dettagli personali. Non sarà una saggia decisione perché tirare fuori certi segreti potrebbe essere un po’ pericoloso e riservare belle sorprese…

 

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