Oggi Presentiamo...

Oggi parliamo con… Valerio Varesi

A cura di Adriana Rezzonico

Incontriamo oggi, con grande piacere, Valerio Varesi, un autore che non ha bisogno di presentazioni.

Buongiorno, grazie per la cortese disponibilità, e benvenuto nel nostro salotto virtuale. Sei considerato uno scrittore noir sociale. Quali sono gli argomenti che preferisci trattare e perché?

Di solito mi attirano le storie che possiedono una forte carica emblematica. Vale a dire che nel loro svolgimento inscenano e mostrano una caratteristica del mondo di oggi. Molto spesso questa caratteristica non è esplicita. Sta allo scrittore, prendendo spunto da quella vicenda, estrarre un senso dall’accadimento stesso. Farlo diventare un simbolo del nostro vivere attraverso una trama e dei personaggi vivi evitando di cadere nella didascalia.

 

Come è nato il Commissario Soneri?

Volevo un personaggio che la pensasse come me pur essendo diverso da me. Tempo fa scrissi una storia che trattava della scomparsa di una famiglia intera a bordo di un camper. Avevo bisogno di uno che indagasse e allora ho deciso che poteva essere un commissario di polizia. In quel tempo ne conobbi uno in carne e ossa che lavorava alla Mobile di Parma. Pensai che il mio Soneri poteva avere le sue sembianze fisiche e caratteriali. Non sapevo allora se sarebbe diventato seriale. Raffaele Crovi mi incoraggiò a continuare e così è nata una serie.

Quali sono i tuoi punti di riferimento letterari e cosa stai leggendo in questo periodo?

 I miei punti di riferimento in Italia sono Giorgio Scerbanenco che ha raccontato la Milano travolta dal denaro negli anni del boom economico, Leonardo Sciascia perché ha raccontato la mafia agli italiani che non conoscevano questo fenomeno. La codifica del termine ‘Mafia’ è degli anni Ottanta. Ma soprattutto ha spiegato che quell’organizzazione non era soltanto fatta di fucili a canne mozze, bensì di infiltrazioni nel mondo imprenditoriale e politico. Questo è stato il grande valore aggiunto della sua narrativa. Purtroppo, da allora, quella che lui chiamava ‘La linea della palma’ si è estesa fino al nord e all’Europa. Poi Carlo Emilio Gadda e al suo ‘Pasticciaccio’. Per ciò che riguarda gli stranieri direi Izzo, Simenon, Malet, Manchette, Ellroy, Chandler, Hammet… Potrei continuare. Attualmente sto leggendo ‘Corruzione’ di Don Wislov’

 

Un consiglio a chi ha il proprio romanzo nel cassetto?

Curare tanto le prime pagine, sono quelle che gli editor leggono per prime e se non prendono si viene scartati. Poi procurarsi un buon agente che accorci le distanze con gli editori altrimenti si aspetta per anni. Infine leggere sempre molto, non accontentarsi mai dei risultati formali ottenuti.

 

Come nostra consuetudine, prima di salutarci, ci doni una ricetta tra le tue preferite?

La mia ricetta riguarda i tortelli di patate. Si fa la sfoglia e si prepara una striscia larga dieci centimetri. Parallelamente si fanno cuocere le patate poi si si passano nello schiaccia-patate e si impasta il tutto con un paio di uova e farina fino a ottenere un impasto abbastanza denso. Da esso si formano porzioni che vengono depositate sulla sfoglia (un cucchiaio da cucina è la misura) a distanza di 5-6 centimetri. Si avvolge la sfoglia attorno e si fa aderire al ripieno formando anche delle ali attorno. Poi si taglia con la rondella ricavando il tortello di pasta cruda con ripieno. Si fa cuocere in pochi minuti e si condisce con burro e parmigiano come se nevicasse.

Ringraziamo Valerio Varesi e v’intiamo a leggere “Il commissario Soneri e la legge del Corano”

 

 

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