Prima di farti delle domande sul nuovo romanzo, cosa ti ha lasciato L’avvoltoio(a parte i premi di tutto prestigioGarfagnana e Festival di Spoleto) dove si è trattata una vicenda cosi scottante come il traffico di organi, non credi che nel nostro paese sia poco approfondita la tematica, soprattutto in tv?Ho scelto questi argomenti perché sono temi, purtroppo, di stringente attualità, in qualche modo trattati, fino ad ora, solo come denuncia o solo per interesse di parte. La mia è una riflessione più ampia su una società dolente, una società che ha perso la voglia di sperare e di amare, una società che fa della paura il male principale, che toglie ogni respiro, toglie il futuro a ognuno di noi. Una paura che ci rende morti a metà. In particolare il traffico clandestino di organi è un argomento tabù, di cui nessuno parla, e invece rappresenta una piaga vergognosa anche nel nostro paese, nella nostra società. Un carosello dell’orrore dove le vittime sacrificali sono i diseredati, perché lo straniero diventa il nemico da combattere. I poveri hanno avuto sempre il triste ruolo di Caprio espiatorio
Hai creato un personaggio come il commissario Lombardo, in questo quarto romanzo si trova a dover lottare tra la vita e la morte, ma la sua forza e la determinazione prevale su tutto, ostinato a cercare fino in fondo la verità, mai arrendevole dove trova questa energia? Non pensi che il personaggio di Lombardo dovrebbe essere un esempio per tutti noi e vuole mandare dei messaggi chiari al lettore?All’inizio il commissario Cosimo Lombardo doveva essere funzionale alle mie storie, ai drammi sociali che racconto con la tecnica narrativa del “noir”. Poi, pian piano, è diventato protagonista perché, la storia prendi pieghe impreviste. Chi scrive attinge da mondi lontani, arcaici e così avviene una straordinaria scoperta: i personaggi e le vicende prenderanno strade diverse e misteriose. Con il commissario Lombardo ho in comune la sete di verità che va conquistata a qualsiasi costo. Sento vicino Cosimoanche per la sua innata predisposizione verso le fasce sociale più deboli e indifese. Non ultimo anche le sue tumultuose vicende umane hanno diverse analogie con le mie esperienze di vita
Nel romanzo Notte nera emergono dei forti concetti : il tema della malattia che deve essere visto come una forma di solidarietà e il tema del fine vita, malati a cui gli viene negata la dignità soprattutto quando ci sono medici che soffrono di manie di protagonismo e delirio di onnipotenza che segnano con troppa facilità il destino di persone, nel caso del romanzo c’è qualcosa di veramente torbido ce ne vuoi parlare in maniera più specifica?Il romanzo s’innesta nella tradizione del medical thriller. Le tematiche sono influenzate dalle letture di grandi scrittori del genere “medical”: uno fra tutti Robin Cook. In “Notte nera” i temi trattati hanno una grande tensione emotiva e quasi tutti afferiscono al mondo della salute pubblica:
- il concetto di “malattia” che non deve essere considerata una colpa da espiare ma, al contrario, deve indurre gli uomini a creare una rete di solidarietà;
- il tema del “fine vita” come scelta di dignità, quando una persona diventa solo un individuo, solo un involucro, privato di coscienza e di memoria. La scienza non deve sentirsi sconfitta di fronte alla naturale parabola dell’esistenza. La medicina deve evitare qualsiasi accanimento terapeutico
- la meraviglia della “normalità”, la gioia di vivere contro ogni male possibile, perché l’assenza del dolore è già una meravigliosa scoperta di quanto possa essere bella la vita
- il senso di “onnipotenza” per alcuni medici che hanno potere di vita sui loro pazienti. Un delirio che pone alcuni individui nella posizione di poter tagliare i fili di altre esistenze, di sentirsi al posto di Dio.
Come si dice vicino a un grande uomo c’è sempre una grande donna, quanto è fondamentale e decisivo il ruolo della moglie Carla?L’ambizione di un autore è di indurre il lettore ad “amare” e apprezzare anche quei personaggi che sembrare secondari. Le vere protagoniste del mio nuovo libro saranno, come anticipato, le donne e quella loro forza di combattere contro tutto, con dignità, coraggio e amore, sempre. Non lo definirei un libro “al femminile”, ma semplicemente un modo di “osservare” la storia da un altro punto di vista, quello sensibile e intuitivo delle donne. Carla, la compagna di Cosimo, sarà il baluardo della rinascita del commissario, sarà la sua forza nei momenti difficili, il suo scudo protettivo nei primi capitoli del romanzo. Sarà anche brava a intuire, prima di tutti, che qualcosa non quadra all’interno del reparto dove è ricoverato il suo uomo. Dovrà evitare tranelli e agguati, e solo alla fine, libera da ogni angoscia, potrà dedicarsi a un progetto meraviglioso: l’adozione di un bimbo da strappare allo squallore di un orfanotrofio. Ho inserito questo tema a me caro (fulcro centrale del mio racconto “Il coraggio di Nikolay”) per squarciare il velo sugli orrori degli orfanotrofi e, al contempo, dichiarare come atto di coraggio e di amore profondo la scelta di adottare un figlio. Una gravidanza dell’anima che Carla vorrà affrontare insieme a Cosimo.
In Notte nera c’è un personaggio essenziale, un’infermiera siciliana di nome Veronica che subisce ogni tipo di soprusi e violenza e in Lombardo troverà un angelo mandato dal cielo, parlaci del loro forte rapporto di amicizia e come nasce l’idea di inserire Veronica in questo romanzo?In “Notte Nera” il tema principale è la corruzione dell’anima, quel tipo di corruzione che non colpisce solo un individuo o un gruppo di persone, ma il mondo intero. L’infermiera siciliana, che coadiuva il commissario nell’inchiesta, è vittima di un sistema “maschilista” che ha annientato ogni sua volizione. Il personaggio di Veronica mi concede l’opportunità di affrontare l’orribile problema della violenza sulle donne, perpetrata soprattutto nel mondo del lavoro: uno degli scenari più penosi e vergognosi. Le continue minacce sottopongono le donne, in alcuni casi, a ogni tipo di vessazione e maltrattamento.
Durante la degenza in ospedale, Veronica instaura subito un rapporto di amicizia con Cosimo e di ammirazione nei suoi confronti per aver rischiato la sua vita per gli altri. In Cosimo scorge l’uomo giusto, l’uomo che potrà salvarla. Le sue origini siciliane fanno scattare subito un forte feeling tra loro. Veronica sarà protagonista nelle indagini, fino a rischiare la vita, ma non sarà sola contro un mondo di uomini violenti e criminali. Ella, con sue fragilità, rappresenta il prototipo dell’“Essere umano”, valore che oggi è diventato sempre più raro. Purtroppo, molti individui tentano di celare il loro lato oscuro, nascondendo gli istinti “corrotti; gente apparentemente onesta che maschera abilmente il mostro che porta dentro. La società di oggi è pronta a tutto, pur di appagare il proprio “Io”. La mia speranza è che questo libro riesca ad aiutare le persone ad aprire gli occhi
Siamo su Giallo e Cucina e qual è il piatto preferito del protagonista Cosimo Lombardo.Da buon siciliano predilige i piatti a base di pesce anche se una buona pasta alla “Norma” non può mancare nel menu dei sui sogni. Il tutto innaffiato da un buon “Insolia” o da un vino bianco dell’Etna
Grazie Giuseppe per lo spazio dedicato alle interviste del blog Giallo e Cucina come sempre mi piace lasciare l’autore con la mia solita domanda di rito. Mi diresti TRE libri a cui sei particolarmente legato ?
I tre libri sono:
Schegge di Sebastian Fitzek, La luna fredda di Jeffery Deaver, Al posto di Dio di Robin Cook