a cura di Federico Bucarelli
LASCIA CHE TUTTO TI ACCADA, BELLEZZA E TERRORE,
CONTINUA AD ANDARE AVANTI.
NESSUNA SENSAZIONE È DEFINITIVA.
È la frase del poeta austriaco Rilke (da cui nasce il film) che scorre sullo schermo alla fine della pellicola.
In sala ci sono molti bambini e ragazzi, gli adulti ritornano tali dopo essersi immedesimati nel piccolo (10 anni) protagonista del film.
Hanno appena vissuto con lui gli ultimi giorni della guerra nel villaggio dove vive con la madre.
Si ride, ci si commuove, si soffre e si assiste agli orrori con Jojo, bambino infarcito dalla propaganda nazista che pervade la società tedesca, al punto da fargli creare un amico (o nemico) immaginario che altro non è che Adolf Hitler (interpretato ottimamente dal regista e co-sceneggiatore del film), che lo sprona e gli dà sicurezza per fargli superare l’evidente debolezza (o forza) del suo animo gentile.
Un’immensa Scarlett Johanson, la madre di Jojo, sarà la chiave di svolta del percorso di crescita del bambino, che riuscirà comunque ad andare avanti come esorta il poeta.
La scena finale della danza con l’amica-sorella Elsa sulle note di Heroes di David Bowie sancisce definitivimamente un futuro per i giovani protagonisti nonostante tutto quello che è loro accaduto a consolazione degli spettatori bambini che salutano la fine del film dopo quasi due ore con un applauso liberatorio.
Inevitabile il parallelo con la Vita è bella di Benigni, e perché no magari anche per un meritatissimo Oscar.
Buona visione.