Trama
La leggenda del santo bevitore di Joseph Roth, un’emozionante narrazione che esplora la vita di Andreas Kartak, un vagabondo nella Parigi del secondo dopoguerra, a cui viene offerta un’inaspettata opportunità di redimersi. Questa storia vi immerge in un viaggio emozionante attraverso le strade parigine, rivelando la complessità dell’umanità e la possibilità di redenzione anche nei momenti più bui.
Recensione a cura di Dario Brunetti
Quando Joseph Roth ebbe l’idea di scrivere La leggenda del santo bevitore, (opera che sarà pubblicata nel 1939, a pochi mesi dalla sua morte) pare si trovasse al Caffè Tournon di Parigi, luogo in cui era solito incontrarsi con degli emigranti austriaci. La breve novella parte dal loro racconto che gli parlarono di un povero mendicante che doveva restituire quanto prima un prestito con un’offerta in chiesa.
A fronte di questo piccolo aneddoto Joseph Roth promise a sé stesso che La leggenda del santo bevitore sarebbe divenuto un romanzo.
Sembrerà agli occhi di chi lo conosceva un vero e proprio testamento, lo scrittore e critico Hermann Kesten frequentava Roth e dopo averla letta, definì l’opera qualcosa a metà tra Heinrich von Kleist e Lev Tolstoj.
Dopo il suo ricovero in una casa di cura per malati mentali a causa di un inconsueto comportamento in treno dopo un viaggio di ritorno ad Amburgo per affari, Roth fu affidato a dei parenti galiziani e in secondo momento un rabbino guaritore russo che si prese cura di lui. Dopo questa traumatica esperienza lo scrittore conobbe la miseria e la povertà e il sentirsi dimenticato da tutti, a fronte dell’ambiente ebraico ortodosso della Galizia, in cui la pazzia veniva considerata un castigo di Dio.
Dopo un’adolescenza alquanto travagliata, si dedicò agli studi e all’università, per poi partecipare alla Prima guerra mondiale arruolandosi nel 1916, sei anni dopo lo scrittore perse sua madre nel 1922 per un cancro all’utero.
Non vorrei addentrarmi nella vita di Joseph Roth, ma tornando al racconto del bevitore da parte degli emigranti austriaci che aveva incontrato quel giorno, lo scrittore si cucì addosso come affermò lo stesso Kesten, la storia della sua vita facendone un breve romanzo.
Un uomo normale e saggio, da alcuni veniva considerato un fanatico della verità che la mattina la trascorreva a scrivere e la notte si trasformava in un folle che si ubriacava, ma il bere lo portava a diventare una persona alquanto creativa. Per definirlo al meglio poteva essere il poeta delle tenebre.
La leggenda del santo bevitore diventerà un piccolo grande capolavoro, per Roth sarà come guardarsi allo specchio e sentirsi come il clochard Andreas Kartak che sotto i ponti della Senna incontrerà un enigmatico benefattore; l’uomo anziano gli donerà duecento franchi, ma non vuole che gli vengano restituiti, anzi preferirebbe che siano offerti alla chiesa di Santa Maria di Batignolles, alla piccola santa Teresa.
Un miracolato protagonista che sembrerà rinascere e finalmente iniziare a vivere, ma a quale prezzo? Riuscirà a offrire alla santa Teresa quel denaro?
Rinascere vuol dire riemergere da uno stato di povertà e totale abbandono, cercare qualche piccola gioia quotidiana che potrebbe portare anche a qualche spiacevole illusione, per poi confrontarsi con una realtà che non fa sconti, nemmeno al povero Andreas Kartak.
Il protagonista ritroverà i fantasmi di un passato molto lontano, amori, gioie e sofferenze, tanti volti che si alterneranno e che cercheranno di restituire all’uomo qualcosa di perduto e di non interamente vissuto. Ma l’uomo si concederà al denaro per esaudire quegli svaghi e quei vizi che li faranno dimenticare la sua moralità e dignità verso quel credito che un giorno dal nulla gli è stato concesso.
Un romanzo introspettivo ed evocativo strutturalmente complesso favorito da una prosa leggera e che affronta tematiche come la fede e la redenzione e nelle quali si intreccia il mistico e il surreale.
Il miracolo, il riscatto sociale, la tentazione e l’integrità morale e infine il destino che ci riserva la vita saranno gli aspetti essenziali di questo breve e intensa parabola che Roth, forse sorseggiando qualcosa a voluto offrirci per l’ultima volta.
Nel 1988 venne realizzata una pellicola cinematografica per la regia di Ermanno Olmi, con protagonista Rutger Hauer (preferito in un secondo momento a Robert De Niro che declinò l’invito) nella parte di Andreas Kartak. Il film ottenne il Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia, 4 David di Donatello e 2 Nastri d’argento.
Dettagli prodotto
- Editore : Editorial Letra Minúscula; 1° edizione (20 marzo 2024)
- Genere Narrativa
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 64 pagine
- ISBN-10 : 8410284421
- ISBN-13 : 978-8410284425