Hugh Pentecost risulta lo pseudonimo più usato, nella sua prolifica attività di giallista, dallo scrittore statunitense JUDSON PHILIPS, nato a Northfield, nel Massachusetts, il 10 agosto 1903. Attività prolifica, certo, perché – usando, oltre al suo vero nome e allo pseudonimo citato, anche quello di Philip Owen – scrisse oltre cento polizieschi e mysteries, di cui siamo convinti di poter dare, al lettore nostrano, il primo elenco completo delle edizioni in lingua italiana.
Figlio di un cantante lirico e di un’attrice, Pentecost passò l’infanzia in giro per l’Europa al seguito dei genitori, sempre impegnati in tournées. Frequentò poi la prestigiosa Columbia University, laureandosi nel 1925, e durante gli anni universitari, all’età di ventidue anni, scrisse il suo primo racconto, Room Number Twenty-Three, avente per protagonista un investigatore, James W. Bellamy, ispirato dal compagno di stanza di allora, James Warner Bellah, destinato a diventare a sua volta un autore di successo. Tra gli anni Venti e Trenta esordì scrivendo per alcuni pulp magazines, le note riviste che lanciarono scrittori come Hammett e Chandler e aprirono nuove strade al Giallo internazionale. Premiato da un notevole successo di pubblico, Pentecost fu eletto a presidente (il terzo) del Mystery Writers of America, e nel 1950 contribuì a fondare, nel Connecticut, il teatro di prosa Sharon Playhouse, dove lavorò come produttore e consulente. Verso la metà degli anni ‘60, mentre si trovava a Torrington, condusse un programma radiofonico dell’emittente WTOR sugli eventi che accadevano nell’”angolo nordest” del Connecticut. Nel 1973, infine, ricevette per i suoi meriti di romanziere il Grand Master Award, il premio più importante fra quelli conferiti dal Mystery Writers of America.
Pentecost trascorse l’ultima parte della sua vita a Canaan – cittadina del Connecticut, sfondo di diverse sue storie – con la seconda moglie, sposata nel 1951, l’attrice Norma Burton, e l’ultimo figlio adolescente (in tutto ne ebbe quattro: David, John, Daniel e Caroline). Qui morì il 7 marzo 1989, a causa di complicazioni successive a un enfisema.
Pentecost esordì come giallista alla fine degli anni ‘30, con romanzi senza un protagonista fisso o ricorrente, il primo dei quali fu Red War (1936), scritto insieme a Thomas M. Johnson, seguito nel tempo da altri – sempre fuori da ogni serie – spesso tradotti in italiano da Mondadori nelle collane I Libri Gialli e poi i Gialli Mondadori [LG e GM]:
– 1941, Odds on the Hot Seat (Testa o croce, LG n. 186, 1952);
– 1942, The Fourteenth Trump (In quattro col morto, LG n. 249, 1953);
– 1948, Death Syndacate (L’eccentrico di Broadway, LG n. 39, 1948);
– 1960, Whisper Town (Uragano “Calunnia”, Milano, Il Mandarino, 1963);
– 1961, Murder Clear, Track Fast (Accoppiata di morte, GM n. 696, 1962);
– 1963, The Dead Can’t Love (Ricatto a regola d’arte, GM n. 812, 1964);
– 1976, The Day the Children Vanished (Uno schoolbus tutto giallo, GM n. 1517, 1978; Classici del Giallo Mondadori n. 1268, 2011).
Sempre negli anni ‘40 Pentecost tentò le sue prime serie, quella dell’ispettore di polizia Luke Bradley, e poi del dottor John Smith, del quale un solo giallo (Where the Snow Was Red, 1949) ha visto la luce in italiano, precisamente nel 1954 col titolo L’ometto in grigio: un giallo, per le edizioni milanesi del Corriere della Sera.
Da scrittore rigoroso e prolifico qual era, Pentacost ha poi moltiplicato i personaggi ricorrenti in altrettante serie di romanzi, a cominciare dagli anni Sessanta con la figura amara e simpatica di Uncle George Crowder, le cui storie apparvero per la prima volta in forma di racconti in Ellery Queen’s Mystery Magazine, per essere poi raccolte nel 1970 nel volume Around Dark Corner, purtroppo mai tradotto in Italia a differenza di altri romanzi della stessa serie:
– 1961, Choice of Violence (Un capestro per Nik, GM n. 755, 1963; Invito alla violenza, collana Gialli Segreti n. 92, La Tecnografica Varese, 1965);
– 1965, Murder Sweet and Sour (Nella morsa del terrore, Garden Editoriale, collana Giallissimo n. 28);
– 1983, The Copycat Killers (Paura a Lakeview, GM n. 1934, 1986);
– 1984, Price of Silence (Il prezzo del silenzio, GM n. 1919, 1985)
– 1986, Death by Fire (Un caso scottante, GM n. 2025, 1987; poi De Agostini, I Maestri del Giallo, 1990).
Altra serie importante, sempre negli anni ‘60, risulta quella incentrata su John Jericho, barbuto pittore donchisciottesco sempre pronto a indagare su vari misteri metropolitani:
– 1965, The Sniper (Ritratto postumo, GM n. 1490, 1977);
– 1966, Hide Her from Every Eye (Una donna da bruciare, GM n. 973, 1967);
– 1966, The Creeping Hours (Jericho e il suicidio perfetto, GM n. 1456, 1976);
– 1967, Dead Woman of the Year (Jericho e la donna dell’anno, GM n. 1436, 1976);
– 1970, Plague of Violence (L’esca della violenza, I Gialli Longanesi n. 98, Milano, Longanesi, 1973.
Sempre negli anni Sessanta, precisamente con Cannibal Who Overate (1962), Pentecost sviluppò un’altra serie – scoperta però in Italia con molto ritardo, dai Gialli Mondadori e dalle Edizioni Garden, nella serie Il Romanzo Giallo [GAR, Rg] – intorno al personaggio di Pierre Chambrun, piccolo, robusto, scuro, direttore del Beaumont, lussuoso albergo di New York, spesso costretto a risolvere casi di omicidio che, se rimanessero impuniti, danneggerebbero la reputazione del suo hotel:
– 1975, Time of Terror (La parola è dinamite, Mondadori, Segretissimo n. 655, 1976);
– 1978, Death After Breakfast (Delitti eccellenti, GAR, Rg n. 27, 1987);
– 1979, Random Killer (Killer a due teste, GM n. 1628, 1980);
– 1980, Beware Young Lovers (Una strana coincidenza, GM n. 1718, 1982):
– 1981, Murder in Luxury (Delitti di lusso, GM n. 1742, 1982);
– 1982, With Intent to Kill (Hotel Inganno, GM n. 1825, 1984).
Emblematico dell’atmosfera di tutta la serie può essere, al riguardo, Una strana coincidenza, che ci presenta, ospite del Baumont, Sharon Brand, diva hollywoodiana dalla trentennale fulgida carriera e dalla discutibile specializzazione in amanti giovanissimi, uno dei quali è scomparso misteriosamente pochi anni prima e un altro la pianta ora malamente in asso, e si direbbe anch’egli dissolto nel nulla, se non fosse rinvenuto cadavere in un vicolo vicino all’hotel. E così, ancora una volta, Pierre Chambrun è costretto a intervenire…
Ancora negli anni ‘60 (con Laughter Trap, 1964) Pentecost ha fatto debuttare Peter Styles, un giornalista del “Newsview” impegnato a combattere una sorta di crociata personale contro il crimine. Conosciuto in ritardo dal pubblico italiano, questo personaggio ha poi conquistato i nostri lettori con parecchi titoli editi, sia nei Gialli Mondadori, sia nelle Edizioni Garden [GAR, Rg], pure presenti in edicola:
– 1968, Hot Summer Killing (L’estate della violenza, GM n. 1106, 1970):
– 1970, Nightmare at Dawn (Bianco muove e uccide in tre mosse, Mondadori, Segretissimo n. 388, 1971);
– 1972, The Vanishing Senator (Controsequestro, GM n. 1287, 1973);
– 1973, Larkspur Conspiracy (I sequestrati del Warfield, GM n. 1353, 1975);
– 1974, The Power Killers (Peter Styles: killers in guanti bianchi, GM n. 1412, 1976);
– 1975, Walk a Crooked Mile (Peter Styles e il demone del potere, GAR, Rg n. 11, 1986);
– 1976, Backlash (Peter Styles e la pista che scotta, GAR, Rg n. 21, 1987; poi Fratelli Melita, La Spezia, 1989);
– 1977, Five Roads to Death (Peter Styles accetta la sfida, GM n. 1565, 1979);
– 1978, A Murder Arranged (Peter Styles: delitto su misura, GM n. 1641, 1980):
– 1979, Why Murder? (Peter Styles e l’inquilino assassinato, GM n. 1754, 1982);
– 1980, Death is a Dirty Trick (Peter Styles: caccia alla morte, GM n. 1697, 1981);
– 1981, Murder as the Curtain Rises (Peter Styles: lo spettacolo deve continuare, GM n. 1778, 1983).
Last but not least, ultima serie nel tempo di Pentecost ci risulta quella incentrata su Julian Quist, il più esperto public relation man di New York, nato editorialmente nel 1971 e (stavolta!) prontamente captato da noi da Mondadori:
– 1971, Don’t Drop Dead Tomorrow (Rotta di collisione, GM n. 1260, 1973);
– 1972, The Champagne Killer (Tutto cominciò quella notte, GM n. 1281, 1973);
– 1973, Beautiful Dead (Julian Quist: omicidi di lusso, GM n. 1342, 1974);
– 1976, Die After Dark (Allegra morì prima dell’alba, GM n. 1559, 1978);
– 1977, The Steel Palace (Scalata all’inferno, GM n. 1594, 1979);
– 1978, Deadly Trap (Julian Quist: trappola assurda, GM n. 1678, 1981);
– 1980, Death Mask (E’ scomparsa una stella, GM n. 1798, 1983);
– 1981, Sow Death, Reap Death (Conto alla rovescia per Julian Quist, GM n. 1854, 1984);
– 1982, Past, Present and Murder (Fra passato e presente, GM n. 1884, 1985).
Esemplari degli ambienti sociali in cui si muove questo personaggio possono apparire Scalata all’inferno e E’ scomparsa una stella. In quest’ultimo romanzo Bart Craven, futuro candidato al senato, viene riportato bruscamente indietro negli anni dalla telefonata di uno strano medico, che gli promette informazioni sulla scomparsa della bella moglie, mai chiarita dalla polizia. Accorso all’indirizzo del dottore, Craven dichiara alle autorità d’avere trovato solo due cadaveri sconosciuti, e a questo punto Julian Quist, grande esperto in relazioni pubbliche, non può non intervenire per proteggere e promuovere l’immagine del futuro senatore… In Scalata all’inferno, invece, gli uomini più ricchi e potenti del mondo, insieme a mogli e amanti, sono invitati all’inaugurazione di un lussuoso hotel-casinò di Atlantic City da Barney Steel, un misterioso capitalista americano che ha incaricato proprio Quist di organizzare la festa. Ma al Nostro nascono presto dei dubbi: l’uomo con cui ha trattato l’affare è davvero Barney Steel oppure una controfigura messa lì dagli uomini del suo entourage per ottenere il controllo del favoloso impero finanziario? La ricerca delle prove, però, si rivelerà quanto mai pericolosa per Quist, che si ritroverà ben presto al centro di una catena di omicidi…
Nel 1979, infine, con lo pseudonimo di Philip Owen, l’autore ha dato il via a una nuova serie sulle “Country Inns”, che però ci risulta essersi fermata al primo romanzo, Mystery at a Country Inn, pubblicato in Italia nel 1981 nella collana del Giallo Mondadori (al n. 1680), col titolo Tre morti per la duchessa.