Oltre il velo del male c’è la verità che non vediamo, o che non vogliamo vedere. Insieme alla verità, troppe volte, non vediamo la Bellezza.
Questo è il pensiero che resta dopo aver letto Suture nella nebbia, l’ultima opera di quell’equilibrista delle parole che è Marco Belli, la cui penna precisa e magistrale delinea, senza fronzoli né sbavature, le vicende che si snodano in un’ambientazione eterea eppure inquietante, quella “fine del mondo” intesa non come evento ma come luogo, non solo fisico, ma anche – in un certo senso – spirituale che è la zona del basso Polesine.
Nella nebbia impalpabile e misteriosa vede bene chi non viene visto, chi andrebbe capito oltre le apparenze, chi, grazie a Marco, noi lettori conosciamo già, anche se mai abbastanza, ovvero la detective invisibile per antonomasia che è Vivian Deacon, anziana clochard che “milita” in quelle zone.
Questo è il terzo capitolo di una trilogia (anche se si spera non sia finita qui), sulle avventure della nostra Vivian, una figura dalla personalità poliedrica e versatile, dalle mille vite vissute e lasciate andare, portatrice di una libertà che va oltre le convenzioni sociali, i dogmi dell’essere umano, la strada che, a volte, sembra già tracciata per ognuno di noi.
Vivian è libera nella concezione più vera e reale del termine, libera di aver scelto, di scegliere ancora, di diventare nessuno agli occhi degli altri, pur mantenendo una dignità enorme, proprio com’è il suo talento investigativo che, in questa storia, lei mette al servizio della cara amica, sorella di vita, Zenaide, la “strega bianca” conosciuta già nei capitoli precedenti.
Insieme all’enigmatico e tormentato Massimo e all’ambiguo e geniale Pietro, l’insolito “pool investigativo” ci guida nei meandri di un mistero, cercando di diradare la nebbia sia fuori che dentro ognuno di loro e, un po’, in ognuno di noi, smontando certezze e dimostrando, anche stavolta, quanto impensabile, spiazzante e, allo stesso tempo, lineare sia la verità.
Questo nuova storia, ancor più delle precedenti (Uno sbaffo di cipria, 2017 e Canalnero, 2021 – sempre per Edicola Ediciones), celebra la figura di Elizabeth Rose Alper (scomparsa di recente), la donna che ha ispirato Marco Belli per il personaggio di Vivian. Elizabeth, come la sua corrispettiva letteraria, ha vissuto una vita dalle mille pieghe, la maggior parte delle quali difficili, ma ha avuto sempre la capacità e la forza di rialzarsi, reinventarsi, tenendo attiva la sua mente brillante e quello spirito indomito che oggi, grazie a queste pagine, tutti conosciamo.
Perché, in fondo, il fine più alto e lodevole di uno Scrittore è fissare nella memoria altrui le storie nate nella sua testa e, in casi come questo, rendere immortali personaggi che tutti dovremmo e vorremmo conoscere.