Savant
Hank Russel e Zach Schmulevitz, due detective della omicidi dirottati per opposti motivi alla Human law enforcement, l’unità della polizia di New York che si occupa di crimini contro gli animali, si imbattono in una indagine che cambierà per sempre il corso delle loro vite. Dall’orrore che si cela dietro la porta della suite 900 del Roosevelt Hotel, alle terre selvagge del Nord Dakota e fino in Texas, si ritroveranno faccia a faccia con un orrore primitivo e possente che pretende di essere ricomposto in un disegno al di là di ogni impaginazione.
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Giovanni Angelo Jonvalli e Mirco Filistrucchi, in arte Jon Mirko danno vita a Savant.

Con questa prima opera cercano di saziare il lettore sempre a caccia di novità. Ci provano con un thriller psicologico non certo esiguo, le seicento pagine provano a sfibrare il pubblico. In realtà ci conducono in un viaggio incredibile al limite della realtà, a tratti, sfiorando il fantasy ma mai in modo banale. Tra le righe, sin dai primi capitoli, si intuisce una preparazione ferrea e trapela la conoscenza dell’informatica, nulla è lasciato al caso e la ricerca di alcune tematiche è veramente scrupolosa.

Hank Russell e Zach Schmulevitz sono i due detective protagonisti dirottati alla Human Law Enforcement, l’unità di polizia di New York che si occupa di crimini contro gli animali. Il parcheggio di questo distaccamento sembra un vero alveare e, al mattino, le uniformi si muovono agilmente come fossero api all’interno di un’arnia.

New York viene descritta minuziosamente e ben presto anche il lettore si trova a percorrere le vie della città in perfetta simbiosi.

La trama ci scaglia in una camera del Roosevelt Hotel dove ci attende la prima macabra scoperta e da questo preciso istante inizia la sua folle corsa. La tensione non permette distrazioni, serve molta concentrazione, e gli autori sono molto bravi a distribuirla in un intreccio davvero intricato.

Temi molto attuali come l’11 Settembre affiancano morti inspiegabili – perlomeno all’inizio – e dall’apparenza prive di collegamento.

Una sequenza fuori controllo, un gioco perverso dove la psiche umana è messa a repentaglio. Ma quanto può durare tutto questo e che ruolo ha il killer? Tutto sembra una cospirazione curata in ogni singolo aspetto, dove vogliono condurci il cattivo e il male, fin dove vogliono spingerci gli autori?

Tra le scene truculente mi colpisce in modo particolare quella perpetrata agli operai di una ditta edile. È difficile da immaginare eppure è un delitto architettato in maniera sublime da qualcuno molto esperto. Le conoscenze scientifiche e i materiali sono all’avanguardia, basti pensare alla resistenza di alcuni agenti chimici, alla complessità del loro utilizzo e alla gestione di alcune sostanze. Cosa ci fanno tre uomini in un cubo di plexiglas e in che stato vengono ritrovati? Domande sempre più inquietanti affiancano vere e proprie nozioni scientifiche e storiche. Una miscela innovativa, non adatta a tutti, ma incredibilmente stimolante.

La mia curiosità non si è mai assopita. Quali saranno i prossimi ambiziosi progetti che il killer ci riserverà? Fino a che punto siamo disposti  ad accettare la morte con la consapevolezza che la vita ha un termine? Quesiti che hanno reso la mia lettura ancora più intrigante e che hanno dissolto le mie perplessità iniziali.

“Ogni sei Savant maschi nasce un Savant femmina”… cita la quarta di copertina.

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