Recensione a cura di Livia Frigiotti
Candidato fra i 12 al Premio Strega 2019, Nero Ananas è un libro che va lasciato decantare nei giorni successivi alla fine della lettura.
È una storia piena di fatti e personaggi che si susseguono a volte troppo rapidamente, altre volte con lentezza. Scorrono i mesi, gli anni. Le storie si sovrappongono. Il tema trattato è sicuramente importante, di forte rilevanza storica.
Ci troviamo negli anni tra il 1969 e il 1973, quando in Italia prende il sopravvento la strategia del terrore. Aiolli, in questo romanzo, mette in risalto i forti dubbi che si sono avuti (e ancora permangono) sulle vere responsabilità politiche in quel periodo così buio. È ormai certo che ci fosse un sistema alle spalle dello Stato che lavorava esclusivamente per destabilizzare l’Italia.
Si doveva vivere in un clima di forte incertezza e paura. Lo sguardo non è univoco, è quello di ciascun personaggio che appare nel romanzo. Si tratta di una serie di storie e punti di vista personali su fatti cruenti realmente accaduti come la strage di Piazza Fontana, madre di tutte le stragi italiane, fino all’attentato alla Questura di Milano del 1973.
Lo stile di scrittura di Aiolli può sembrare un po’ ostico, a volte farraginoso e disordinato. Troppe volte gli eventi non hanno una vera consequenzialità temporale. Salta da un periodo a un altro, tornandoci in seguito e lo stesso fa con i personaggi.
Le storie si intrecciano ma a volte confusamente. Luoghi e personaggi non vengono descritti in modo chiaro e risulta difficile immaginarli. Mancano i dialoghi (che vengono solo rappresentati) e la narrazione, come anche la lettura, perdono in scioltezza.
I personaggi sembrano in cerca di qualcosa che non trovano, si alternano col passare degli anni, ma il filo conduttore che unisce le storie di tutti è sempre il periodo buio in cui il terrorismo italiano portò avanti il disegno occulto di qualche personaggio nascosto dietro le quinte.
Tutto il percorso del romanzo è sotteso al raggiungimento di quella vendetta e di quel riscatto anarchico, che caratterizza atti politici ben definiti in quegli anni.
Il romanzo, nel complesso è un buon prodotto ,con la storia come reale protagonista, che ci riporta indietro nel tempo, proprio ora che i fatti, forse, si sono ben sedimentati. Ora abbiamo la possibilità di osservarli con il giusto distacco, mantenendo le capacità di ragionarci sopra e farne tesoro dove possibile.
Trama
Tutto comincia un secondo dopo il botto. Il botto che ha cambiato l’Italia, che ha chiuso l’età dell’innocenza e aperto la strategia della tensione. Il botto del 12 dicembre 1969, Piazza Fontana. Gli estremisti di destra, invisibili, si incontrano, commentano, ricordano, tramano. Un anarchico si trascina di città in città, di nazione in nazione, di sconfitta in sconfitta, in attesa del momento del riscatto. Un politico, così devoto da essere soprannominato il Pio, comincia la sua lenta ma inesorabile scalata al potere. Poi ci sono i servizi segreti che provano a capire, sapere, influenzare. E c’è un ragazzino, che quel giorno ha visto sparire sua sorella e farà di tutto per riuscire a ritrovarla. Quattro anni di destini intrecciati, di fughe, ritorni, di amore e di odio. Quattro anni incandescenti della storia d’Italia, dal 1969 al 1973.
Dettagli prodotto
- Copertina flessibile: 346 pagine
- Editore:Voland (22 febbraio 2019)
- Collana: Intrecci
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8862433646
- ISBN-13: 978-8862433648