Genere:
Lettera d’amore allo yeti
Come si fa a sopravvivere quando la tua giovane moglie ti è morta accanto, una notte, andandosene in un istante e lasciandoti solo con un figlio di nemmeno sei anni? Riccardo non lo sa come si fa, ma in qualche modo ci sta riuscendo. Sono passati otto mesi da quando Lisa non c’è più e padre e figlio si sono trasferiti per l’estate in una casa al mare, acquistata poco tempo prima della scomparsa di Lisa. Nicola è un bambino sveglio e sensibile, e ha una grande passione per lo yeti: è il suo argomento di discussione preferito, ne è affascinato e un po’ lo teme. Riccardo è tormentato da un sogno ricorrente, le sue notti sono agitate e gettano ombre sulla quiete del comprensorio in cui abitano. Che significano le ambigue considerazioni della signora Lepidi, un’anziana untuosa che pare al corrente di pericolose verità sull’identità di un comune vicino di casa, Teodoro Inverno, un uomo massiccio e solitario con cui Nicola si ferma per ore a chiacchierare, inspiegabilmente calamitato? Le giornate scorrono, nei ritmi quotidiani dell villeggiatura. Nicola ogni pomeriggio partecipa alle attività organizzate da una giovane animatrice dell’hotel vicino. Riccardo lo sorveglia dai tavolini del Long John Silver, un bar sulla spiaggia gestito da Walter, col quale ha in comune una passione per Stevenson e per i discorsi filosofici. Intanto conosce Ismaela, una cameriera affascinante, che sembra nascondere un segreto. La speranza di una ritrovata normalità carezza la mente di Riccardo, ma la tenebra torna ad assediare la sua vita e quella di suo figlio. L’animatrice cui Nicola si era affezionato scompare all’improvviso. Ogni ricerca si rivela inutile e Riccardo scopre che in quello stesso punto sono già sparite quattro persone negli ultimi anni… Chi è l’individuo che appare in certi scatti fotografici e le cui mani hanno qualcosa di mostruoso? E perché ogni volta che passa accanto a un chiosco abbandonato a forma di limone Riccardo viene assalito da un brivido? Con un libro sorprendente per originalità e qualità della scrittura, Macioci si conferma uno degli autori più interessanti della sua generazione. Lettera d’amore allo yeti è un romanzo che sfugge alle classificazioni, un testo senza tempo, sospeso tra E.T.A. Hoffmann e Stephen King, spaventoso e lirico, capace di inquietare e sedurre con le sue atmosfere.
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Recensione a cura di Miriam Salladini

Ho fatto la conoscenza di “Lettera d’amore allo yeti” per caso in libreria mentre ero intenta a fare uno dei miei tanti acquisti. La prima cosa che mi ha colpita è stata la copertina con i colori giallo e arancio sfumati e le figure di un padre e di un figlio che si tengono per mano di spalle. Dopo aver terminato il romanzo penso alle sfumature di colore come ad un qualcosa di indefinito, quasi ad un mondo parallelo e di magia. Infatti tra le pagine del libro scorrono storie al confine con il soprannaturale. I protagonisti sono Riccardo e Nicola, un padre e un figlio che hanno perso da circa otto mesi la moglie e la madre e che quindi decidono di ricominciare una nuova vita trasferendosi nella casa al mare a Colombaia. Giorno dopo giorno cercano di di andare avanti confidandosi e parlando anche dello yeti, quella figura che affascina e impressiona allo stesso tempo Nicola, un bambino di sei anni costretto a crescere troppo in fretta, dopo aver vissuto sulla propria pelle una perdita incolmabile. A Colombaia però accadono fatti misteriosi come le sparizioni improvvise di alcuni abitanti, poi ci sono i sogni ricorrenti di Riccardo e un vicino di casa abbastanza misterioso. Macioci con questo romanzo è riuscito a costruire un intreccio narrativo sorprendente in cui realtà e fantasia si mescolano a vicenda creando un vortice misterioso e intrigante che si dipana per tutto il racconto. Con una scrittura coinvolgente riesce ad affrontare un argomento molto delicato come quello inerente il rapporto padre-figlio. Vengono messi in luce i dubbi e le paure dell’uno in confronto alla spensieratezza, naturalezza e spontaneità dell’altro. Riccardo cerca di convincere il figlio della bellezza della vita nonostante la perdita della madre. Vengono affrontati temi molto impegnativi: la vita, la morte, l’amore e l’amicizia. La scrittura è semplice e lineare con dialoghi e descrizioni che rendono fluida la lettura.

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