Questo romanzo è due cose.
Innanzitutto la storia incalzante dell’adescamento di una donna, del suo plagio e alla fine, del suo sequestro con fuga rocambolesca da parte di un criminale psicopatico.
È un caso di maltrattamento e di prevaricazione sessista, con conclusione drammatica, in una relazione sentimentale, quale spesso si presenta: l’uomo all’inizio appare come un vero e proprio Principe Azzurro, bello, gentile e sinceramente innamorato, ma poi si scopre che sotto questo paravento perfetto nasconde una malsana volontà di prevaricazione e dominio. La donna viene irretita dalle sue lusinghe, e resiste finché può al manifestarsi progressivo della vera personalità del partner, fino a ravvedersi quando la situazione è ormai precipitata verso una corsa contro il tempo per liberarla dalle catene in cui si è ingenuamente fatta stringere, perché l’uomo era fin dall’inizio un delinquente incallito uso approcciarsi in modo patologico all’altro sesso.
Un film già visto troppe volte che coinvolge il lettore per il ritmo serrato con cui la storia va avanti, nella doppia prospettiva della donna ingannata e del suo ultimo compagno “buono”, che per un doloroso contrappasso è un criminologo forense che si occupa di violenza sulle donne, e partecipa attivamente alle indagini per ritrovarla.
C’è però ne ‘L’errore” un altro risvolto, suggerito dal titolo.
E’ l’esplorazione di un legame di coppia promettente e positivo che, a un certo punto, piega verso una crisi così profonda e irrecuperabile che non ha nemmeno bisogno di esplodere, ma rimane, pur nella sua definitività , misteriosa e inespressa. La protagonista femminile, una bellissima giovane donna di origini irlandesi, da un giorno all’altro, senza alcuna avvisaglia, scompare dalla vita del marito, appunto il criminologo impegnato contro il patriarcato aggressivo, un uomo di ascendenze palestinesi trapiantato in Italia. Costui è così preso dai problemi del lavoro e da un intimo senso di inadeguatezza da non accorgersi, colpevolmente, che la sua donna sta allontanandosi da lui.
Il rapporto tra i due è nato e proseguito nel segno di un’incomprensione che nessuno dei due è riuscito ad affrontare veramente, com’era necessario, aprendosi alle ragioni dell’altro anche a rischio di una rottura.
Se buttarsi tra le braccia dell’uomo sbagliato è stato un errore fatale, lo sbaglio ha radici profonde nel menage precedente, rimasto in sospeso e incompiuto.
La morale conclusiva è amara.
Le donne sono fragili forse anche perché neanche gli uomini corretti e alieni dalla violenza riescono a capirle e a capirsi.
