Recensione di Manuela Fontenova
“Non. Fare. Rumore. Nessun rumore, nessuno, nessuno! Non devi neanche respirare… Mi dispiace ma è per il tuo bene. Ti è chiaro questo? Il resto lo imparerai col tempo. Se hai bisogno di qualcosa chiamami pure, ma sottovoce”
Nicole è una donna che cerca ancora la sua strada. Ha avuto una vita serena, felice, è stata molto amata, ma c’è un tassellino mancante che rende il suo cuore incompleto. La morte della madre manda in frantumi quelle poche certezze sulle quali poggia la sua fragile stabilità emotiva: cosa manca nell’album dei suoi ricordi? O meglio chi manca all’appello tra le memorie dei giorni felici trascorsi ad Airolo? Scoprire a distanza di anni che la sua famiglia non si è mai liberata della casa d’infanzia, La Maison des roses, le farà affrontare il passato, rincorrendo quelle sensazioni che stringono con un laccio una ferita forse mai completamente rimarginata.
Ecco che con un salto temporale ci troviamo nel lontano 1976, quando una Nicole bambina legherà inesorabilmente la sua vita a quella di Michele, 9 anni e un’esistenza avvolta dal silenzio. Michele è il bambino nascosto di questa storia, testimone di tutti i bambini che negli anni ’70 e ’80 vissero in clandestinità nei territori svizzeri, senza andare a scuola, senza uscire mai. Fantasmi per la legislazione, tesori da proteggere per i propri genitori, che decisero di portarli con sé nonostante il divieto di ricongiungimento familiare imposto dal paese che avrebbe dato loro una spiraglio di luce in una vita di miseria. Una parte di storia che forse non molti conoscono, perché i flussi migratori verso la Svizzera non partirono soltanto dal Meridione, ma riguardarono tutta la penisola. Michele farà il suo viaggio nascosto nel bagagliaio di un auto, da Verona passerà la frontiera a Chiasso, ben mimetizzato tra le valige, ignaro del silenzio in cui verrà confinato per i mesi a venire.
Siamo ad Airolo, paesino della Svizzera sormontato dal monte Gottardo, dove una squadra di operai sta costruendo, sotto la direzione dell’ingegnere capo, quella che sarebbe diventata, all’epoca, la galleria più lunga del mondo. Nicole abita in una bella villetta, l’ingegnere capo è il suo papà, sua madre è la maestra del paese. La sua vita è scandita dalla scuola, dai giochi e dalla visite alla vicina, la signora Delia, che gestisce una pensione dove ospita tanti lavoratori italiani, ma quello che nessuno sa è che Delia ha una soffitta con un lettino, un armadio e un piccolo ospite che esce solo quando nessuno può vederlo. E’ il figlio di un operaio impegnato nei lavori della galleria: è Michele. L’amicizia tra i due bambini sboccerà contro ogni previsione, nonostante le accortezze e le precauzioni, riusciranno a trovarsi. Può un legame nato in così tenera età, influenzare gli adulti nei quali si trasformeranno i due piccoli amici?
Con questo quesito dovrà fare i conti Nicole, che ripercorrendo la lunga strada dei ricordi si troverà a dover proseguire per una deviazione dolorosa, ma illuminante.
Nicoletta Bortolotti è riuscita a tessere una storia di infinita delicatezza e sensibilità, partendo da un fatto realmente accaduto, l’emigrazione italiana in Svizzera e il caso dei “bambini nascosti”, creando personaggi ben caratterizzati in ogni piccolo dettaglio. A partire da Nicole con la quale l’autrice ha dimostrato di essere un’eccellente narratrice, adattando stile e linguaggio alla sua crescita: si è calata nella bambina di otto anni dandone una versione quanto mai veritiera e credibile e l’ha accompagnata fino all’età adulta. Stessa cosa per Michele, del quale ha messo in luce l’indole buona, l’amore per i genitori, e l’infinita pazienza. Sicuramente Delia, la proprietaria della pensione è la figura che più ha toccato il mio cuore e mi piacerebbe raccontarvi il perché, ma non posso certo rovinare la vostra lettura (e fidatevi di me, questo è uno di quei libri da leggere assolutamente).
Sono riuscita ad avere sempre immagini vivide dei luoghi raccontati: quasi potevo vedere la Maison des roses, la casa di Delia, e con la stessa facilità ho immaginato i due bambini ormai adulti e le loro case, ognuno con la propria vita, ma uniti da un invisibile filo che nemmeno il tempo è riuscito a spezzare.
I libri che rimangono nel cuore sono proprio quelli che anche a distanza di qualche mese dalla lettura tornano ad affacciarsi prepotentemente nella memoria, può bastare un nome, un colore, un odore. Si dice che siano i libri a trovarci senza che noi li cerchiamo, ed è proprio quello che è successo a me con Chiamami sottovoce. Avevo bisogno di questa lettura che mi è arrivata come un dono inaspettato da una carissima amica e mi ha scaldato il cuore.
Di qualsiasi cosa abbia bisogno il vostro di cuore, non lasciatevi scappare il romanzo di Nicoletta Bortolotti.
Voce di Manuela Fontenova
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Trama
È primavera, eppure la neve ricopre la cima del San Gottardo, monumento di roccia che si staglia sopra il piccolo paese di Airolo. La Maison des roses è ancora lì, circondata da una schiera di abeti secolari: sono passati molti anni, ma a Nicole basta aprire il cancello di ferro battuto della casa d’infanzia per ritrovarsi immersa nel profumo delle primule selvatiche ed essere trasportata nei ricordi di un tempo che credeva sommerso. È il 1976 e Nicole ha otto anni, un’età in bilico tra favole e realtà, in cui gli spiriti della montagna accendono lanterne per fare luce su mondi immaginari. Nicole ha un segreto. Nessuno lo sa tranne lei, ma accanto alla sua casa vive Michele, che di anni ne ha nove e in Svizzera non può stare. È un bambino proibito. Ha superato la frontiera nascosto nel bagagliaio di una Fiat 131, disegnando con la fantasia profili di montagne innevate e laghi ghiacciati. Adesso Michele vive in una soffitta, e come uniche compagne ha le sue paure e qualche matita per disegnare arcobaleni colorati sul muro. Le regole dei suoi genitori sono chiare: “Non ridere, non piangere, non fare rumore”. Ma i bambini non temono i divieti degli adulti, e Nicole e Michele stringono un’amicizia fatta di passeggiate furtive nel bosco e crepuscoli passati a cercare le prime stelle. Fino a quando la finestra della soffitta s’illumina per sbaglio, i contorni del disegno di due bambini stilizzati si sciolgono nella neve e le tracce di Michele si perdono nel tempo. Da quel giorno, Nicole porta dentro di sé una colpa inconfessabile. Una colpa che l’ha rinchiusa in un presente sospeso, ma che adesso è arrivato il momento di liberare per trovare la verità. Questa è la storia di un’amicizia interrotta e di un segreto mai svelato. Ma. è anche la storia di come la vita, a volte, ci conceda una seconda occasione. Chiamami sottovoce è un romanzo potente su un episodio dimenticato del nostro passato recente. Perché c’è chi semina odio, ma anche chi rischia la propria libertà per aiutare gli indifesi.
Dettagli
Genere: narrativa
Copertina flessibile: 357 pagine
Editore: HarperCollins Italia (3 maggio 2018)
Collana: HarperCollins italia
Lingua: italiano
ISBN-10: 8869053121
ISBN-13: 978-8869053122