Trama
Maria ha quindici anni, vive in un paesino dell’Appennino centro meridionale d’Italia e mantiene se stessa e l’anziano padre malato facendo la bracciante nei campi dei signori, un lavoro incerto e molto gravoso, fino a quando non viene assunta come acquaiola nella casa di don Francesco, il signorotto del paese, con il compito di recarsi più volte al giorno e con qualunque tempo alla fonte, che dista tre chilometri dal paese, per rifornire la famiglia di acqua. A don Francesco, infatti, è nato il quinto figlio, Luigi, il quale rivela fin dall’infanzia una natura ribelle, precoce e assetata di libertà. I destini di Maria e Luigi, così diversi fra loro, si intrecceranno in una serie di vicende dolorose ma, nello stesso tempo, intense e salvifiche per entrambi. Intorno a loro, una umanità umile, legata alla terra e alle antiche tradizioni, assuefatta a una vita di miseria, sacrifici e secolari soperchierie sopportate con fatalistica rassegnazione e per questo spesso dura e inflessibile, ma anche capace di pietà e umana solidarietà.
Recensione a cura di Paola Varalli
Chi è Maria, l’acquaiola? Maria è una donna forte, determinata, ma, sotto sotto, fragile e ben conscia del proprio ruolo di contadina ignorante che sa di “dover restare al suo posto”. Lavora fino a sfinirsi per i boriosi signorotti del paese, ricevendone distacco e supponenza, ad eccezione dell’ultimo arrivato Luigi, il ribelle, che si affezionerà a questa donna dura, ma con doti umane non indifferenti.
Carla Maria Russo ce la descrive magistralmente, ci fa vivere con lei un’epopea a cavallo tra due secoli (in un paese e in un periodo storico in cui le donne e il loro parere contano meno di niente) fino all’avvento del Fascismo, e tutto grazie a una scrittura chiara, fluida e coinvolgente. Gli avvenimenti descritti sono lo specchio di un’epoca e, tuttavia, le storie di ogni personaggio, saldamente intrecciate tra loro, hanno un ritmo quotidiano che ci avvince e ci porta dentro le loro vite, dentro al paesino rurale dalle strade lastricate di pietra, dentro al loro mondo semplice, fatto di lavoro, amori, tradimenti e voglia di riscatto. Ogni capitolo è distinto dal nome del personaggio a cui è dedicato. La scorrevole accessibilità del testo fa di questo romanzo un’ ottima e piacevole lettura, c’è ritmo, ci sono colpi di scena, c’è pacatezza e forza che tengono il lettore sulla corda fino alla fine.
Quando ho iniziato la lettura di questo romanzo mi è venuto spontaneo un paragone con “L’arminuta” di Donatella Di Pierantonio, poi però, procedendo nella storia, mi sono resa conto che solo l’atmosfera era simile, sebbene certe “durezze” contadine si ritrovino in ambedue i testi. Li ho apprezzati entrambi.
Lettura decisamente consigliata.
Dettagli
- Genere: Narrativa storica
- Copertina rigida: 249 pagine
- Editore: Piemme (2 ottobre 2018)
- Collana: Piemme
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8856667061
- ISBN-13: 978-8856667066