La versione di Mitridate
Tre storie, dense, nere, metropolitane. Tre storie giovani, fresche, cattive. Tre protagonisti, unici, intensi, vivi. La versione di Mitridate, il primo racconto che dà il nome alla raccolta, parte dalla scomparsa di una ragazzina di sedici anni. Gli occhi che guardano la vicenda sono quelli della sua migliore amica. Questo sguardo si modificherà, si ridurrà a fessura, in un percorso interiore che mostrerà il cinismo e la cattiveria oggi imperanti. La migliore amica è invece un racconto di emarginazione, fatto di bar, bottiglie rotte, puzza e sporcizia. Una storia che ha come protagonista un antieroe, duro e solitario. Un uomo che cerca la verità e che la troverà, pagando un prezzo troppo alto. Voce di Massimo Ghigi [soundcloud url=”https://api.soundcloud.com/tracks/563562156″ params=”color=#ff5500&auto_play=false&hide_related=false&show_comments=true&show_user=true&show_reposts=false&show_teaser=true” width=”100%” height=”166″ iframe=”true” /]
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La versione di Mitridate è una delle prime opere di Davide Pappalardo, una raccolta di tre racconti pubblicata nel 2015; tre storie ‘nerissime’ dove comincia a delinearsi lo stile dell’autore la cui predilezione per l’hard boiled americano emerge chiaramente nel suo ultimo libro Buonasera (Signorina).

Le tre storie che ci racconta l’autore parlano di persone ai margini, tre anime ‘nere’, ferite da amicizie che mettono in ombra o da amicizie ‘malate’ e fatte di violenza oppure, ancora, da amori mai arrivati e che forse, quando arrivano, si ha troppa paura di perdere.

Il primo racconto che dà il titolo alla raccolta è probabilmente il più originale nello spunto, con la protagonista che trama un diabolico piano ai danni dell’amica bella, quella che tutti vogliono e che tutti ammirano, quella che ti mette in un angolo con la sua sola presenza, quella che vorresti sparisse dalla faccia della Terra! Notevole anche il finale degno di un episodio della serie Alfred Hitchcock presenta!

Il secondo racconto La migliore amica è sicuramente quello dove appare netta la predisposizione dell’autore per il noir all’americana, con un protagonista che, pur non avendo impermeabile e assortimento vario da investigatore privato, ne ha assolutamente lo stile, anche nel parlare. Pur apprezzando molto il primo brano, trovo decisamente più a suo agio l’autore in questo che, forse, è stato la genesi della definizione del suo stile di scrittura.

Il terzo e conclusivo racconto è quello, a mio modo di vedere, un po’ meno ‘nelle corde’ dello scrittore; è la storia di una ragazza come tante che fatica a esternare il suo desiderio d’amore nei confronti dell’uomo da cui è attratta, salvo poi tirare fuori la grinta nel momento in cui teme di averlo perso irrimediabilmente. Anche il finale ‘che non ti aspetti’ qui mi è sembrato un pochino forzato pur apprezzando la volontà di dare una svolta, quasi una scossa finale alla storia.

In conclusione La versione di Mitridate è una raccolta molto interessante di un autore promettente che ha fatto del ‘noir’ la sua bandiera, con uno stile d’altri tempi che, personalmente, penso possa trovare meritatamente il suo spazio.

Alla prossima!

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