La casa di ringhiera è il primo libro libro che leggo di questo autore e devo confessarmi che a me non è dispiaciuto affatto. In una parola? Grottesco. I personaggi (ottime le caratterizzazioni) ricordano, anche se vagamente, i personaggi di Malvaldi, forse anche semplicemente perché in entrambi i casi a condurre le indagini, sono persone non addette ai lavori. Ironico al punto giusto, tanto da strappare un sorriso qua e là, date le circostanze in cui i protagonisti vengono a trovarsi. In realtà, il giallo fa da sfondo in questo romanzo, dove il protagonista assoluto è l’equivoco. Ciascun personaggio è artefice del proprio del proprio destino, misinterpretando la situazione in cui si viene a trovare. Sono proprio loro, (i personaggi) i veri protagonisti, con le loro passioni, loro sentimenti, le loro insicurezze… Tutte cose che fanno parte della vita di ciascuno di noi e che quotidianamente siamo obbligati a gestire. Concludendo, mi sento di consigliare la lettura di questo romanzo a chiunque voglia trascorrere qualche ora libero da pensieri, con l’avvertimento che, anche se non è Poirot, questo Amedeo Consonni è un personaggio da non sottovalutare.
Recensione di Alessandro Noseda
Peccato, il libro di Francesco Recami era partito bene ed era cresciuto di ritmo ed intensità nelle prime duecento pagine. Trama costituita da una casa di ringhiera milanese ed ordito tessuto dalle vite dei suoi abitanti. Poi, proprio vicino al traguardo, la narrazione si spegne, s’inceppa, si ferma, come se l’Autore avesse fretta di concludere e consegnare le bozze alla stampa… Bella l’idea, ottima la partitura, eccellente l’orchestra, mediocre l’esecuzione. Pazienza, l’Autore fiorentino mi piace, scrive bene, sa legarti alle pagine, proverò con un altro romanzo!
Votazione : 4/5
- Collana: La memoria