Recensione a cura di Dario Brunetti
Il re delle fate d’autunno è il nuovo thriller della coppia Claudio Chiaverotti e Pierluigi Porazzi uscito per la casa editrice Mursia, nella collana Giungla gialla curata da Fabrizio Carcano.
I fumi della fabbrica dell’Ekta provocano morti tra gli abitanti di Dolcezza, un paesino sperduto del Friuli mentre la politica resta in totale indifferenza e lascia che il lavoro si prenda le loro vite.
Non basta il veleno emanato dalle ciminiere che si respira nell’aria a destabilizzare l’ambiente, c’è anche uno spietato assassino che si aggira tra i boschi.
Quando verrà rinvenuto il corpo nudo di Silvia, uccisa da un’iniezione di acido, Giulia Foscari, ispettrice di polizia, fiancheggiata dal vice ispettore Chiarloni e dal tenente Dorigo inizieranno un’interminabile caccia all’uomo setacciando tutte le zone del paese.
Sospetti e indizi sono destinati a non avere sbocchi per la buona riuscita delle indagini, intanto il mostro sembra aver preso il sopravvento e il totale controllo della situazione perché il numero delle morti inizierà ad aumentare, ma quel che sorprenderà gli inquirenti sono delle filastrocche lasciate sul luogo del delitto. Una frase che si aggiunge equivale a un’altra giovane vittima assassinata.
Giulia deve combattere contro i suoi mostri, le sue inquietudini che la tormentano, una battaglia interiore che non vuole darle tregua e ne deve intraprendere un’altra che avrà un impatto decisivo portandola allo stremo delle sue stesse forze. Sarà come vivere un incubo che non smette di avere fine, qualcosa di insormontabile anche per una ragazza come lei.
Una fiaba nera dai contorni torbidi e oscuri magistralmente narrata dal talentuoso Chiaverotti e da Porazzi, un autore che sa maneggiare il thriller con abilità e destrezza, lo si evince dalla maniacale cura dei particolari che questa interessante coppia ha saputo mettere in atto facendo di quest’opera, una preziosa gemma letteraria per gli amanti del genere.
Personaggi inquietanti che destano più di un sospetto, ma il re delle fate sembra dare scacco matto agli stessi inquirenti diventando quasi il protagonista assoluto delle notti insonne degli abitanti di Dolcezza.
Un’ottima sinergia degli autori che hanno avuto il merito di farci percepire le atmosfere da film dell’orrore attraverso quegli elementi fiabeschi che saranno gli ingredienti giusti per l’ottima riuscita di questo avvincente thriller, dove il rosa sembra mescolarsi con il nero per fondersi e far emergere il color rosso sangue.
Dolcezza, nome di fantasia di un paese che fa parte di un immaginario collettivo dove vengono messe in scena le paure più ancestrali come se fossimo catapultati in un piccolo teatro degli orrori dove si alternano mostri di ogni specie, ed è così che la tensione prende forma acquisendo la sua giusta consistenza facendo vivere al lettore quel pathos che solo un ottimo thriller sa offrire.
Gli abitanti sono prigionieri di un destino che non vuole fare sconti e dove i mostri sembrano essere ovunque, una chiave di lettura struggente ed evocativa che gli autori hanno voluto farci pervenire attraverso una pregevole fiaba nera così ben raccontata.
Un sodalizio vincente tra Chiaverotti e Porazzi tutto da scoprire per chi vorrà assaporare un romanzo intrigante tutt’altro che dolce e che saprà regalare le giuste atmosfere da brivido.