Valdiluce sembra un luogo fiabesco, di quelli di cui si parla nelle storie che raccontiamo ai bambini prima di andare a dormire aspettando che prendano sonno. Il paesaggio è particolarmente invitante e suggestivo soprattutto dopo le abbondanti nevicate.
L’ispettore Santoni, detto Lupo Bianco, vive in montagna con i suoi amici animali ma la sua tranquillità è disturbata, come sempre, dal verificarsi di omicidi che compromettono la quiete del paese.
Con questo romanzo Matteucci non si limita solo a confermare le sue note abilità narrative ma riesce perfino a superarsi.
Ancora una volta l’autore ci sorprende con un giallo bizzarro e genialoide di altissima qualità. Interessante il contrasto tra l’aspetto tecnologico e la natura incontaminata. Può sembrare surreale ma è molto avveniristico e incentrato sul futuro. Riesce a dare una giusta sfumatura fantascientifica risultando così un romanzo quasi sperimentale. Ritengo molto sofisticata e ingegnosa allo stesso tempo l’idea che con una microtelecamera si riesca a registrare la sequenza dei colpi sparati da una pistola, usufruendo di una moviola che mette in luce l’atto criminoso.
Un romanzo che non risparmia i colpi di scena. Come sempre il buon Santoni e il suo fedele assistente Kristal Beretta riusciranno a mettere la parola fine al caso.
Un’indagine complessa e senza esclusione di colpi, che saprà attirare l’attenzione del più accanito consumatore di romanzi gialli. Matteucci non vi darà scampo, col suo stile ironico e accattivante riuscirà ancora una volta a sorprendervi.
Il lettore è avvertito.