Afunde, un paese vicino l’Emilia Romagna, un villaggio immaginario dove vivono solo donne e una palude che cattura anime, sono le ambientazioni protagoniste di questo thriller storico scritto magistralmente dall’autore ravennate Matteo Cavezzali, dal titolo Il labirinto delle nebbie, preziosa opera letteraria edita Mondadori.
La grande guerra ha lasciato delle profonde ferite, corpi di soldati mai restituiti e i pochi sopravvissuti sono uomini ormai segnati dal dolore e dalle atrocità, non hanno più un’esistenza e attendono forse la morte con largo anticipo.
Le padrone assolute di un piccolo villaggio sono le donne che hanno preso le redini di una famiglia che non esiste più, restando senza i loro mariti e accudendo i propri piccoli che non hanno nemmeno la percezione di cosa vuol dire avere un padre, una figura destinata a non essere mai incontrata.
Questo paese si porta dentro sofferenza, dolore, morte e tanto sangue, se in più a questa triste realtà si aggiunge un serial killer che uccide giovani donne, come Angelina, il cui corpo viene ritrovato vicino alla palude e allora c’è da domandarsi quanto durerà ancora questo tremendo calvario?
Sui corpi di queste donne viene rinvenuto un simbolo con la scritta Evanescent in Aura e l’uroboro, che rappresenta un serpente che si morde la sua stessa coda.
Il significato del simbolo è duplice, l’interpretazione è della morte e al tempo stesso della rinascita.
Incaricato delle indagini è l’ispettore Bruno Fosco, uno dei sopravvissuti della grande guerra che viene coadiuvato dal suo collaboratore Della Santa.
Sarà forse l’inizio di un nuovo incubo?
A impreziosire una trama che ha della perfezione uno dei suoi punti forti, troviamo molteplici personaggi, a incominciare dalla conturbante e magnetica presenza di Ardea, poi c’è Primo, un anarchico che vive in totale solitudine e stato di abbandono, il sindaco Grassi, Don Tallarini e poi ci sono i cosiddetti Padroni, uomini di un ceto sociale elevato rappresentato dai Galanti, con Egisto e suo figlio Tancredi, persona subdola quanto repellente.
Oltre alla figura enigmatica di Ardea con la sua piccolissima figlia Ada, ci sono Eva la Sajana, la guaritrice Sabuten e tante altre donne che cercano di avere il controllo del villaggio.
Riti ancestrali, nenie sussurrate dolcemente nel cuore della notte, spiritismo e una natura matrigna che vuole predominare in maniera incessante decidendo i destini avversi dei protagonisti di una storia a tratti distopica che si lascia apprezzare attraverso una narrazione cruda e immediata.
La palude risucchia inesorabile i destini di molte vite umane che sembrano fragili rispetto alle avversità della vita. La chiave di lettura che mi sento di attribuire a un romanzo realista, che si serve di un passato molto lontano per arrivare alla nostra epoca, è la speranza che somiglia a una flebile luce in fondo a un tunnel.
Tra il passato e il futuro vi è un presente che scorre molto veloce e sembra quasi che nessuno lo noti, un po’ quel accade ai protagonisti di questa storia catapultati in una spirale orrorifica ai limiti della realtà e portati quasi allo stremo delle loro forze.
Un labirintico piccolo mondo avvolto dalla nebbia sfida il tempo e lo spazio rendendo questo thriller storico un romanzo intenso e pieno di intrighi e di atmosfere noir.
Attraverso le pagine del labirinto delle nebbie ho scoperto per la prima volta, una penna formidabile come Cavezzali destinato a ritagliarsi, secondo me, uno spazio importante nel panorama letterario.