Una lucida e attenta ricostruzione degli anni della Resistenza. Un lavoro certosino e ben documentato dall’autore Marchitelli ci porta nel passato, facendo rivivere quei ricordi che restano scolpiti nella memoria della gente che ha combattuto non piegandosi mai al Fascismo e ancor meno al Nazismo.
L’incontro di Lidia con il suo nonno Aurelio, scampato agli orrori dei campi di sterminio, è uno dei momenti più emozionanti del romanzo.
La trama si snoda tra due vicende, quella del ‘43-‘45 con la lotta dei partigiani che fronteggiano i nazisti e quella dei sessantottini; così l’autore ci fa ripercorre quell’era, il periodo dei cosiddetti “Capelloni” che aveva un significato importante e di svolta.
I capelli diventano il simbolo anticonformista di rottura con la società adulta, il segno della protesta giovanile e della critica al sistema. Così il buon Marchitelli, come ci abitua sempre in tutti i suoi romanzi, fa riferimento a quei gruppi in Italia e alla musica di quei complessi emergenti come i Camaleonti (per citarne uno) che accompagnavano quelle piacevoli serate di dolci passioni e teneri abbracci.
Questo romanzo prende i giusti contorni di una fiction, soffermandosi su alcuni orrori ad opera di appartenenti al regime nazifascista in Italia nelle Marche, dove il 24 marzo 1944 il Comando tedesco accerchia, tra Roto e Braccano, la compagine residua della Banda dell’Eremita, un rastrellamento che dura fino a Marzo con barbare uccisioni che non risparmiano nessuno .
È bastato un diario alla giovane Lidia per scoprire i valori della Resistenza, la protagonista si trova in un contesto sociale del tutto nuovo e si sentirà a disagio in un’epoca che non le appartiene, ma la verità di quegli anni e il periodo del cambiamento saranno decisivi per vedere il mondo con occhi diversi.
Tutto questo sancirà una radicale svolta nella sua vita, la conoscenza di Angelo, il ragazzo di cui si innamorerà, ma ancor di più Aurelio, saranno fondamentali e giocheranno un ruolo di primaria importanza.
Marchitelli con grande maestria è riuscito a focalizzare l’attenzione del lettore scavando nel passato, avvalendosi di cenni storici e di un prezioso documentale che non possiamo certo trascurare e dimenticare.
Personalmente penso che Il barbiere zoppo sia un romanzo di tipo formativo per i giovani, necessario ad un percorso di crescita, lo ritengo propedeutico all’acquisizione di mezzi per un’appropriata conoscenza, perché in queste pagine si scrive la storia di un paese, il cambiamento di un’epoca e c’è la forte necessità di non scordare mai le sofferenze che la guerra ha portato.
Vorrei citare a tal proposito, in perfetto stile Marchitelli,due brani significativi, uno contro la guerra e l’altro, ancora attuale, che riguarda l’era del cambiamento, mi riferisco ai Nomadi, eccovi servite le tracce:
https://youtu.be/mldFRjzrlXo – La canzone del bambino nel vento (Auschwitz)
https://youtu.be/tcg0tujROE0 – Come potete giudicar
Buona lettura e buon ascolto!!!