Gli anni del sole stanco è un romanzo storico dello scrittore Fulvio Capezzuoli uscito per I Dobloni Edizioni.
Ad oggi vien da chiedersi cosa sappiamo sul fenomeno del brigantaggio? Nel corso degli anni ci sono pervenute parecchie versioni o ricostruzioni che han fatto comodo agli organi di stampa. Già dai testi scolastici il brigantaggio era un fenomeno che interessò il sud del paese e che fu represso dallo stato.
I briganti erano ritenuti dei fuorilegge senza scrupoli che si opponevano al regime dei Savoia.
In questo testo lo scrittore milanese dà voce agli ultimi, ai cosiddetti sconfitti che sono rappresentati dai contadini che si videro sottratti le terre che per loro era l’unico mezzo di sostentamento per poter vivere.
Molti di essi una volta venduti dai Borboni ai sabaudi furono deportati nelle città, chi cercò invano di ribellarsi, fu torturato e ucciso dai militari sabaudi.
Un’efferatezza crudele e spietata messa in atto dai Savoia che hanno esercitato il loro potere nei confronti dei contadini che in tutti questi anni sono stati fatti passare per ribelli e briganti pronti nel commettere azioni di repressione e di contrasto.
Chi ha cercato di contrastare con qualsiasi mezzo le milizie sabaude è la brigantessa Michelina De Cesare, nata a Caspoli in provincia di Caserta. Nel 1841 si unì a Francesco Guerra, il quale da soldato non volle prestare giuramento e scappò, diventando un disertore. Assieme attaccarono il paese di Galluccio travestiti da carabinieri assalendo le case di tutti coloro erano in possesso di beni di valore, fatta eccezione per la chiesa.
Michelina De Cesare cercava di sottrarre le armi ai militari nascondendole sotto la sottana, ma nel 30 agosto del 1868 fu catturata assieme agli altri briganti e le fu destinata una fine orribile: fu spogliata, seviziata, torturata e uccisa, ma quel che fece scalpore e che fu oggetto di dibattito, fu l’esposizione del suo cadavere in piazza davanti alla chiesa come avvertimento per la popolazione.
Un romanzo che tra realtà e finzione si rivela un testo di denuncia sociale con l’intento di dare un’attendibilità agli eventi attraverso un’analisi attenta e accurata e degli approfondimenti sulla questione meridionale; Capezzuoli restituisce dignità e valore peraltro negato per troppo tempo a un personaggio come Michelina De Cesare che fece una scelta precisa e definita di mettersi a servizio degli oppressi sfidando gli oppressori cercando di sovvertire le ingiustizie sociali.
Gli anni del sole stanco è una storia dedicata a tutti coloro i quali volevano cercare con tutte le loro forze di rimediare a un’ingiustizia terribile che hanno costretto molta gente del meridione ad abbandonare le loro terre che per tanti anni hanno coltivato e difeso con sudore e sacrificio per poi lasciarle e trovare un posto lontano dal mondo.
Le ultime pagine del testo toccheranno le corde del cuore perché troveremo una bambina che vorrà conoscere questa storia passeggiando con il suo papà in un cielo terso di inizio estate. Chi sarà la deliziosa e dolce creatura?
Ancora un sentito grazie a uno dei più raffinati narratori del nostro tempo come Capezzuoli a cui è doveroso rendergli omaggio.


