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Speciale Quercia del Myr – Intervista Paola Varalli

A cura di Manuela Fontenova e Dario Brunetti

 

Finale scoppiettante per il nostro speciale sul concorso La Quercia del Myr… oggi parliamo con Paola Varalli trionfatrice dell’edizione 2023. La nostra Paola vince nella categoria romanzi editi e guadagna il titolo di vincitore assoluto con il suo “Tira mòlla e messèda” (Todaro editore). 

 

 

  1. Al Concorso La Quercia del Myr hai letteralmente fatto furore! Vincitore assoluto e vincitore nella categoria romanzi editi. Ci racconti qualcosa della Premiazione? Quali ricordi hai portato via con te dall’esperienza a Ormea?

 

   – Guarda, è stata una esperienza davvero emozionante. Già essere finalista (eravamo quattordici) su circa 200 opere iscritte al concorso, mi pareva una bella vittoria, figuriamoci quando mi hanno annunciata vincitrice! Non volevo credere alle mie orecchie, sono salita sul palco emozionatissima. E non era finita! A un certo punto hanno dichiarato che avrebbero proclamato il vincitore assoluto (sulle tre categorie: romanzi editi, inediti e racconti). Non ci speravo, poteva benissimo essere toccato a un inedito o a un racconto degno di nota. Invece… sono stato grandi, degni della suspense legata ai gialli, non hanno pronunciato un nome! Lello Ceravolo, attore dalla voce ammaliante, ha letto un brano: “Erano in tanti in coda fuori dall’ufficio postale…” Sono sbiancata! Era l’incipit del mio “Tira mòlla e messèda” (Todaro ed.)

 

  1. Qual è il tuo rapporto con i concorsi letterari? La partecipazione, in caso la vittoria, aiuta l’interazione con il pubblico? Pensi che una menzione o un riconoscimento aiutino a raggiungere un maggior numero di lettori?

 

– Non partecipo a tanti concorsi, ma questo di Ormea, così come il Garfagnana li ho nel cuore. Con i libri precedenti ho guadagnato menzioni (l’Antiquario del Garegnano – Frilli ed.) e un invito a presentarmi al festival Giallo Ormea (con Giallo al cimitero maggiore – Frilli ed.). Penso che i concorsi servano molto. Intanto se guadagni menzioni, o anche solo ti aggiudichi la finale, la tua autostima di autore riceve una bella spinta e sappiamo quanto serva, soprattutto a chi ha sempre dubbi sul proprio lavoro. Alla premiazione c’era circa un centinaio di persone, dunque un buon numero di potenziali lettori. E poi, concedimi di spezzare una lancia a favore de “La quercia del Myr” so per certo che fanno un grande lavoro di selezione sui libri, hanno più di 80 lettori che vagliano e compilano una scheda di valutazione. Non tutti i concorsi letterari sono così seri e professionali (e lo direi anche se non avessi vinto niente) sappiamo che c’è un po’ di tutto nel panorama italiano, dai più prestigiosi al concorso abbinato alla salamella di Roccafritta, ma a Ormea sono bravi davvero.
Il libro sta andando bene, è già alla seconda edizione, un poco di merito penso lo abbiano anche questi risultati!

 

  1. Spesso nei romanzi gialli e nei thriller la trama ruota intorno a tematiche di attualità che si intrecciano all’indagine e a volte interferiscono anche con il privato dei protagonisti. Nel tuo caso, l’ironia è la cifra stilistica che ti caratterizza, perciò oltre al mistero ti cimenti nell’ardua impresa di far sorridere il lettore: nel vasto panorama letterario di genere, tu dove ti collocheresti?

 

– Alcuni li chiamano Cosy crime, io so che nelle classifiche on line sono sempre in buona posizione nella categoria “gialli soft”.

 

  1. Riferendoci alla domanda precedente, secondo te, qual è il “compito” di una lettura? Evasione, intrattenimento, riflessione? Cosa speri regalino i tuoi romanzi al lettore?

– A me piace che il lettore abbia voglia di girare pagina, voglia stare addosso ai miei personaggi e desideri sapere come va a finire la faccenda, dove vanno a parare gli indizi che dissemino. Hai ragione, la mia cifra è leggera, dunque forse evasione e intrattenimento di sicuro, ma poi rileggendo mi rendo conto che in mezzo all’ironia che mi contraddistingue riesco sempre ad infilare qualche argomento spinoso su cui riflettere. Solo che si riflette sorridendo. Per me è cosa buona.

Speciale Quercia del Myr - Intervista Paola Varalli

  1. Tira mòlla e messèda dalla sua uscita ha ottenuto un buon successo sia di pubblico che di critica, un bel tour promozionale riconoscimenti e l’affetto dei lettori lo dimostrano. Durante la scrittura te lo saresti mai aspettato? Ci racconti qualcosa sulla genesi del romanzo e soprattutto sulla scelta del titolo?

    – Negli anni del Covid ho scritto, insieme ad altri autori, due racconti lunghi per le antologie (edite da Todaro): Quattro volte Natale e Odio l’estate. La peculiarità di questi racconti (quattro per ogni volume) era cronologica: si svolgevano negli anni ’60, ‘70, ’80 e ’90. A me sono capitati gli anni Ottanta e lì mi sono inventata questi due strampalati investigatori, un idraulico e un gommista, che fanno capo al bar William nella zona del Borgh di ortolan milanese, l’attuale China Town meneghina. A Veronica Todaro, l’editore, questi personaggi sono piaciuti molto e, donna lungimirante, ne ha visto le potenzialità. Quando mi ha chiesto di scrivere un giallo intero con Pino, Marietto e il “Viliam” non me lo sono fatto ripetere.
    Il titolo? C’è un anziano milanese “doc”, nel libro, che ripete questo intercalare: Tira mòlla e messèda (che potremmo tradurre con “Gira che ti rigira”, frase utile a prendere tempo), ci piaceva e lo abbiamo usato, rischiando, poiché è una locuzione molto lombarda. Ci è andata bene.

 

 

  1. I personaggi di Tira mòlla e messèda non sono nuovi al pubblico perché sono già comparsi nei racconti contenuti in due precedenti antologie (Quattro volte Natale del 2020 e Odio l’estate del 2021 edite da Todaro). L’idea di renderli protagonisti di un romanzo come è nata? Avevi già in mente di dedicargli uno spazio più ampio?

 – Ti ho in parte già risposto sopra e… no, non avevo idea che si sarebbero allargati!

 

  1. Quali sono i tuoi progetti futuri? Nel 2024 incontreremo di nuovo le Squinzie?

 

– Anche se è autoconclusivo, Tira mòlla e messèda ha una cosuccia lasciata in sospeso e i lettori mi chiedono cosa accadrà, dunque sto scrivendo la nuova avventura di Pino&Marietto. Le squinzie mi restano nel cuore e non le abbandono, perciò prima o poi, sempre che Carlo Frilli sia interessato, ricompariranno!

 

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