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Speciale concorso La Quercia del Myr – Paolo Roversi premio giallista dell’anno 2025

Scrivo tutti i giorni, di solito la mattina presto, quando la città dorme e posso ascoltare solo le voci dei miei personaggi

Benvenuto su Giallo e Cucina, Paolo!

Questa chiacchierata la dobbiamo al premio che ti è stato assegnato come “Giallista dell’anno” dalla giuria del premio “La quercia del Myr”. 

1.MaBal – Iniziamo dal premio, Giallista dell’anno, a te che normalmente ti trovi dall’altra parte, in quanto organizzatore di festival e di premi, che effetto fa essere premiato?

P.R. Devo ammettere che fa un certo effetto. Stavolta ero “dall’altra parte della barricata” e mi sono sentito sinceramente emozionato. Ricevere un riconoscimento come Giallista dell’anno è una bella iniezione di fiducia, soprattutto perché arriva da una giuria attenta e appassionata.

2. MaBal – Secondo te festival, concorsi, premi, sono importanti per la divulgazione dei libri? Aiutano le vendite?

P.R. Servono eccome! Festival e premi tengono viva la curiosità dei lettori e creano una comunità attorno ai libri. Non sono solo vetrine: sono luoghi di incontro e di scambio. E spesso il passaparola che nasce da un evento vale più di qualsiasi campagna pubblicitaria. Certo, non sempre si traduce in vendite immediate, ma contribuisce a costruire nel tempo quella “memoria del lettore” che poi fa scegliere un autore invece di un altro.

3.MaBal – Sei padre di Enrico Radeschi, tuo storico personaggio, hai dato vita a due nuovi personaggi seriali, Gaia Virgili, profiler e Luca Botero, commissario che indaga alla vecchia maniera, hai scritto libri autoconclusivi. Scrittore, giornalista, sceneggiatore e podcaster, insegni a scrivere, organizzi premi e festival, per non parlare di Milano Nera, in generale sei molto attivo, qual è il tuo segreto?

P.R. Il segreto è la passione per quello che si fa, non stare mai fermo. Cerco sempre nuovi stimoli, nuove storie e nuovi linguaggi per raccontarle. Però c’è un filo conduttore: la curiosità. È quella che mi spinge a cambiare punto di vista, a passare da un commissario milanese a una profiler, o a un hacker giornalista. E poi c’è la disciplina: ogni progetto nasce dall’entusiasmo, ma si realizza solo con tanto lavoro quotidiano.

4.MaBal – Che tipo di scrittore sei? Raccogli tutto il materiale e poi inizi a scrivere? Lavori con una scaletta? Raccontaci un po’ della tua routine di scrittura (se ce l’hai).

P.R. Sono uno scrittore organizzato. Prima di scrivere un romanzo passo molto tempo a documentarmi, a costruire i personaggi e la struttura. Faccio una scaletta dettagliata dove raccolgo e sistemo tutti gli appunti sparsi che ho preso nel tempo: tutto serve a creare l’impalcatura. Quando ho tutto chiaro in testa, inizio a scrivere seguendo la scaletta. Scrivo tutti i giorni, di solito la mattina presto, quando la città dorme e posso ascoltare solo le voci dei miei personaggi.

5.MaBal – Quali sono le caratteristiche per un buon giallo/noir, secondo te?

P.R. Un buon giallo deve sorprendere, ma anche restare credibile. Il lettore deve avere la sensazione di poter risolvere il caso — e poi rendersi conto che gli indizi erano sotto gli occhi, ma non li ha visti. E nel noir, più ancora della trama, conta l’atmosfera: il tono, i personaggi ambigui, la città che diventa protagonista. Senza empatia e tensione morale, anche il delitto più ingegnoso resta solo un esercizio di stile.

6.MaBal – Paolo, visto tutti gli impegni che hai, riesci anche a leggere per il piacere di farlo o solo per motivi professionali? Puoi consigliare ai nostri lettori qualche autore/autrice che ti hanno colpito ultimamente?

P.R. Leggere è il motore di tutto. Scrivere senza leggere è impossibile! Certo, a volte leggo per lavoro — colleghi, giurie, docenze — ma poi finisco per appassionarmi comunque. Ultimamente ho apprezzato molto autori come Piergiorgio Pulixi e Davide Longo.

7. MaBal – Hai tre personaggi seriali molto diversi fra loro, hai una preferenza?

P.R. Sono come tre figli: impossibile sceglierne uno. Radeschi è il primo amore, quello che ti segna per sempre; Botero è la parte più umana e malinconica, quella che ama la carta più del computer; Gaia Virgili è la mia incursione nel lato oscuro della mente. Ognuno rappresenta una parte diversa di me e del mio modo di raccontare.

8. MaBal – È già stato annunciato che a gennaio uscirà una nuova avventura di Radeschi. Cosa ci possiamo aspettare?

P.R. Sarà un ritorno alle origini e, allo stesso tempo, un salto in avanti. Radeschi festeggia vent’anni di indagini e per l’occasione ho voluto costruire un romanzo che racchiuda tutta la sua essenza: si ritorna nella Bassa con un’indagine su un serial killer. Sarà un caso che metterà alla prova non solo le sue capacità, ma anche il suo modo di stare al mondo.

9. MaBal – È la prima volta che ti intervistiamo e quindi per tradizione (visto il nome del nostro sito) una domanda è d’obbligo: “hai un piatto / cibo preferito? Se sì, qual è?”

P.R. I cappelletti in brodo di Mantova, il salame al ciccolato con lo zabaione caldo e la pizza.

Grazie di cuore a Paolo Roversi per aver risposto alle mie domande e congratulazioni da parte di tutta Giallo e Cucina per il premio come Giallista dell’anno 2025!

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