Grande la gioia di disquisire con François Morlupi, uno degli autori rivelazione degli ultimi anni, amatissimo dai lettori grazie anche ai suoi irrestibili Cinque di Monteverde, la squadra investigativa romana che ha letteralmente conquistato il pubblico.
François sei il vincitore del Premio Giallista 2023 del concorso letterario La Quercia del Myr. Raccontaci della tua esperienza a Ormea: come hai vissuto la notizia di un prestigioso riconoscimento, cosa ti porterai dietro da questa esperienza?
L’ho vissuta bene, non sono svenuto! Scherzi a parte è stato per me un grande onore succedere a colleghi del calibro di Carlotto, Pulixi o Genisi. Davvero, non me l’aspettavo e mi ha reso orgoglioso. Sono contento, più che per me, per i 5 di Monteverde, sono sincero. Tengo a ringraziare ancora una volta gli organizzatori della Quercia del Myr, Bruno, Valeria e tutti gli altri. Mi hanno coccolato e fatto sentire davvero a casa. E riuscirci con Ansaldi l’ansioso, sai meglio di me, quanto sia difficile!
Hai già avuto conferme e riconoscimenti in Concorsi letterari, secondo te in un momento storico in cui si parla sempre di penuria di lettori, quanto sono utili questi eventi per promuovere la lettura?
Sono utili perché permettono di veicolare cultura in un paese che ne ha tremendamente bisogno. Sono utili perché permettono ai lettori di conoscere dal vivo degli autori e magari conoscere meglio chi c’è dietro ai libri. Gli scrittori sono esseri umani con fragilità, pregi e difetti ed è bello secondo me non creare distanze tra gli scrittoi e i lettori, anzi. Sono utili infine perché il condividere una passione, ovvero la letteratura, con gli altri è semplicemente magnifico.
Sei uno scrittore molto amato dal pubblico, per le tue storie ma anche per la tua persona. L’incontro con i lettori è sempre una gioia da entrambe le parti e sicuramente il mondo social aiuta molto a instaurare un rapporto di scambio tra chi scrive e chi legge. Quanto ti aiuta nella tua produzione e promozione il social e la virtualità?
Mi aiuta sì, perché prima di essere uno scrittore, sono un lettore. Penso sia la conditio sine qua non per poter scrivere in maniera corretta. Cosa significa dunque nell’ambito dei social? Significa che da lettore avrei amato poter parlare e disquisire con i miei autori preferiti. Penso sia un’opportunità meravigliosa che i social ci hanno donato. Io sono il primo a chiedere ogni volta, ai miei lettori, se hanno apprezzato il mio ultimo libro e se hanno magari considerazioni o consigli da offrirmi! Penso che lo scambio sia intellettualmente proficuo e soprattutto permette a noi scrittori di migliorare.
Ad aprile è uscito con Salani Formule mortali, un romanzo già pubblicato nel 2017 ma che oggi rileggiamo con alcune rivisitazioni e in una veste grafica diversa. Nasce qui il personaggio memorabile di Biagio Maria Ansaldi, il commissario di polizia più ipocondriaco e impacciato di sempre. Nel 2017 ti saresti mai aspettato una tale accoglienza tra i lettori? E quanto hai modificato, se lo hai fatto, nella figura di Ansaldi in questi anni?
Quando scrissi la prima versione di formule mortali, non pensavo assolutamente a un’eventuale pubblicazione. Era una sfida con me stesso ed era semplicemente un voler essere padroni in un mondo tutto mio. Poi capii che un libro è scritto per essere letto e pertanto tentai di pubblicarlo. Ci riuscii ma non immaginavo certo che mi avrebbe portato a essere uno degli scrittori italiani di genere più letti nel nostro paese. Una sensazione magnifica e soprattutto sono felice che il messaggio che voglio veicolare, ovvero l’elogio della fragilità, sta avendo tanto successo. Siamo tutti Ansaldi, tutti noi cadiamo ma l’importante è rialzarci dopo ogni caduta.
In questa indagine gli indizi si legano a delle formule matematiche e fisiche che dovrebbero guidare gli inquirenti verso la cattura del colpevole. Raccontaci come nasce l’idea di questi omicidi e perché la scelta delle formule come faro da seguire per la risoluzione del caso.
Nasce dall’idea di raccontare una parte dei miei studi. Quando scrissi la prima versione non avevo nessun canovaccio in testa, dovevo dunque aggrapparmi a qualcosa che conoscevo. Ecco perché il dark web e le materie scientifiche. Semplice sopravvivenza, o meglio, scrivere quasi 300 pagine senza un faro sarebbe stato per il sottoscritto impossibile!
La Squadra dei Cinque ha qui una formazione diversa, infatti c’è un personaggio che non ritroveremo nei capitoli successivi, Matteo Caldara. In fase di scrittura avevi già pensato a chi lo avrebbe sostituito? Quanto è stato difficile ricalibrare la squadra inserendo al suo posto un elemento disturbante come Alerami?
No, sinceramente no. Sapevo soltanto che sarebbe stata la sua prima e ultima indagine, visto che fin nelle prime pagine, annuncia al commissario che si dimetterà. Caldara è un personaggio a cui tengo molto, poiché rappresenta più di tutti, la normalità. Una normalità tanto bistrattata ma che a me piace e anche molto.
Non ho avuto difficoltà sono sincero. Per sostituirlo, quando ho firmato il contratto con Salani, ho pensato a un personaggio che doveva essere l’opposto. Se Caldara era aggregante, lei doveva essere disgregante. Se Caldara doveva essere pacato, razionale e solidale, lei doveva essere impulsiva, nervosa e competitiva. Penso che sia stato meglio così, anche perché tento sempre di raccontare una certa realtà nei miei romanzi. Pertanto è impossibile avere cinque persone che vanno d’accordo su tutto! Alerami è fondamentale in questo, per ristabilire un certo realismo e soprattutto denunciare una società che ha creato e continua a creare, una generazione di frustrati. Di persone che si ritrovano a 30 anni senza un contratto fisso, abitando ancora con i genitori e che non possono accedere a una libertà economica e di conseguenza, come persona.
Arriviamo alla domanda che più ci preme: quali sono i tuoi progetti futuri? Torneremo presto nel Commissariato di Monteverde?
Progetti futuri? Il seguito di Formule Mortali, uscito nel 2020 totalmente riscritto. Vediamo se ci riusciremo. Poi sicuramente uscirà nel 2025 la quinta indagine per i 5 di Monteverde…poi chissà!
C’è la volontà da parte mia di scrivere un progetto nuovo, con nuovi protagonisti. Vedremo, chi vivrà vedrà!
Grazie mille François