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Roberto Ottonelli

Speciale Maggio in giallo 2023

Diamo un caloroso benvenuto su Giallo e Cucina a Roberto Ottonelli in libreria col suo ultimo romanzo Il dolce sorriso della morte, uscito per la Mursia editore e partiamo subito con la prima domanda:

MM Come nasce l’idea per questo insolito thriller, ti ha ispirato qualcosa in particolare?

RO Nasce tanti anni fa, da una persona che ho incontrato da ragazzino a casa dei miei genitori. Uno sconosciuto goffo, impacciato, con l’alone di sudore sotto le ascelle, che ha raccontato candidamente di aver studiato biologia e partecipato a un corso serale per consulente finanziario. Ho iniziato a immaginarmi come potesse essere la sua vita, le sue relazioni, il contesto familiare. E da lì sono partito.

 

MM Tratteggi alla perfezione il tuo protagonista, Marco Bordoni, consulente finanziario il cosiddetto “uomo invisibile”, la persona che nessuno si aspetterebbe che diventasse uno spietato assassino. Da dove nascono le sue pulsioni omicide? Da qualcosa di profondamente represso?

RO Credo che possa capitare di interrogarsi se chi commette brutali omicidi nasca “cattivo” o ci diventi per situazioni sociali, familiari, per esperienze di cui a sua volta è stato vittima. Io racconto in prima persona tutti i miei personaggi perché penso che sia più diretto e immediato, permette di entrare più a fondo e più facilmente nei loro pensieri, nelle loro paure, trovarsi di fronte i rispettivi demoni. Quelli con cui ognuno, in fondo, è chiamato a confrontarsi. Non ho alcun intento assolutorio o giustificatorio, ma mi piace sollevare riflessioni in tal senso. Nel caso di Marco penso che sia una somma di fattori: il suo vivere al di fuori di ogni contesto di relazione, il suo sentirsi sconfitto a prescindere, il suo non desiderare niente, il rapporto con una madre apprensiva. Tutti elementi che lo hanno portato in una direzione precisa, senza provare alcun rimorso, in realtà proprio nessun sentimento.

 

MM A lui si contrappone l’ispettore capo Barzaghi che, coadiuvato da uno psicoterapeuta, un profiling deve cercare di carpire le dinamiche del serial killer, il bene che si contrappone al male, secondo me in questo romanzo ti focalizzi su cosa spinge un uomo a diventare un brutale assassino. Nella stesura di questa opera ti sei fatto delle idee abbastanza precise o sono insormontabili i confini di una mente umana che secondo studi psicologici chiunque potrebbe essere un potenziale serial killer?

RO Sono piuttosto convinto che ognuno, potenzialmente, possa lasciare emergere la sua metà oscura, per dirla con Stephen King. Credo in questo libro di aver giocato molto sul confine fra bene e male, su quanto, alle volte, il confine possa essere molto sottile.

 

MM Una mia curiosità particolare è di chiederti se hai delle abitudini particolari quando scrivi?

RO Non direi, fatto salvo che preferisco scrivere di notte, quando in casa tutti dormono.

 

MM Hai un nuovo romanzo nel cassetto, stai pensando a una nuova storia?

RO Ho in mente un’idea che mi frulla da qualche settimana. Mi ci ha riportato l’altro giorno una sconosciuta che ha letto il libro e mi ha suggerito dei potenziali sviluppi a cui stavo già pensando, ma per il momento preferisco concentrarmi su questo.

 

MM Ti ringrazio molto Roberto per essere stato ospite del nostro blog Giallo e Cucina nello speciale Maggio in Giallo 2023 e come ultima domanda ti chiedo cosa stai leggendo attualmente e ci indicheresti tre libri a cui sei particolarmente affezionato?

RO Sono io a ringraziare te in particolare e il blog Giallo e cucina, perché siete sempre così attenti nei miei confronti. Non è scontato, mi pare il minimo esprimere la mia gratitudine per questo. Ho appena finito “La leggenda di Marinella” di Simone Pavanelli, che ho apprezzato molto, e se devo proprio devo citare tre libri direi “Le ceneri di Angela”, “Shining” e “Noi i ragazzi dello zoo di Berlino”, ma ce ne sono tanti altri che ho amato.

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