A cura di Laura Villa
Desidero – in primo luogo- ringraziare Roberto Leonardi per averci concesso questa intervista: ho da poco terminato di leggere “L’ uomo senza volto” , un thriller veramente avvincente.
Nato a San Benedetto del Tronto ha frequentato scientifico e con seguito una laurea in ingegneria biomedica oltre al titolo di TQM (Total qualità Management) in Qualità, Sicurezza e Ambiente. Grande appassionato di sport, dirige a squadra di calcio del suo paese, ed hai al tuo attivo il thriller “L’uomo senza volto”, edito da Leone editore, del quale è previsto un seguito, che si tradurrà in un secondo volume. Inizio con le domande:
Benvenuto a GialloeCucina!
Chi è Roberto Leonardi?
Bella domanda! Sono un ragazzo semplice, come la maggior parte dei miei coetanei. Amo leggere e soprattutto scrivere (lo faccio da quando avevo 14 anni). Mi sono laureato, ho conseguito un master, ho lavorato per un paio d’anni e ora, che sono disoccupato, mi dedico totalmente alla mia passione (anche se non smetto di mandare curriculum, perché, come tutti, ho bisogno di una mia dipendenza economica).
Uno scrittore italiano che ambienta un thriller in Canada, un efferato serial killer che nasconde la sua deformità dietro delle maschere. Com’è nata l’idea di scrivere “L’uomo senza volto” ? E come mai hai deciso di ambientarlo proprio oltre Oceano?
L’idea è nata in un periodo particolare della mia via. Mia nonna era ricoverata per un grave problema al cervello. Un giorno, ero lì ad assisterla e mi sono posto una domanda che aveva a che fare con il contesto in cui mi trovavo. La risposta a quella domanda è il finale del mio libro.
Per quel che concerne il Canada, ho amici di lunga data che facevano (e fanno) la spola tra Italia e Toronto. Sentendoli parlare mi sono incuriosito, e navigando online ho trovato questo piccolo paesino dell’Alberta: Peace River. Il nome mi ha colpito, letteralmente “fiume di pace”, perché non poteva che essere l’antitesi perfetta rispetto alla trama del mio thriller.
I bambini spesso sognano un futuro da calciatore, ballerina, astronauta. Tu quale sognavi?
Io sognavo di fare il calciatore, sono sincero. Tecnicamente non ero malaccio, però a 27 anni, dopo essermi lussato la spalla per la quarta volta, ho dovuto smettere, rimanendo però dirigente della società calcistica del mio paesino.
Hai uno scrittore o un libro che ami particolarmente o a cui ti ispiri?
Ne ho più di uno. Per prosa ho sempre amato Faletti. Per quel che concerne trama e ingegno, sicuramente Carrisi, Dorn e Kepler.
Alcuni buoni motivi per leggere il tuo romanzo…
Penso che sia diverso da un normale thriller, da quando l’ho concepito, l’ho sempre definito “strano”. E vedendo le recensioni positive dei blog e dei lettori, sembra che questa “stranezza” stia piacendo.
A chiusura dell’intervista chiediamo sempre la citazione preferita e una ricetta. Vuoi dirci le tue?
La mia citazione preferita è di un grande scrittore: Coelho.
“Chi desidera vedere l’arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia.”
Ricetta: “Tagliatelle Fritte” (primo piatto)
RICETTA:
Ingredienti per 4 persone
- 500 gr. di tagliatelle
- 250 gr. di besciamella
- 125 gr. di panna
- 300 gr. di carne macinata
- ragù di carne
- mozzarella
- farina, uova e pane grattugiato per l’impanatura
- Parmigiano Reggiano.
Preparazione
Cuocete la carne macinata in una padella, aggiungete mozzarella e besciamella al preparato. Fate bollire le tagliatelle per metà cottura. Aggiungete il composto precedentemente cotto e stendete il tutto su una tavola di legno e lasciate raffreddare. Formate delle palline e impanatele con farina, uovo sbattuto e pane grattugiato. Friggete le palline in olio bollente e servite con un ragù di carne e abbondante Parmigiano Reggiano.