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Oggi parliamo con… Paola Varalli

Intervista a cura di Dario Brunetti

Diamo un caloroso benvenuto all’autrice Paola Varalli, in libreria col suo ultimo romanzo Giallo al Cimitero Maggioreuscito un anno fa per la Fratelli Frilli Editori, partiamo subito con la prima domanda: DB come nasce l’idea di questo divertente romanzo che vede le inseparabili squinzie svolgere un’indagine privata addirittura in un cimitero, ispirandoti una trama davvero originale?

PV La genesi è un po’ buffa. Ogni natale vado a Gallarate dai miei cugini che sono miei grandi lettori. Passiamo una buona parte del pranzo a discutere di intrecci gialli e di solito nasce un abbozzo di trama che poi sviluppo nel corso dell’anno. Mi piaceva molto l’idea che Anita (una delle mie “squinzie”) camminando al cimitero si ritrovasse a soccorrere una donna di cui era sicura aver visto la tomba pochi vialetti prima. “Ma come”, si è detta, “se questa è viva chi è sepolto nella tomba che porta il suo nome e la sua foto?”

DB Partiamo dal tuo romanzo di esordio Incroci obbligati che vede per la prima volta queste due strampalate e improvvisate investigatrici che vanno in giro con il loro furgoncino. Chi sono Anita Valli e Mirella Bonetti e che emozione hai provato nella consegna del tuo primo testo che poi si è rivelato convincente proprio perché hai brillantemente abbinato il giallo alla commedia?

PV Ho scritto il primo romanzo giallo “Incroci obbligati” quasi per gioco, per mettermi alla prova dopo un corso di scrittura creativa che frequentai nel 2004. Inviatolo a un concorso letterario vinsi il primo premio e me lo pubblicarono, ma senza distribuzione, quasi una dimensione casalinga. La gioia di vedere la mia opera stampata fu comunque grande, ma il romanzo rimase nel cassetto fino al 2016, anno in cui, per un caso fortuito, lo inviai all’editore Frilli di Genova che decise di pubblicarlo. Non vi dico l’emozione di trovarlo negli scaffali di tante librerie in tutta Italia e nella vetrina di Amazon, di IBS, in e-book e cartaceo. Adesso so che Frilli, ha accordi con una società partner per la produzione di audiolibri. Spero che prima o poi tocchi anche ai miei romanzi!

DB Paola Varalli a chi somiglia di più caratterialmente, ad Anita o a Mirella?

PV Nonostante Mirella sia architetto come me, io somiglio molto di più ad Anita. Anche fisicamente Mirella è alta e bionda mentre Anita è una restauratrice brunetta e frizzante, gergale e gesticolante, nella quale mi identifico abbastanza.

DB Da poco è uscito per la Fratelli Frilli editori Quei sorrisi Noir, in memoria dell’editore Marco Frilli, suo figlio Carlo ha messo tutti gli autori alla prova con grande coraggio, favorendo questo connubio giallo e commedia. Nonostante tu sia abituata con le due protagoniste, ti chiedo secondo te è difficile fare ridere al giorno d’oggi lasciando sempre quell’alone di mistero?

PV Fare ridere è una cosa difficilissima, pare sia molto più facile strappare lacrime che risate. È però vero che l’ironia è la mia cifra, dunque per me non è stato arduo elaborare una trama gialla che provocasse anche qualche sorriso. Spero di esserci riuscita. È una raccolta molto interessante che vi suggerisco di leggere!

DB Oltre ad aver scritto tre romanzi hai partecipato a tante antologie di racconti, compresa l’ultima Noir in abito da sera uscita con la Damster edizioni, ti chiedo quanto è complesso per un autore scrivere un racconto, tra la lunga stesura e quella breve, dove ti senti perfettamente a tuo agio?

PV La formula del racconto mi piace molto. Ho scritto sia racconti brevi che racconti lunghi, quasi “novelle”. Mi trovo a mio agio con lo scritto “breve” anche perché deve necessariamente concentrare, in un esiguo numero di battute, incipit, svolgimento, climax, chiusura e tutto quanto concorre a divertire e appassionare il lettore (e la lettrice!) con un’opera che deve “reggere”. In ogni caso anche i miei romanzi (almeno fino ad oggi) superano di poco le 200 pagine, non sono certo dei “tomi” pesanti! Sono un po’ una centometrista della scrittura.

DB La Milano descritta dal tuo caro amico e collega Bastasi è cupa e grigia, ci descriveresti invece il capoluogo lombardo visto dalle squinzie?

PV La mia è una Milano di periferia, ma bella, per niente sporca o squallida. Le squinzie abitano in via Gallarate, hinterland nord ovest, in un edificio industriale trasformato in appartamenti. Non sono lontane dal Cimitero Maggiore e dalla meravigliosa Certosa di Garegnano, piccolo gioiello non così noto a tutti i milanesi. Su Repubblica online c’è una video-intervista che rilasciai al giornalista-scrittore Franco Vanni qualche mese fa in cui si vede bene il quartiere Garegnano, molto gradevole con case basse e palazzi immersi nel verde.

DB Sei affezionata a queste due protagoniste proprio come noi lettori e non vorresti magari lasciarle, ma ti sei fatta catturare dalla voglia di accantonarle un attimino pensando ad un nuovo personaggio?

PV Giammai! Le squinzie sono amate sia da me che dalle mie lettrici (e pure dai lettori).
Però devo dire che poco tempo fa partecipai con racconti lunghi a due antologie per la casa editrice Todaro (Quattro volte Natale e Odio l’estate) con personaggi nuovi: Pino e Marietto, un idraulico e un gommista “virile” al bar Viliam degli anni ‘80. Piacquero molto e dunque chissà mai che non tornino alla ribalta prima o poi!

DB 2017 esordio Incroci obbligati 2019 L’antiquario del Garegnano 2021 Giallo al Cimitero Maggiore per il 2023 cosa bolle in pentola?

PV Per parlare di “squinzie 4” è forse un po’ presto, ma sto scrivendo. Se l’editore sarà d’accordo potrebbe uscire per il 2024.

DB Siamo su Giallo e Cucina e non può mancare la famosa domanda sul piatto preferito. Siamo entrambi ospiti delle squinzie cosa ci avranno preparato di buono?

PV Un aperitivo! Tartine del marinaio e Prosecco ghiacciato.
Eccovi la facile ricetta: vanno preparate al momento altrimenti si ammosciano.
Si taglia il limone (bio, con la buccia edibile) a fettine sottili, si dispongono le fette sui cracker (quelli che vi piacciono di più, io uso i Pavesi) e sopra di esse si adagiano delle acciughe sott’olio. Fine del lavoro. Semplice efficace e vi stupirete per quanto una cosa così semplice sia deliziosa.

DB Ti ringraziamo per essere stata ospite del nostro blog Giallo e Cucina, e ti faccio quest’ultima domanda da grandissima appassionata di gialli, a quali romanzi del nostro tempo ti senti particolarmente più legata?

PV Io ringrazio te, Dario, e il blog per questa opportunità.
Quanto ai giallisti, adoro il commissario Ricciardi di De Giovanni, ma mi piace tanto anche Carofiglio, Camilleri, Davide Longo, la Genisi, Rosa Teruzzi, Alice Basso, Bastasi, Reali, Arosio&Maimone, Letizia Vicidomini e, tornando un po’ indietro, il grande maestro Simenon. Ce ne sono molti altri ma se li citassi tutti non basterebbe la carta… anzi, lo schermo!

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