INTERVISTA a cura di Ornella Donna
Emiliano Bezzon, laureato in giurisprudenza, ha ricoperto la prestigiosa carica di Comandante dei Vigili Urbani in città come Milano, Torino, Varese. Ha condotto vari master , concernenti Tecniche Investigative. È opinionista, assieme alla criminologa Roberta Bruzzone, nella trasmissione televisiva su Rai 2 condotta da Milo Infante. È autore di numerosi racconti noir, pubblicati in diverse antologie, quali I luoghi del noir, Odio e amore in noir, Quei sorrisi noir. È il papà delle creature di carta che rispondono ai nomi di Doriana Messina, Capitana dei Carabinieri, e Giorgia del Rio, psicologa. Con loro ha pubblicato cinque libri intitolati: Il manoscritto scomparso di Siddharta, Il delitto di via Filodrammatici, Legami di sangue, Delitti al buio, e Corpi abbandonati. Gli ultimi quattro pubblicati con la casa editrice Fratelli Frilli.
OD In primo luogo, vorrei chiederti come nascono questi due personaggi femminili e come si caratterizzano principalmente.
EB Doriana Messina nasce, con un altro nome, in una serie di racconti noir ambientati a Varese ed è ispirata ad una capitano dei carabinieri che ho realmente incontrato nella mia vita professionale. Giorgia, invece, nasce del primo romanzo della serie, avendo la necessità narrativa di utilizzare per quell’indagine un’investigatrice non professionale. Nello stesso romanzo, durante le indagini si incontrano e da allora, almeno fino al quinto romanzo, vivono due vite parallele, che si intrecciano frequentemente. Cosa accadrà nel sesto romanzo?
OD In secondo luogo, vorrei sapere com’è stato immedesimarti e scrivere di due donne. Hai avuto difficoltà o ti è venuto spontaneo? Perché questa scelta di parlare di donne e magari, perché no, di uomini?
EB Tutto è accaduto naturalmente, senza forzature e difficoltà. Io non penso che solo le donne possano scrivere di donne…(lo stesso ovviamente vale per gli uomini). Tutti noi abbiamo, occhi, orecchi e cuore e nella nostra vita reale, così come in quella di studio o di lettura, abbiamo avuto modo di conoscere anche approfonditamente individui del sesso opposto. Questo basta per raccontare approfonditamente e indifferentemente storie di uomini e di donne o di entrambi. Poi succede anche che ogni lettore ci metta del proprio nell’incontro coi personaggi di un romanzo: questo fa si che Giorgia e Doriana siano solo in parte quel che io ho voluto raccontare, ampiamente completate e spesso anche cambiate dalla fantasia e sensibilità di ogni lettore o lettrice.
OD In quest’ultimo libro, Corpi abbandonati, l’indagine verte, principalmente, su un vecchio caso e coinvolge, anche emotivamente, più la capitana Doriana Messina perché riguarda l’uccisione di suo padre, Maresciallo dei Carabinieri. Come nasce questo romanzo e in breve, che cosa racconta?
EB Prima di tutto ho voluto raccontare perché una giovane donna come Doriana decide di indossare l’uniforme. Poi mi è capitato, durante una cena, di sentire il racconto di una straordinaria indagine, condotta negli anni Novanta in Calabria, che riguardava proprio la costruzione di una monumentale fabbrica di fatto mai entrata in funzione, con un dispendio di risorse inimmaginabile, finite nelle mani della criminalità organizzata. Sono partito dalla cronaca per sviluppare un storia evidentemente romanzata, ma assolutamente veritiera. Al contempo, sempre partendo da spunti di cronaca, ho provato a raccontare anche il dramma della violenza familiare, in particolare, quella consumata dentro le famiglie criminali, ovviamente ancora più omertose. Le due storie, che sono anche due indagini, finiranno per sovrapporsi…
OD Uno dei pilastri fondanti del tuo libro è la perfetta descrizione delle tecniche investigative, in che cosa consistono e quali sono le loro caratteristiche intrinseche. Quanto c’è di ciò che attiene la tua professione in quello che vai narrando?
EB In questo romanzo, a differenza di altri, ho utilizzato solo le tecniche investigative più classiche e tradizionali, che si fondano prevalentemente sull’osservazione e l’ascolto delle persone. Nella mia precedente esperienza professionale, durata quasi trent’anni e terminata tre anni fa, ho lavorato ad attività investigative anche complesse, maturando una serie di competenze che ho trasferito nella pubblicazione di manuali e percorsi di formazione. Su RaiPlay si può vedere un interessante film intitolato Black Maphia, in cui racconto assieme ad altri una complessa indagine condotta a Torino sulla criminalità nigeriana, ad esempio.
OD Un’altra caratteristica dei tuoi romanzi è l’ottimale descrizione dei luoghi di ambientazione, che rivela una perfetta conoscenza dei luoghi. Vuoi commentare al proposito? Conosci sempre perfettamente i luoghi che vai descrivendo?
EB I luoghi sono protagonisti, non limitandosi ad offrire una cornice di ambientazione. Le mie storie nascono in quei luoghi e non potrebbero svolgersi altrove. Poi mi diverte sempre scoprire come alcune degli aspetti locali e ambientali che racconto erano sconosciuti anche agli abitanti o frequentatori dei luoghi. Questo mi serve anche per far passare un concetto “investigativo” ma non solo, cioè l’importanza di osservare ed elaborare ogni dettaglio di ciò che vediamo, o sentiamo. Questo aiuta ad avvicinarsi alla verità di una storia ma, più in generale, serve ad apprezzare a fondo ogni esperienza. Perché questo credibilmente accada in un romanzo occorre, prima della scrittura, affrontare un’adeguata preparazione di studio e sopralluoghi. Tutto questo anche per rispetto del lettore, cui bisogna offrire storie credibili e accurate, possibilmente senza errori…cosa che talvolta – ahimè – capita di dover subire anche da scrittori importanti.
OD Siccome questa intervista apparirà su un blog letterario che si chiama Giallo e Cucina, cosa pensi in merito al connubio, appunto, giallo e cucina, inteso come conoscenza anche dei piatti tipici dei luoghi di cui vai parlando? Non solo anche in considerazione del fatto che i tuoi personaggi apprezzano pienamente la buona cucina?
EB In quest’ultimo romanzo si mangia e si beve tantissimo! Per ogni luogo della storia, dalla Valtellina, al Piemonte, alla Calabria ho voluto raccontare i piatti tipici e i vini locali. Questo è un aspetto cui tengo personalmente: quando visito un luogo lo faccio a piedi per poterlo osservare con calma e lentezza e poi cerco di apprezzare il meglio dell’enogastronomia locale, che è un elemento forte e imprescindibile della cultura, uno dei modi più sinceri per comprendere a fondo una terra e la sua civiltà.
OD Cosa significa per te la scrittura? E quali sono, in breve, i tuoi maestri del giallo?
EB Prima di tutto viene la scrittura degli altri che posso apprezzare come lettore. Solo dopo viene il mio scrivere per altri. Io non scrivo per me stesso ma perché altri mi leggano e, auspicabilmente, trattano piacere dal farlo. La scrittura è quindi una sfida continua e, come ogni sfida, richiede un allenamento costante e sempre più ambizioso che, nel mio caso, avviene attraverso la lettura di romanzi di ogni genere e saggi. Gli autori che sento più vicini alla mia sensibilità e cui mi ispiro appartengono al passato: primo fra tutti Renato Olivieri, che ho avuto il privilegio di incontrare anni fa. Poi potrei aggiungere Augusto de Angelis e, tra i contemporanei, Valerio Varesi e molti altri ancora.
OD Per finire ti chiedo se torneranno altre avventure con Doriana Messina e Giorgia Del Rio? E quali sono i tuoi progetti prossimi in cantiere?
EB Ho appena terminato la scrittura di un giallo per ragazzi.
Poi ci sono almeno due nuove storie che sto sviluppando: in una ci saranno ancora Doriana e Giorgia, nell’altra no.
OD Ringraziamo vivamente Emiliano Bezzon per la sua disponibilità.