Intervista a cura di Laura Villa
Potrei dire che a venti anni stavo progettando un motore a fusione nucleare e che a trenta ero nella lista degli uomini scelti per essere inviati su Marte, ma sarebbero tutte cose prive di senso e importanza. La verità è che non c’è molto da dire sul mio conto se non il fatto che sono una persona comune, come tante che si incrociano alla fermata della metro o in fila al supermercato. Amo scrivere, ma soprattutto leggere, e Il Buio Dentro è il mio ultimo romanzo.
Sono sempre stato affascinato dal modo in cui il Male riesce a contaminare le persone, a influenzarle nelle scelte, a spingerle oltre limiti, veri abissi oscuri. Ci siamo sempre interrogati sull’esistenza dei mostri, senza comprendere che i mostri in realtà siamo noi. Tutti noi.
Da ragazzino leggevo moltissimo fantasy ma anche gialli. A undici anni ho letto La Spada di Shannara di Terry Brooks e Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie. Come gusti, preferisco la scuola di scrittura americana e le storie ambientate nel passato. Mi piacciono molti autori, da George R. R. Martin a Stephen King, passando per Richard Matheson, Dan Simmons, Cormac McCarthy e Joe R. Lansdale, ma non sono schiavo dei generi. Per esempio di recente mi sono lasciato rapire da Stoner di John Williams e credo che, al momento, sia per me la migliore lettura fatta nell’anno. Leggere è importante, uno scrittore che non legge abbastanza non è un vero autore.
All’inizio volevo fare il veterinario. Collezionavo e leggevo enciclopedie degli animali, ero drogato di Quark e cose del genere. Gli anni più difficili sono stati quelli del Liceo, dove ho attraversato varie fasi, scoprendo piccole sfumature della mia personalità. La passione per i libri mi ha accompagnato in ogni momento. I libri sono migliori della gente perché restano mentre le persone vanno e vengono nella vita. In ogni caso, scrivere per me è un progetto a lungo termine: spero di riuscire a farlo a tempo pieno e di non essere costretto a pensare ad altro per sopravvivere. Franz Kafka diceva di non voler essere altro che letteratura e forse capisco a cosa si riferiva.