Oggi Parliamo Con...

Anthony Caruana

Intervista a cura di Marika Campeti

Buongiorno Anthony, e grazie di averci concesso un po’ del tuo tempo. Noi di Giallo e Cucina abbiamo letto il tuo romanzo “Contorni opachi” e vorremmo approfondire la tua conoscenza dato che il libro è piaciuto molto al pubblico e alla critica, tanto da essere presentato per il Premio Strega. 

Contorni opachi” un titolo che richiama la difficoltà del protagonista nellidentificazione con se stesso. Cosa hai voluto racchiudere in questo titolo? quale messaggio?

I Contorni Opachi sono le sfumature dell’esistenza che cerchiamo di definire nelle persone che incontriamo nella nostra vita. Ma, allo stesso tempo, sono i tratti caratteriali che siamo intenzionati a svelare noi stessi agli altri, nella misura in cui gradiamo essere riconosciuti.

Ci vuoi raccontare lemozione provata nel momento in cui ti hanno comunicato della candidatura al premio Strega?

È stato un momento di gioia pura, un’emozione che dura tuttora. Dopo lo stordimento iniziale, dovuto all’inaspettata notizia, ho cominciato a prendere consapevolezza di aver fatto un importante passo in avanti e di avere intrapreso un percorso letterario preciso che mi sta dando molte soddisfazioni.

Musica, richiami allarte pittorica e monologhi teatrali. Il tuo romanzo è un caleidoscopio che racchiude diverse manifestazioni dellarte, raccontaci come si intersecano con le parole.

A mio avviso le arti devono costantemente dialogare fra di loro. Per me è un processo naturale, sarà perché, fortunatamente, sono sempre immerso nella musica. Nelle mie presentazioni amo far confluire tutto in un unico spettacolo: immagini, video, fotografia, recitazione, musica, ballo. Un modo live di far vivere a pieno le emozioni che tento di trasmettere ai lettori attraverso le mie storie. Durante la stesura dei miei romanzi cerco costantemente ispirazioni sensoriali, veicolate da elementi artistici: uno scatto di Vivian Maier, un solo di Coltrane, un quadro di Millet, una scultura di Rodin e tanti altri input di questo genere.

I tuoi personaggi, anche quelli negativi” alla fine hanno comunque una giustificazione al loro comportamento. Eun modo per indicare alle persone di guardare oltre e non giudicare?

Credo che l’essere umano viva un continuo conflitto interiore tra due opposti – che qui definisco genericamente con i termini bellezza e bruttezza – i quali disputano una costante battaglia per affermarsi l’uno sull’altro. La sospensione del giudizio, a mio avviso, è un atteggiamento intelligente da adottare per avere una panoramica il più possibile oggettiva sulla contemporaneità. I miei personaggi, pertanto, vivono apertamente questa battaglia fra bello e brutto.

Anthony è più scrittore o musicista? 

La mia professione artistica è principalmente incentrata su queste due attività: suonare e insegnare. Ultimamente, però, la componente legata alla scrittura sta prendendo sempre più spazio nella mia vita. Questa fusione, devo ammettere, genera in me un rassicurante e appagante stato di piacere.

Raccontaci della tua evoluzione da scrittore, dal primo romanzo, la tua tecnica come è cambiata? Il tuo approccio alla scrittura come si è evoluto?

Credo che il segreto sia quello di mettersi costantemente in discussione, di lavorare sodo e, se possibile, scrivere tutti i giorni. Ragionare nel breve termine e non pensare alle lunghe distanze. Stilisticamente, credo di aver mantenuto una certa coerenza nei miei scritti. Quello che sicuramente è cambiata è l’attenzione che presto in fase di revisione. Osservare in maniere più distaccata e oggettiva il lavoro con occhio critico e funzionale alla storia è il mio modo per crescere tecnicamente. Leggere molto e costantemente romanzi di vario genere è sicuramente la migliore palestra. Inoltre, anche se può risultare un’espressione banale, per imparare a scrivere bisogna scrivere.

Oggi emergere come scrittore è molto difficile, hai un consiglio da dare a chi vuole intraprendere la carriera di scrittore? Cosa diresti a chi ha un romanzo nel cassetto?

Innanzitutto bisogna avere molta pazienza e aspettare il momento giusto per proporsi. Aver scritto un libro non significa necessariamente che questo sia pronto per la pubblicazione. Il mio consiglio è quello di lavorare al testo in maniera molto approfondita; solo in un secondo momento bisogna cominciare a identificare e cercare, all’interno delle numerose case editrici, le collane specifiche dove il proprio romanzo, potenzialmente, possa essere collocato. Dopo l’invio del manoscritto, bisogna aspettare ancora, fino a che non arrivi una proposta valida che soddisfi le aspettative dell’autore. In ogni caso, evitare assolutamente case editrici a pagamento. Se nel tempo non si presenta nessuna occasione di pubblicazione, bisogna accettare il fatto che il romanzo, per il momento, non è maturo e provare, semmai, a scrivere qualcosa di nuovo, e ricominciare l’iter da capo. È un percorso di attese e di sacrifici.

Sei curatore di una collana Schegge” per Bertoni Editore. Cosa consigli a chi vorrebbe provare a sottoporre un manoscritto?

La collana Schegge della Bertoni Editore pubblica romanzi a tematica psicologica, sociale, famigliare con attenzione particolare all’essere umano. Il consiglio che posso dare è quello di verificare che l’argomento trattato nel manoscritto proposto sia centrato, che l’idea sia originale e che la forma sia particolarmente accurata. Inoltre, è sempre importante inviare una buona sinossi esplicativa, chiara e diretta e una biografia con riferimento a eventuali pubblicazioni passate.

Ti piace curare i rapporti con i tuoi lettori? Sapere personalmente cosa pensano dei tuoi scritti, interagire con loro durante la lettura?

Molto! Credo fortemente nel confronto e nella condivisione. Ogni interpretazione, ogni punto di vista, così come ogni critica, rappresenta per me un’enorme fonte di ispirazione. L’arte è comunicazione.

Parlaci dei tuoi progetti a breve termine.

Sto iniziando l’editing di un nuovo romanzo che uscirà prossimamente per la Bertoni Editore e sto programmando spettacoli, concerti, eventi e presentazioni per l’estate imminente, con la speranza di poter tornare a esibirmi in pubblico. Inoltre, sto lavorando con Gino Saladini alle musiche e ai testi di un musical sul don Chisciotte.

Il tuo sogno di scrittore ancora non realizzato è quello di…?

Il mio sogno è quello di continuare a scrivere sempre con la stessa passione e gioia con cui lo faccio adesso. Senza dimenticare che il fine ultimo della mia scrittura è quello di comunicare emozioni.

Grazie per la bella chiacchierata. Ora, come tradizione di Giallo e Cucina ti chiediamo di salutarci con una citazione ed una ricetta che ami!

Visto che abbiamo parlato di contaminazione delle arti, vorrei citare una famosa frase di Voltaire: La scrittura è la pittura della voce. Come ricetta, invece, propongo un piatto che prepara spesso mia madre per i pranzi di famiglia, semplice ma gustoso: trofie alla carlofortina, con tonno, pomodori pachino, pesto alla genovese e una spolverata di bottarga di muggine.

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