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Oggi parliamo con… Annalisa Giuliani

Intervista a cura di Alessandro Noseda

 

Oggi parliamo con… Annalisa Giuliani

Abbiamo il piacere di ospitare nella nostra cucina Annalisa Giuliani autrice de L’amore coniugato. Benvenuta!  Cominciamo con una breve biografia: chi è Annalisa?

Questa è sicuramente la domanda più difficile, dare una definizione di sé, nonostante i miei 50 anni dietro l’angolo, è cosa ardua. Sono abruzzese, nata ad Atessa dove vivo e lavoro, sono avvocato e insegnante.  Se sono una scrittrice? Mi sembra una usurpazione di titoli. Sono sicuramente una lettrice e una accumulatrice seriale di libri. La scrittura è un piacere che mi viene dall’innamoramento precoce della parola scritta.

Quando, come e perché è nato il tuo amore per la scrittura?

Ho sempre amato leggere e ho sempre scritto, mi è sempre venuto più facile esprimere i miei pensieri attraverso l’inchiostro. Ho cominciato a scrivere favole per gioco insieme a mio figlio. Quasi una legittima difesa nei confronti delle parole degli atti giudiziari che mi suonavano aride e rigide.  Ho scritto il mio primo racconto “Chiedilo ad Arturo”, con il quale ho partecipato al Festival “il dio di mio padre” dedicato a John Fante, ricevendo una menzione speciale. Nel 2015 allo stesso festival il mio racconto “Sogni nella casa di bouganville” ha vinto il premio della giuria tecnica.  John Fante mi ha portato fortuna!!! Poi ad un concorso letterario ho incontrato uno scrittore vero: Sandro Bonvissuto e il suo imperativo: “Scrivi!”

L’amore coniugato è il tuo romanzo d’esordio. Tre motivi per cui leggerlo assolutamente?

L’amore coniugato è il mio primo romanzo, è incentrato sull’amore. Quello di Artemisia ed Ernesto, che si legano indissolubilmente l’una all’altro con un sentimento profondo, riconoscendosi ognuno come la reciproca metà elettiva dell’altro. Si amano e si legano nonostante lui sia già sposato. Artemisia sarà costretta a scegliere. La scelta la porterà a rivisitare il suo sofferto passato, a cambiare vita e scoprire che l’amore autentico non si esaurisce ma si trasforma, passa di persona in persona, torna al punto di partenza. Sempre uguale, sempre diverso. Coniugato, appunto.

I motivi per cui leggerlo? Perché l’amore con la sua imperfezione pervade l’esistenza di tutti, per scoprire che può essere coniugato in tempi e modi diversi, e che la felicità non è che un inciampo.

Ti piace presentare i tuoi libri? Una domanda che ti fanno sempre i lettori e una che vorresti ti facessero e non arriva mai.

Mi piace molto presentare il libro e sono molto contenta del suo viaggio, sono sorpresa da quello che ci leggono i lettori, è come se le parole che io ho fermato sul foglio si completassero nella lettura degli altri. Nelle presentazioni, le lettrici mi chiedono perché Ernesto non sia capace di scegliere, i lettori mi chiedono come mai, da donna, sono stata brava nel cogliere l’incapacità di Ernesto. Mi piacerebbe che mi chiedessero cosa sento quando scrivo.

Cosa ami leggere? E se devi regalare un libro come lo scegli?

Amo leggere romanzi, ho divorato i classici, leggo contemporanei. Mi piace andare per librerie e fare come Eloisa, altra protagonista del mio libro: cercare autori sconosciuti aprendo pagine a caso e innamorandomi delle parole. Mi piace regalare libri, quelli che ho letto e che ho amato.

 

Tre autori che consideri imperdibili?

Sono più di tre in realtà, sicuramente John Fante, Marquez, Tabucchi e molti altri….

Un consiglio a un nostro lettore con un romanzo ancora chiuso nel cassetto?

Avere molta pazienza, non fidarsi degli editori a pagamento, conservare l’umiltà e crederci sempre.

Altre passioni oltre alla scrittura?

Oltre i libri amo il canto corale, le chiacchiere tra amici, le passeggiate al mare, il piacere della convivialità e della buona tavola: amo cucinare, la cucina è per me un laboratorio dove sperimentare, inventare, dove il cibo si trasforma e scopre altre forme, altre vie, nuove varianti alchemiche.    

Grazie per la bella chiacchierata! Ora, come tradizione, ti chiedo di salutarci con una citazione e una ricetta che ami particolarmente!

La citazione la rubo dalle pagine di uno dei libri più belli scritti in questi ultimi anni: “Dentro” di Sandro Bonvissuto, scrittore amico che ha scritto la nota che apre il mio libro

scrivere e vivere sono i due estremi della stessa corda. Due risposte differenti ma ugualmente buone alla stessa domanda

Vi saluto con la ricetta regina della mia terra: le “pallotte cace e ove”, ovvero le polpette cacio e uova, il piatto della tradizione contadina e pastorale abruzzese

 

INGREDIENTI

  • 200 g. di pecorino (abruzzese) semi-stagionato grattugiato
  • 200 g. di formaggio semi-stagionato grattugiato di mucca
  • 100 g. di parmigiano grattugiato
  • 250 g. di mollica di pane raffermo grattugiata
  • q.b. pomodori pelati
  • q.b. olio di oliva extravergine
  • 1 spicchio aglio
  • 1 ciuffo prezzemolo tritato
  • basilico
  • Olio per frittura q.b.

PREPARAZIONE

In una ciotola amalgamare le uova, i formaggi, il prezzemolo e metà spicchio di aglio tritati finemente, sale, pepe, il pane raffermo sbriciolato. Formare delle polpette che andranno fritte in olio bollente. Scolarle e adagiarle su carta cucina.

A parte preparare il sugo: in una pentola versare l’olio evo, unire metà spicchio di aglio e appena sarà leggermente dorato unire la passata di pomodoro. Regolare di sale, e far cuocere a fuoco lento, quando il sugo bolle immergere le pallotte e portare il sugo a cottura. Cospargere infine sugo e pallotte con un trito di basilico e prezzemolo.  Buon appetito!!!!!!

 

Grazie per il tuo tempo e buona lettura ai followers!

 

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