Film drammatico del 2021 regia di Giuseppe Bonito con Sofia Fiore, Vanessa Scalera, Fabrizio Ferracane, Elena Lietti.
Film con la regia di Giuseppe Bonito e con un cast che annovera la duttile Valeria Scalera nella parte della madre della giovane protagonista ai molti conosciuta come personaggio televisivo nei panni del commissario Imma Tataranni e che passa indifferentemente da ruoli leggeri a ruoli intensamente drammatici. Il film assume la maschera in cui il ruolo interpretato suscita emozioni di rabbia e di rassegnazione. Sofia Fiore la protagonista che ha il profilo di una madonna raffaellesca e che la giovane età (13 anni) non condiziona il ruolo che interpreta con professionalità consumata. In fieri è destinata per il talento a divenire una gemma nel panorama cinematografico italiano. La ancora più giovane Carlotta De Leornadis (9 anni) nei panni della sorellina Adriana emoziona per la vitalità e la spontaneità coinvolgente. Il film prende ispirazione dall’omonomo romanzo di Donatella Di Pietrantonio vincitrice del premio Strega 2024 e del premio Srega Giovani con “L’età fragile”. La trama del film che, come dicevo, ripercorre fedelmente la storia del romanzo narra la storia di una bambina restituita dopo 13 anni alla famiglia di origine. L’Arminuta che in dialetto abbruzzese significa proprio “ritornata o restituita” e in questo titolo c’è già tutta la trama del film che considero imperdibile e che immergerà gli spettatori in una atmosfera di intense emozioni dall’inizio alla fine. “Era l’Arminuta la ritornata. Parlavo un’altra lingua e non sapevo più a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un ragno”. Queste parole danno già significato alla visione che questo film vuole e riesce a rappresentarci. Premio Bnl e moltissimi applausi e lodi alla Festa del cinema di Roma, unico titolo italiano invitato nella selezione ufficiale. L’opera cinematografica di Giuseppe Bonito che, come ho anticipato, si ispira all’amatissimo romanzo delle Petrantonio, best seller mondiale e Campiello 2017 e si avvale anche della sceneggiatura di Monica Zappelli, è come il romanzo un’opera potente e toccante che tocca le fibre grazie alla mano sensibile del regista e un cast in stato di grazia. Oltre alla citata e splendida Sofia Fiore e Carlotta De Leonardis, Valeria Scalera ed Elena Lietti (le madri) Fabrizio Ferracane (il padre) e il sulmonese Andrea Fuorto che emoziona nel ruolo del ribelle Vincenzo. La visione, come per coloro che lo vedranno, è stata di forte impatto emozionale per me e sentivo intorno lo stesso forte impatto emozionale in sala. Una storia di sorellanza e di coraggio, di opposizioni tra volontà e destino, tra agiato e ambiente moderno la cui l’Arminuta proviene e che era il luogo in cui ha vissuto con la madre adottiva e il mondo arcaico e rurale al limite dello squallido in cui viene sbalzata quando viene proiettata nella famiglia biologica. Dice Bonito Oliva che ha magistralmente condotto il film con mano sensibile, quando ho avuto la fortuna di leggere e di immergermi nella sua atmosfera la voglia di tentarne la trasposizione è stata immediata. “Il romanzo è ricco di sentimenti che ho cercato di conservare e di trasfondere nella conversione cinematografica e posso affermare, senza paura di smentita, che questo gli è riuscito perfettamente ed il successo ottenuto ne dà ampia prova. “Sono cilentano e provengo da una zona affine all’Abruzzo raccontato nel romanzo. Vi ho sentito voci, rivisto facce, persone, conflitti familiari, sensazioni, odori della mia infanzia e questo è stato un motivo molto forte. Sentivo di poter adattare una storia familiare e di personaggi quasi esclusivamente femminili”. Voglio solo offrire una sintesi del film per lasciare allo spettatore il piacere e l’emozione di una scoperta. L’asse portante è costituito dalle due madri, adottiva e biologica e dalle due sorelle, ma ci sono personaggi significativi come il padre ed il fratello Vincenzo. Dice il regista: “nel fil ragiono più per personaggi che per temi. L’esplorazione della maternità imperfetta, la sorellanza dell’Arminuta e della piccola Adriana che diviene un legame viscerale. La resilienza dei bambini rispetto agli adulti. Il ritrovare e soprattutto accettare le proprie radici ed il cambiamento che stravolge la vita della protagonista. Solo per concludere che il film era nel gruppo di titoli candidato all’Oscar per l’Italia. Potrei continuare all’infinito, soffermandomi sulla interpretazione delle giovanissime interpreti selezionate tra migliaia di candidate e sulla consolidata bravura delle altre e degli altri interpreti ma lascio a Voi giudicare e goderne della bravura.