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I maestri del giallo

JUNE THOMSON
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June Thomson, inglese, è nata a Rettendom, nel Kent, il 24 giugno 1930. Dopo aver studiato presso la Chelmsford County School, nell’Essex, e aver frequentato il Bedford College University di Londra, nel 1952 s’è laureata in Belle Arti. In seguito ha insegnato in varie scuole di Londra e dell’Hertfordshire, dove ha abitato a lungo (a St. Albans e a Rugby). Sposata e divorziata, ha avuto due figli.

 

Ha esordito nella narrativa poliziesca nel 1971 col romanzo Not One of Us, mai tradotto in italiano, primo di una serie avente come protagonista fisso Jack Finch, ispettore della polizia di Chelmsford, affiancato dal sergente Tom Boyce. Singolare (e poco comprensibile) è che, nelle edizioni statunitensi dei romanzi, il cognome del protagonista, Finch, risulta cambiato in Rudd.

 

Complessivamente, i gialli con l’ispettore Finch assommano a venti, di cui tredici ancora inediti in Italia:

Not One of Us (1971), Death Cap (1973), The Long Revenge (1974), To Make a Killing (1982), Sound Evidence (1984), A Dying Fall (1985), The Dark Stream (1986), Rosemary for Remembrance (1988), Past Reckoning (1990), Foul Play (1991), Burden of Innocence (1996), The Unquiet Grave (2000), Going Home (2006);

 

e sette tradotti in italiano, tutti nella benemerita collana Il Giallo Mondadori [GM]:

1977, Case Closed (Il caso è chiuso, GM n. 1589, 1979);

1977, A Question of Identity (Questione d’identità, GM n. 1705, 1981);

1978, Deadly Relation; altro titolo The Habit of Loving (Questione di follia, GM n. 1780, 1983);

1980, Alibi in Time (Anatomia di un villaggio, GM n. 1740, 1982);

1981, Shadow of a Doubt (Un’ombra di dubbio, GM n. 1839, 1984),

1987, No Flowers by Request (Niente fiori, GM n. 2066, 1988):

1989, The Spoils of Time (Le rovine del tempo, GM n. 2155, 1990).

 

Va detto infine che, a partire dagli anni ’90, la Thomson rivelò il suo grande amore narrativo per Sherlock Holmes, dedicando al personaggio immortale di Conan Doyle sei antologie di racconti apocrifi (The Secret Files of Sherlock Holmes, 1990; The Secret Chronicles of S.H., 1992; The Secret Journals of S.H., 1993; The Secret Documents of S.H., 1999; The Secret Notebooks of S.H., 2004; The Secret Archives of S.H., 2012), intervallate da un notevole saggio sul rapporto fra Holmes e Watson (Holmes and Watson: A Study in Friendship, 1995) e concluse da un romanzo, Sherlock Holmes and the Lady in Black (2015). Romanzo che fu anche l’ultima opera della scrittrice, che morì in patria, in età avanzata, nel 2022.

 

Ma che tipo di investigatore è Jack Finch? Ispettore di polizia nelle campagne dell’Essex, ha una faccia rubizza, l’aria schietta e aperta tipica dell’uomo di campagna. Metodico, tranquillo, sicuro di sé, è una specie di eroe antieroico in perfetta armonia con il suo “feudo” rurale, di cui è responsabile. Solo negli ultimi romanzi della serie gli appaiono assegnate missioni speciali, che il grado superiore di ispettore capo da lui raggiunto gli consente di svolgere fuori dalla sua piccola città di provincia. Gli sfondi paesistici di questi mysteries – e la partecipazione (di vita e di scrittura) con cui la Thomson li descrive – spiegano in parte il successo di pubblico, tanto che il suo senso del “colore locale” – coi piccoli villaggi, i club del posto, i vecchi pub – è stato accostato da alcuni critici ai nomi di Faulkner, Hawtorne e Ross McDonald.

 

Mystery rurale, quindi, il plot della Thomson? Meglio lasciare la parola alla stessa scrittrice, intervistata nel 1981 sul Giallo Mondadori [n. 1705]: “Mi è sempre piaciuto leggere romanzi polizieschi. Un mistero o un enigma da risolvere sono cose che mi affascinano come risolvere un puzzle. Scrivere storie poliziesche mi dà l’opportunità di analizzare in maniera molto particolare le personalità dei protagonisti e i rapporti che intercorrono tra loro. Mi interessa la personalità dell’outsider, l’individuo cioè che non riesce ad amalgamarsi con l’ambiente e la società in cui vive. Mi piace ambientare le storie in campagna perché è un tipo di sfondo che conosco molto bene, e ritengo anche di aver capito quali rapporti si possono sviluppare in una comunità piccola, e quali tensioni. L’ispettore Finch le coglie esattamente nello stesso modo, le capisce e a volte persino se ne serve…”

 

Ci sembra utile continuare con le parole di Mary Groff, esperta di narrativa gialla inglese e autrice di molti saggi sul genere poliziesco: “Il mondo di June Thomson è un mondo di solitudine, di sospetti e di vittime che vivono in un reciproco patto di rifiuto della società. Abbondano le località isolate, come per esempio la fattoria di Questione di identità, dove vive una famiglia che ha sempre evitato contatti con gli altri abitanti del villaggio; oppure il solitario villino del primo romanzo, Not One of Us, oppure ancora le desolate paludi dell’Essex, come ne Il caso è chiuso.”

“L’ispettore Finch” prosegue la Groff “è un individuo tranquillo e sicuro di sé. E a suo modo anche lui è un solitario. Vive con una sorella e un cane. La Thomson preferisce tenere i suoi personaggi lontano dalla vita metropolitana e farli vivere o in campagna o in una cittadina di provincia. Nelle piccole comunità l’ostilità è spesso diretta verso coloro che cercano di modificare i secolari standard di moralità e di comportamento. Sono luoghi dove dietro l’apparente candore e tranquillità della facciata si nascondono grovigli di sentimenti e di passioni.”

 

E a conferma delle parole della studiosa, ci piace accennare alla trama proprio di Questione di identità, in cui, durante una campagna di scavi in una zona del Sussex, un gruppo di archeologi, alla ricerca di manufatti sassoni, porta alla luce un reperto raccapricciante. Si tratta del cadavere di un uomo, avvolto in un sudario, e seppellito in un periodo relativamente recente. Per scoprire chi sia, e perché sia stato sepolto proprio lì, Finch ha solo un minimo indizio: la croce, ormai corrosa, che il cadavere si porta ancora al collo. Per il resto, sa solo di trovarsi di fronte al caso forse più difficile di tutta la sua carriera. Ma armato di pazienza e di acume, a poco a poco l’ispettore toglierà la cortina di perbenismo e di inquietante omertà che circonda la piccola comunità rurale, mettendone a nudo colpe e segreti e scendendo fino alle vere radici del male.

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