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Il cavaliere e la morte – Leonardo Sciascia
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Trama

Mentre l’azione si dipana, mutandosi in un potente apologo, il Vice – il commissario di polizia protagonista di questo romanzo – tiene sempre nella mente l’incisione di Dürer intitolata “Il cavaliere, la morte e il diavolo”, che lo ha accompagnato sulle pareti di tante stanze, nelle sue peregrinazioni da un ufficio all’altro, come se in quell’immagine si celasse il segreto di ciò che avviene intorno a lui. Solo che il mondo, ormai, sembra poter fare a meno del Diavolo. Forse perché “il Diavolo era talmente stanco da lasciar tutto agli uomini, che sapevano fare meglio di lui”.

Recensione a cura di Dario Brunetti

Il cavaliere e la morte è la penultima opera dello scrittore e giornalista siciliano Leonardo Sciascia uscita nel 1988 per Adelphi editore.

Un romanzo breve che non è solo un giallo, genere che ha accompagnato lo scrittore nativo di Racalmuto nella sua lunga carriera letteraria, ma come viene definito nel sottotitolo appartiene al sotie.

Questo termine sta indicare un genere teatrale satirico francese collocabile tra fine Medioevo e inizio Rinascimento e nello specifico la sua derivazione proviene per l’appunto dai suoi personaggi che erano degli sciocchi o si divertivano a diventarlo.

Oltre a Leonardo Sciascia anche lo scrittore francese André Gidé nella sua opera I sotterranei del Vaticano ha adoperato questo genere letterario facendo dei loro protagonisti dei personaggi quasi caricaturali.

Il cavaliere e la morte ne diventa un romanzo allegorico per mettere in evidenza il tema del potere e della corruzione della nostra società sottoforma di satira avvalendosi del metodo investigativo che ne esplora le nefandezze tra il mondo della politica e l’ambiente mafioso.

Il cavaliere, la morte e il diavolo è un’incisione di Albrecht Durer del 1513 e la sua stampa a cui si rifà quasi al titolo del romanzo è entrata nella vita e carriera del suo protagonista, il Vice che nel corso degli anni è stata collocata nei vari uffici acquisendone sempre più valore.

Il Vice deve indagare sull’omicidio dell’avvocato Sandoz. Per il protagonista sembra essere un regolamento di conti ad opera di terroristi denominati I figli dell’89. Dell’ipotesi opposta è il Capo del Vice che è convinto che a uccidere Sandoz sia stato un certo Aurispa, un ricco industriale coinvolto in loschi affari.

Dove sarà incanalata l’indagine che sembra essere diventata oggetto di contesa tra il Vice e il suo superiore?

Il protagonista vive il caso come l’ultima indagine della sua vita e in fin dei conti lo è, rivelandosi un vero e proprio testamento. Il cancro gli fa contare i suoi ultimi giorni ed è sempre combattuto dall’utilizzo della morfina per alleviare le pene e le sofferenze.

Chi sono i figli dell’89 che il Vice sostiene con assoluta fermezza siano i colpevoli dell’omicidio dell’avvocato Sandoz?

Per Sciascia, la definizione “i figli dell’89” diventa un’espressione e quindi un pretesto nella storia in sé per indicare quei giovani che dopo la caduta del Muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda hanno visto con i loro occhi un mondo in piena evoluzione, vivendo la fine di un’ideologia e dove tutte le certezze acquisite nel corso del tempo dai loro padri venivano messe in discussione.

Nel contesto del romanzo, lo scrittore li classifica in personaggi corrotti dal sistema e pronti a commettere qualsiasi tipo di azione sovversiva nei confronti della nostra società. Poi ci sono personaggi come Aurispa capaci di spostare gli equilibri di un’indagine con il suo pragmatismo e volendo far cadere in errore il suo subordinato per nascondere e mettere al sicuro il cosiddetto “potere occulto”.

Forse il cavaliere non è solo il Vice, ma è anche lo stesso Sciascia che attraverso questa penultima gemma letteraria ha deciso di congedarsi con stile ed eleganza che lo hanno reso uno dei più grandi romanzieri del genere poliziesco capace di andare oltre la semplice narrazione di eventi delittuosi ma di soffermarsi su tematiche del nostro tempo, come la mafia, la giustizia, il potere e la corruzione inquadrandoli in una dimensione più etica e politica avvalendosi di riflessioni filosofiche.

Il cavaliere e la morte - Leonardo Sciascia

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