Data di uscita: 11 settembre 2025
Genere: drammatico, sentimentale
Paese: Gran Bretagna, Usa
Durata: 123 minuti
Distribuzione: Universal
Regia: Simon Curtis
Attori: Michelle Dockery (Lady Mary Talbot), Hugh Bonneville (Lord Grantham), Elizabeth McGovern (Lady Grantham), Jim Carter (Mr. Carson), Joanne Froggatt (Anne Bates), Joely Richardson (Lady Petersfield), Paul Giamatti (Harold Levinson), Dominic West (Guy Dexter), Phyllis Logan (Mrs. Hughes), Alessandro Nivola (Gus Sabrook), Penelope Wilton (Lady Merton), Laura Carmichael (Lady Edit Hexham), Robert James-Collier (Thomas Barrow), Allen Leech (Tom Branson).
Sceneggiatura: Julian Fellowes
Fotografia: Ben Smithard
Montaggio: Adam Recht
Musiche: John Lunn
Scenografia: Donal Woods
Costumi: Anna Mary Scott Robbins
Downton Abbey 3 – Il Gran Finale, il film diretto da Simon Curtis, ci riporta all’inizio degli anni Trenta, un periodo segnato da profondi cambiamenti sociali ed economici successivi alla Grande Depressione.
Dopo la scomparsa della Contessa Violet Crawley, le redini della storica tenuta passano nelle mani di Lady Mary (Michelle Dockery), che si trova ad affrontare un’eredità tanto prestigiosa quanto gravosa. Mentre Lord e Lady Grantham (Hugh Bonneville e Elizabeth McGovern) si preparano a congedarsi, lasciando il posto alla nuova generazione, l’intera casa si confronta con la minaccia del disonore sociale e della rovina finanziaria. Lady Mary, infatti, si ritrova al centro di uno scandalo pubblico a causa del suo divorzio, e i Crawley devono fare i conti con difficoltà economiche che potrebbero mettere a rischio l’esistenza stessa di Downton Abbey. In questo momento di svolta, l’intera famiglia si riunisce per decidere il futuro della tenuta, divisa tra la difesa delle tradizioni e la necessità di abbracciare la modernità.
L’arrivo dall’America dell’eccentrico zio Harold (Paul Giamatti), una figura imprevedibile e dal passato misterioso, svelerà verità dimenticate e segreti a lungo sepolti. La nuova generazione dei Crawley deve affrontare il cambiamento e traghettare Downton Abbey verso un futuro incerto, ma inevitabile.
La famiglia riuscirà a resistere alle turbolenze dell’epoca, preservando l’onore e il patrimonio che definiscono la loro identità?
Downton Abbey è una serie televisiva britannica ideata e scritta da Julian Fellowes, ambientata fra il 1912 e il 1926, durante il regno di re Giorgio V, ambientata nella tenuta di Downton Abbey nello Yorkshire. Venne trasmessa dal 2010 al 2015 contando ben sei stagioni.
Il successo di pubblico e critica così dilagante hanno spinto gli ideatori a trasportarla sul grande schermo dando un futuro a tutti i personaggi sia appartenenti al ceto nobiliare che alla servitù. Ne sono seguiti due lungometraggi dal titolo “Downton Abbey” nel 2019, che vede tutta la casa in fermento per l’imminente visita dei sovrani d’Inghilterra, e Downton Abbey II – Una nuova era, dove vediamo la famiglia Crawley intraprendere un viaggio nel Sud della Francia per poter svelare il mistero di una villa eredita dalla contessa. In questo film, Lady Mary convince il padre ad accettare l’offerta della società di produzione cinematografica per utilizzare la tenuta per le riprese di un film, ciò permetterà di raccogliere i soldi per la riparazione onerosa del tetto. Decisamente piacevole e interessante questo film nel film.
Questo terzo capitolo rappresenta una degna conclusione di questo viaggio raffinato e prezioso che ha tenuto compagnia ai telespettatori più fedeli, ma può anche essere visto da chi è neofita del mondo di Downton Abbey, anche se ne consiglio vivamente la visione complessiva partendo dalla serie.
Come nei precedenti, vengono affrontati temi importanti. Siamo in un’epoca di grandi trasformazioni economiche e industriali, la società sta cambiando, la rigida divisione in classe dove si ha un ruolo predestinato dalla nascita lascia il posto a una nuova visione sociale, crisi economiche e la Grande Guerra ridisegnano i ruoli.
Nonostante l’aristocrazia inglese cerchi fortemente di mantenere le sue posizioni privilegiate, mantenendo abitudini che vanno dalla caccia alla corsa dei cavalli, il mondo sta cambiando, i problemi finanziari finiscono per ridefinire la mappa del potere, se si vuole sopravvivere bisogna adattarsi e cambiare. Il cambiamento è alla base della sopravvivenza dei Crawley.
“E’ la vita – dice Fellowes – Inventiamo cose, le godiamo per un po’, e poi finiscono, oppure le facciamo in modo diverso, ed è questo che stiamo dicendo a proposito di Downton. Continuerà, ma non nello stesso modo in cui l’abbiamo vista nel 1912. Quel modo di vivere ora non c’è più e qualcosa di diverso lo sostituirà”.
Gli altri temi affrontati nel film sono l’avvento del divorzio, che rappresenta un’onta, gettando nell’isolamento chi ne viene colpito, atteggiamento che oggi può far sorridere, ma che rappresenta una conquista ottenuta con fatica e lotte sociali importanti. Qui l’appoggio della famiglia si dimostra di fondamentale importanza, per non offuscare il ruolo di Lady Mary come erede della gestione di Downton.
L’altro argomento, già affrontato nelle stagioni delle serie, è l’omosessualità. Il personaggio di Thomas Barrow, viene trattato con estrema delicatezza e rispetto, da cameriere infelice riesce a trovare la sua dimensione in America con l’attore Guy Dexter.
Di stampo sociale-economico la conquista della pensione dopo un congruo periodo di lavoro, aspetto che non sempre è facile da accettare da parte di qualcuno. Condizione non sempre facile da digerire, il lasciare il passo alle nuove generazioni, che accomuna sia le classi privilegiate che quelle più povere.
In questo ultimo e maestoso capitolo, dove una fotografia meravigliosa ci conduce in un viaggio nel tempo assolutamente perfetto, i costumi sono affascinanti, tutto è studiato nei minimi particolari, nulla è lasciato al caso, si è realizzato un trait d’union tra il passato e il presente. Alcuni personaggi non ci sono più, ma non sono stati dimenticati, come la inimitabile Lady Violet Crawley, interpretata da un’affascinante Maggie Smith, scomparsa proprio nel settembre del 2024, come il suo personaggio. Un vuoto incolmabile.
Lo spettatore è invitato a conoscere le sorti dei protagonisti, con un tocco delicato, in un saluto prezioso e ricco, la commozione è però inevitabile alla conclusione di questo film, che a mio avviso è un vero capolavoro di cinematografia.